Mondo Domani – Parte 4 di 27 – 2013 (continua)

 

13 Novembre 2013. Politica: assolutamente entro l’ermetismo della bolla. Berlusconi che minaccia di far cadere il sostegno al Governo Letta se decadrà; Alfano che ribadisce il sì al Governo; Renzi che ribadisce non dipendere il Governo dalla decadenza di Berlusconi, dice no al “Super Porcellum” e auspica una legge in cui la sera delle elezioni si sappia chi ha vinto, si augura che il Parlamento eviti il proporzionale che è la legittimazione permanente delle larghe intese; la commissione Affari costituzionali del Senato che boccia l’ordine del giorno sulla legge elettorale di Pd, Sel e Sc che proponeva, tra l’altro, il doppio turno di coalizione.

16 Novembre 2013. È boom di fallimenti: diecimila in nove mesi. Nei primi nove mesi del 2013 sono stati quasi diecimila, il 12% in più dello stesso periodo 2012, mentre la crescita del solo 3° trimestre è del 9%. Lo affermano dati del Cerved, gruppo che orienta banche e manager in valutazioni finanziarie e strategie di business. Il fenomeno è diffuso anche dal punto di vista geografico: in Lombardia il record dei fallimenti (2.250, cioè +13%); in Emilia Romagna e Veneto +19%; nel Lazio +15%. Male anche nel Sud. Il dato è in frenata in Liguria (-11%) e Umbria (-18%).

Italia insozzata dai rifiuti… e la Politica stava a guardare. In 22 anni sono stati sversati – ma nessuno se n’è mai accorto a quanto sembra – nella Terra dei Fuochi, tra Napoli e Caserta, “circa dieci milioni di tonnellate di veleni”. Sono i numeri sulle rotte “inquinanti” verso questa zona della Campania, compilate da Legambiente nel primo “dizionario dell’ecocidio” in vista della manifestazione di “fiume in piena” del 17 novembre a Napoli.

Dal 1991 al 2013 sono state “censite 82 richieste per traffico di rifiuti, 915 ordinanze di custodia cautelare, 1.806 denunce, 443 aziende coinvolte”. Il traffico di rifiuti “gestito dalla criminalità convogliava ‘veleni’ da ogni parte d’Italia nella Terra dei Fuochi.

Delle “443 aziende coinvolte nello sversamento di veleni nella Terra dei fuochi la stragrande maggioranza ha sede sociale al centro e al Nord Italia”. Negli “oltre 410 mila camion – osserva Legambiente – è viaggiato di tutto: scorie dalla metallurgia termica dell’alluminio, polveri di abbattimento fumi, reflui liquidi contaminati da metalli pesanti, amianto, rifiuti petrolchimici”. Per l’associazione “solo l’inerzia delle istituzioni, la ‘disattenzione’ di chi doveva controllare e una fitta rete di collusioni e omertà possono aver consentito l’invisibilità di una colonna di decine di migliaia di tir”. Si tratta di “un crimine in piena regola”.

RIFLESSIONI. E con tutte quelle denunce non si è riusciti a evitare i dieci milioni di tonnellate di veleni? Bisogna proprio essere ciechi, sordi e narcotizzati! Sono proprio dovuti trascorrere ben ventidue anni per decidere di dare l’alt a cotanto ecocidio?

18 Novembre 2013. Accade nella bolla di sapone: mentre sul terreno reale i problemi si inaspriscono e si moltiplicano, i politici italiani si scontrano con il motto “vincere” abusato da ogni parte. Il Pdl si divide fra il nuovo Centro destra di Alfano e i moderati di Berlusconi. Il Pd si divide sul caso Cancellieri che è invitata a dimettersi dopo le telefonate ai Ligresti, mentre si discute sulla possibilità di una mozione di sfiducia del Pdl nei suoi confronti. Intanto nel Pd scoppia la guerra di cifre sulle percentuali di voti ai candidati alla segreteria del partito, con valutazioni contrastanti tra Renzi, Cuperlo e altri. – Schifani, senatore del Centro-destra, si preoccupa di recuperare i 6 milioni di voti persi dal Pdl nelle ultime elezioni. RIFLESSIONI: La prima preoccupazione, pare lampante, è soltanto quella di sopravvivere sulla poltrona conquistata e di consolidare il potere acquisito.

27 Novembre 2013. Legge di Stabilità: tra le novità, reddito minimo garantito grazie al prelievo dalle pensioni d’oro del 5% fino a 90.000 Euro, del 6% oltre i 90.000 del 12% sopra i 128.000 e del 18% per quelle superiori ai 193.000 Euro. – L’Ocse fa notare che in Italia i precari sono a rischio povertà, riferendosi all’adeguatezza dei redditi pensionistici. I salari sono inferiori alla media Ocse: 28.900 Euro (38.100 dollari) contro i 42.700 dollari medi dell’area (32.400 €).

29 Novembre 2013. – 800 mila anziani a rischio di assistenza. Per pagare la badante il 75% riduce qualità e quantità dei cibi e il 45% chiede aiuto ai figli. E spesso questo non è sufficiente: nel corso dell’ultimo anno il 55% degli over 75 ha dovuto ridimensionare l’aiuto dell’assistente familiare, il 25% vi ha rinunciato. Una famiglia su tre ha perciò tagliato definitivamente la badante e così 800 mila anziani non autosufficienti sono a rischio di assistenza. Lo indica un’indagine della Società italiana di gerontologia e geriatria nel Congresso nazionale annuale in corso a Torino. – E intanto nella “bolla” politica di che cosa si discute? Della nuova maggioranza in Parlamento dopo la decadenza di Berlusconi, della discontinuità politica, di FI che chiede l’apertura di una crisi di governo, delle valutazioni di Alfano sulla permanenza del governo e sulla possibilità che il sindaco di Firenze, Renzi, lo faccia cadere, della legge, delle invettive di Berlusconi contro la Magistratura, del cambiamento della legge elettorale, delle possibili alleanze, del probabile voto in primavera, della nuova opposizione del M5s e nuova FI, delle primarie del Pd.

RIFLESSIONI. Queste sarebbero le preoccupazioni e le occupazioni della classe politica italiana, Con evidenza sempre più netta appare quella separazione di cui vado parlando, fra il mondo dei “mortali” con tutti i problemi irrisolti e aggiuntivi che ne rendono difficile l’esistenza e la “bolla” dei politici che quel mondo trascende e di cui non vuole ascoltare le voci di disagio e di sofferenza. Una “bolla” dove la vanità e l’astrazione dalla realtà del popolo che in basso stenta a vivere e langue non superano i confini consolidati che garantiscono a poche persone posizioni di privilegio e retribuzioni da favola, in netto contrasto con la maggioranza di coloro che devono fare i conti, quotidianamente, con le acrobazie per la pura sopravvivenza. Una “bolla” nella quale chi vi entra apprende subito ad agire per interessi circoscritti e personali, distribuendo in basso illusioni e parvenze ipocrite di agire per il bene sociale. Sì, ipocrite, perché se coloro dirigessero il proprio operato in piena onestà e per il bene del Paese, anziché affondare mani e piedi negli stagni delle false diatribe e delle farse organizzate si dessero veramente da fare per risolvere i problemi della gente, allora tante miserie potrebbero essere sanate.

La gente, laggiù negli antri della sofferenza e dell’impotenza, è ora che prenda consapevolezza di questo stato di cose, è ora che comprenda la necessità inderogabile di avere alla guida del Paese persone oneste, pulite, volenterose, lo sguardo puntato lontano, al presente, al futuro, a tutto campo senza esclusioni né privilegi di sorta. Onestà e trasparenza di princìpi ispiratori, volontà indirizzata al bene comune e distacco da interessi personalistici. È ora che richieda a gran voce, la gente che si dibatte nelle difficoltà, l’avvento della giustizia e del rispetto per le esigenze di ognuno, di ogni famiglia, e una vita dignitosa. Basta, dunque, con le diatribe arlecchinesche, basta con gli scandali vergognosi delle rapine più o meno occulte, basta con il mantenere nei lussi sedicenti politici super gratificati e incapaci di andare oltre i limiti di quella “bolla”. Abbiamo bisogno di politici che si portino, fisicamente e culturalmente, nel vortice dei problemi di ordine sociale, che sappiano quindi prendere posto attorno a un tavolo e discutano sino ad addivenire a una conclusione condivisa, convincente, concreta, seguita dai fatti, nella saggezza e nell’onestà di impiegare il denaro pubblico per la soluzione dei problemi, denaro che deve essere utilizzato in termini di assoluta trasparenza, contro ogni velleità criminale colta a farne condizione di sottrazione per uso illecito.

Ma non basta, voglio parlare di politici, quelli che realmente ci servono, ampiamente disinteressati sul piano dei vantaggi personali, politici che sappiano accontentarsi dell’onesto, avulsi dalla compulsione ad accumulare, ad arricchire, ad acquisire potere. Pensino un po’, costoro, all’era cosmica che andiamo percorrendo. Guardiamoci attorno e rendiamoci conto che abbiamo tutto contro di noi: le malattie, le guerre, lo sfruttamento, l’infanzia “rubata”, gli sconvolgimenti naturali, i pericoli da impatto su scala planetaria, i veleni che dilagano su tutta la superficie del Pianeta e la stessa precarietà dell’esistenza nostra individuale e della stessa razza umana. Viviamo in un mondo bello e incantevole per natura, ma ostile e gravido di minacce. Forse potrebbe essere il momento vero di guardarci tutti in faccia, tutti, dico quegli oltre sette miliardi di persone che calpestiamo il suolo della nostra dimora terrestre e di chiederci dove vogliamo arrivare, che cosa vogliamo ottenere, quale parte crediamo di avere nel destino che ci attende e che non conosciamo, quale sia mai il senso del nostro trovarci ora e qui, con la nostra capacità di pensare, di creare consapevolezza.

2 Dicembre 2013. Mentre laggiù, nel marasma del vivere quotidiano, si agita burrascoso il mare dei problemi irrisolti e la gente stringe sempre più i denti nello sforzo di tirare avanti, là in alto la “bolla” dove i politici si tirano, o fanno finta di tirarsi, pesci in faccia, mette sempre più distanza, si allontana dalla realtà concreta del Paese, come su scala cosmica le galassie che si allontanano l’una dall’altra a una velocità vertiginosa, crescente. Oggi è lunedì, inizia la prima settimana politica dell’ultimo mese 2013. Ecco il quadro della situazione, nella “bolla” ovviamente, in quel contesto politico il cui compito precipuo dovrebbe essere agire per il bene comune e raggiungere risultati tangibili, percepibili anche dall’ultimo sprovveduto che sgomita per cercare di venir fuori dalla quotidiana situazione di emergenza.

Iniziamo con Grillo, lancia in resta contro tutto e contro tutti, bravo, come molti, nel gettarsi a demolire, a distruggere, lasciando un vuoto di previsionalità in chi si domanda che cosa sarebbe poi capace di fare quando si trattasse di liberarsi delle macerie e industriarsi per costruire, per riedificare. Poi Alfano che si schiera contro il sindaco di Firenze, Renzi, accusandolo di volere il posto del presidente del Consiglio Letta. A fianco di Alfano i ministri del Nuovo Centro Destra, Lupi e Quagliariello, ora anch’essi contro Renzi, ora vanagloriosi del “peso specifico politico” che il loro partito possederebbe. Ancora Matteo Renzi che pone un confronto di forze: trenta deputati di Alfano contro trecento del Ncd; e lancia una sfida aperta: “Io non ho paura delle elezioni, lui sì, perché sa che Berlusconi lo asfalta”. Il solito ritornello di circostanza torna d’uso all’occasione: “Noi non pensiamo alla poltrona ma al bene del Paese”. È il momento di Cuperlo che esce dall’anonimato ed esordisce: “Renzi offre un assist a Berlusconi che vuole che il governo cada”. Cuperlo è in lizza per la candidatura alla segreteria del Pd e pensa di consolidare o avvalorare la propria posizione avvertendo: “Se Renzi lancia un ultimatum al governo e dice ad Alfano che verrà asfaltato da Berlusconi mette a rischio l’unità del partito”.

L’altro candidato alla segreteria del Pd, Civati, commenta: “Leggiamo il Renzi della domenica, quello governista tutti gli altri giorni della settimana… Solo venerdì… aveva garantito per l’ennesima volta il suo sostegno al governo, con posizione intercambiabile con quelle di Cuperlo. Oggi, dopo aver candidato molti non vicini a Letta nelle sue liste, cambia verso e annuncia un ultimatum”.

Poco oltre, ecco rieletto leader del Psi Riccardo Nencini il quale non va oltre l’obiettivo generale, di stretto interesse politico/partitico, della legge elettorale: Serve “modificare la legge elettorale” afferma, e “abbassare lo sbarramento del 4%”.

Laggiù, intanto, nell’antro dei problemi quasi incancreniti, un cupo brontolio libera tristi voci di malessere, ma dalla “bolla/empireo” nulla s’ode di allarmante.

3 Dicembre 2013. L’87% degli Italiani ha ridotto nel 2013 le spese per vacanze, beni alimentari, mentre si registra un aumento di chi stringe la spesa sui carburanti (quasi 2.500.000 persone in più, il 5% in più rispetto al 2012). Il 46% afferma di non riuscire ad arrivare a fine mese. Lo rileva un sondaggio Confesercenti-SWG. In totale sono oltre 41 milioni gli Italiani che dichiarano di aver rivisto la propria spesa, circa 500.000 più del 2012.

Mondo-contro. Sul rogo in cui, a Prato, sono morti sette operai cinesi, più tre ustionati, di una fabbrica di pronto-moda gestita da cinesi, il Presidente Napolitano parla di una condizione di insostenibile illegalità e sfruttamento (come se ci fossero condizioni simili, ma sostenibili) caratterizzata da violazioni della legge italiana e dei diritti dei lavoratori. Ma di queste fabbrichette cinesi ce ne sono a migliaia. Nessuno s’è mai accorto della loro illegalità? Già, è più comodo e, chissà, forse più redditizio far finta di niente, lasciar fare… finché non ci scappa il morto. Allora vanno perseguiti non solo i colpevoli diretti responsabili del reato, ma anche coloro che sono adibiti al monitoraggio e al controllo dell’applicazione delle regole vigenti in materia di attività lavorative. Ora il Presidente sollecita, giustamente, il ricorso a interventi concreti. E prima? La Procura di Prato ipotizza i reati di omicidio colposo plurimo, disastro colposo, omissione di norme di sicurezza e sfruttamento di mano d’opera clandestina.

5 Dicembre 2013. Che accade là, nella “bolla”? Ecco di quali problemi si prendono cura oggi i nostri politici. La Corte Costituzionale ha bocciato il Porcellum in tutti e due i punti sottoposti al vaglio. È stata dichiarata incostituzionale l’assegnazione di un premio di maggioranza, sia per la Camera che per il Senato, alla lista o alla coalizione di liste che abbiano avuto il maggior numero di voti e che non abbiano conseguito almeno alla Camera 340 seggi e al Senato il 55% dei seggi assegnati a ciascuna Regione. Dichiarata l’illegittimità costituzionale anche delle norme che stabiliscono la presentazione di liste elettorali “bloccate”, nella parte in cui non consentono all’elettore di esprimere una preferenza.

Il segretario Pd Epifani, dopo la sentenza della Consulta, afferma l’urgenza di “una riforma per la governabilità e la rappresentanza”. – Renzi parla di “scelta discutibile, che riporta alla Prima Repubblica”. – Per Vendola (Sel) è “un atto di giustizia contro il Porcellum con cui la destra ha offeso l’Italia”. – Alfano (Ncd) invoca una nuova legge elettorale. – Casini (Udc) chiede “Ora preferenza e premio di maggioranza con soglia”. – Brunetta (Fi) afferma che la “sentenza delegittima politicamente chi siede oggi in Parlamento” e invoca “Elezioni il prima possibile”. – Per Idv “la parola passi ora agli elettori”. – E Grillo dal suo blog: si torni al Mattarellum o al voto. – Intanto alcuni deputati M5s occupano i banchi del Governo in aula. La presidente di turno, Sereni, sospende i lavori perché quei deputati, benché richiamati all’ordine, non si allontanano. – Poi è di nuovo di scena Berlusconi: “Se ci sarà un minimo di saggezza, dovrebbe arrivare una grazia motu proprio dal capo dello Stato. Non credo che in Parlamento si approverà un indulto o un’amnistia per il semplice fatto che giova a Berlusconi. È una cosa ridicola che un imprenditore come me, un uomo di Stato, debba sottoporsi a colloqui con assistenti sociali per riabilitarsi. Con il Mattarellum è possibile correre da soli e Forza Italia potrebbe partecipare alle riforme se vi fosse la certezza che la prima fosse una riforma completa e profonda della giustizia. La Corte Costituzionale è un organismo politico della sinistra”. (Pura farneticazione, delirio, auto attribuzione del ruolo di capro espiatorio, esibizione di falsa paranoia).

6 Dicembre 2013. E la commedia continua. Si abbassa il sipario, si alza il sipario, ma la scena è sempre la stessa, gli attori sempre gli stessi, il canovaccio sempre quello: gli interessi di gruppo o, più propriamente, personali per arrivare al potere e al seggio dei privilegi. Mentre il Presidente Napolitano sollecita il Parlamento a modificare la legge elettorale, ossia a occuparsi della riforma del Porcellum, dopo la bocciatura del medesimo e del superamento del sistema proporzionale, una nuova disputa esplode alla Camera tra M5s e la presidente Boldrini. La maggioranza aveva espresso parere negativo a una conferenza dei capigruppo della Camera per mettere in calendario la riforma elettorale. Il M5s vuole il ritorno al Mattarellum e l’indizione di nuove elezioni con una nuova legge elettorale. Il presidente dei deputati del Gruppo Misto, Pisicchio, uscendo dalla conferenza dei capigruppo della Camera, annuncia che chiederà alla Commissione Affari Cosituzionali di Montecitorio di mettere in calendario l’esame della riforma elettorale. Ma il Nuovo Centro-destra (Mcd) di Alfano si oppone al passaggio dell’esame della riforma elettorale dal Senato alla Camera. Ma poi Alfano passa a occuparsi di problemi di ben altra gravità e rilevanza sociale: “Da oggi la nostra squadra gioca con il blu”, presentando peraltro il simbolo del Nuovo Cd: un quadrato blu con dentro le lettere NC di colore bianco e, fuori, la D, blu su sfondo bianco, dando anche le motivazioni di tale scelta.

Ma guarda, è proprio questo ciò di cui aveva bisogno il nostro Paese: riforma elettorale, nuovi simboli, sì o no a riforma elettorale e indulto. Tanto rumore per tutte queste cose. Ma ditemi voi, signori, come troverebbero il tempo, quei politici lassù, nel loro Olimpo, per interessarsi dei problemi che assillano i comuni mortali là in basso?! Hanno ben altro a cui pensare, lor signori, perché per fare politica in modo serio occorre muovere da una forza politica probante, capace, esperta, colta, informata, specializzata, disponibile e disinteressata. Quando la si sarà realizzata, allora sì che si potranno affrontare i problemi, ma per il momento è del massimo rilievo il confronto politico. Un confronto che è come la tela di Penelope, incapace di pervenire a una conclusione. E così ha da essere, altrimenti di che cosa mai potrebbero discutere quei saggi? Al di fuori della loro bolla hanno creato il vuoto, hanno perso il contatto con la realtà, una realtà che, qualora li coinvolgesse personalmente e responsabilmente, farebbe di loro non finte figure istituzionali, ma veri propugnatori di ideali, di una missione sociale nel vero senso del termine, i piedi ben saldi nella concretezza del vivere quotidiano. Eppure a noi piace tollerare il peso e la vanità di quell’Olimpo dai connotati assai fatui, non solo, ma ci rassicuriamo che le lotte interne ivi ribollenti si autoriproducano senza fine, quasi una telenovela senza coda, contenti persino di sostenerne gli attori con lauti stipendi e posti di prestigio. Più in là della legge elettorale, costoro, veramente non sanno spingersi.

E la commedia continua. Sì, ma laggiù che cosa sta succedendo? Si vive, si mangia, si pagano i debiti con la legge elettorale? Laggiù si soffre, si impreca, si maledice. Sì, perché ormai, in Italia, siamo a 18 milioni di persone a rischio di povertà. Superiamo nel meno peggio, in questa infelice graduatoria, soltanto la Grecia. Povertà ed esclusione sociale. Viviamo purtroppo in un Paese dove il potere di acquisto delle famiglie è crollato del 9,4% tra il 2008 e il 2012 e dove 7,2 milioni di pensionati percepiscono meno di mille Euro al mese.

Immagine di Copertina tratta da SEM.

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