
Nato a Cuneo, il 15 settembre 1938.
Servizio: Dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo “Don Lorenzo Milani” di Paesana (CN); collocato a riposo dal 1 settembre 2005 (anni 47 di servizio)
Servizio militare: dal 17 febbraio 1959 al 25 agosto 1960 con frequenza del 23° Corso Allievi Ufficiali di Complemento (AUC) a Lecce e Cesano di Roma e con servizio di prima nomina a Sottotenente di Complemento – Specializzazione Pionieri – nell’11° Raggruppamento Alpini da Posizione, Sedi di Tomezzo, Paluzza, Chiusaforte (UD).
Servizio Civile: Iscritto all’Associazione Nazionale Alpini (ANA), Sezione di Saluzzo (CN) e all’Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia (UNUCI), Sezione di Pinerolo (TO). Volontario della Protezione Civile A.N.A. della Sezione ANA di Saluzzo.
Titoli di studio:
Diploma di abilitazione magistrale.
Diploma in Grafologia/Grafoanalisi.
Diploma di laurea in Pedagogia – indirizzo psicologico.
Uno specchio di vita e di esperienze…
Mi chiamo Mario Bruno (Bruno è il cognome), nato a Cuneo il 15 settembre 1938, ora residente in Barge, provincia di Cuneo. Pensionato dal 2005. Precedentemente Dirigente scolastico e, a ritroso nel tempo, insegnante di Scuola Elementare, impiegato di contabilità, Ufficiale di Complemento nella Brigata Alpina Julia.
Attualmente uso il mio tempo per studio, letture, composizione letteraria, attività sportiva, orticoltura, bricolage, membro dell’Associazione Nazionale Alpini e dell’Associazione Astrofili Italiani. Qualche volta mi diletto a suonare l’armonica a bocca che ho imparato a usare, da solo, con alcune esecuzioni piemontesi, friulane, di guerra apprese a memoria.
Negli anni trascorsi mi sono rivolto a vari aspetti del fare umano. Da bambino mi interessavo dei comportamenti delle formiche, dei ditteri domestici, di piccoli manufatti in legno costruiti manualmente per gioco. Il gioco preferito con gli amici del rione era “Guardie e ladri”, con corse rocambolesche su per le scale a tre-quattro piani e spericolate traversate sui tetti da un comignolo all’altro. Nell’ambito delle mie amicizie ero considerato un po’ come un leader: di fronte alle piccole controversie chiedevano il mio parere, ero io a decidere, un mini Solone o un mini bonario dittatore se vogliamo.
Mi interessavano le scoperte scientifiche, la geometria e la matematica; arrivai a costruire un semplice pantografo in legno per l’ingrandimento grafico. Più avanti mi rivolsi ai fenomeni elettromagnetici e costruii un piccolo motorino elettrico con tanto di rotore, collettore, spazzole e indotto; realizzai un piccolo trasformatore elettrico da 125 V. a 3 V. In casa, con l’aperta disapprovazione di mio padre che non mi vedeva studiare latino, ma ficcare il naso nei libri specializzati in elettrotecnica di “Ravalico”, che ho ancora, avevo realizzato un sistema ad arco voltaico, facendo saltare qualche volta la valvola di sicurezza dell’impianto elettrico, ma che poi avevo imparato a riparare da solo. Mentre frequentavo l’Istituto Magistrale a Cuneo sentivo di essere attratto da interessi sempre più attinenti all’applicazione della forza elettromagnetica: iniziai con una radio a galena, poi sostituita dall’applicazione dei diodi al germanio e dei transistor; costruii un apparecchio radio ad altoparlante che per il funzionamento usava la semplice energia catturata dall’antenna: funzionava anche con cuffie, acquistate sui mercatini come residui di guerra; avevo tracciato l’antenna con filo di rame in estensione a croce e fissato ai comignoli del tetto; per questo salivo oltre gli 88 gradini del terzo piano, sul tetto in “lose” (specie di ardesia) e collegavo l’antenna con un lungo cavetto di rame giù per i balconi fino al nostro appartamento del primo piano. Mi ero abbonato a una rivista di “fai da te” dal titolo Sistema A; qui trovai il modo di realizzare, fra l’altro, un piccolo organo elettronico con valvole termoioniche (ancora in mio possesso e funzionante) seguendo le indicazioni e gli schemi elettrici proposti dalla rivista.
Studiavo per diventare maestro elementare, ma i miei interessi volgevano tutti altrove, verso materie scientifiche. Ricordo che in quarta Magistrale confutai una dichiarazione del libro di scienze in adozione e dimostrai la mia tesi alla lavagna, di fronte alla professoressa e a tutta la classe. Quell’insegnante mi apprezzava e, quando mi chiamava per l’interrogazione, faceva venire alla cattedra anche una mia compagna di classe, dicendo: fatevi delle domande a vicenda sugli ultimi argomenti studiati; io, cattivo veramente, ricordo che per eccellere avevo rivolto alla mia compagna una domanda sicuramente caìna: “che cos’è una faglia o paraclasi?”
Altra passione mi aveva ghermito: quella della bicicletta da corsa. Mi ero messo da parte qualche spicciolo prestando opera manuale durante le vacanze e andando alla ricerca di metalli buttati per rivenderli ai riciclatori. Mi sentivo nelle gambe un’energia prorompente: quando mio padre si recava in bicicletta al lavoro, andavo sul posto a prelevare la sua bici, percorrevo chilometri su chilometri e gliela riportavo poco prima che papà terminasse il turno di lavoro. I miei mi aiutarono e acquistai la “Bianchi – Campione del mondo”, quella di Fausto Coppi, che ancora oggi conservo con qualche modifica strutturale. Mi allenavo, prima di andare a scuola, ma nessuno mai mi consigliò su come fare. Partecipai a gare, iscritto all’Unione Velocipedisti Italiani, due anni da allievo e uno da dilettante. Non vinsi, ma in due occasioni mi piazzai 11° e 5°, guadagnando anche piccoli premi.
Fui anche motorizzato, dapprima con un motorino 48 cc, “L’Alpino” acquistato da un mio compagno di rione, poi con un “Ducati 65”, che ho ancora (anno 1955), acquistato da un prete. La “600” di terza mano verrà soltanto dopo sposato.
Dopo le Magistrali lavorai nella Scuola con servizi vari precari, come il “Doposcuola”, le “Reggimentali”, le “Scuole serali” nelle vallate del Cuneese che raggiungevo con la “Gilera 150” acquistata di seconda mano. Davo anche lezioni a ragazzini di Scuola Media: fu lì che imparai il latino, insegnandolo, che a scuola non riuscivo a trangugiare.
Poi arrivò il servizio militare, sottotenente di complemento nell’11° Raggruppamento Alpini da Posizione, a Paluzza e Chiusaforte (UD), come istruttore Corso Pionieri (campi minati, uso di esplosivi), dopo il Corso Allievi Ufficiali di Complemento nel 1959 a Lecce e a Cesano di Roma.
Congedato nell’agosto 1960, lavorai da subito come contabile nella fonderia SARB (Società Anonima Radiatori Bongioanni) di Cuneo, per 7 anni. Vissi da solo per un anno in via Saluzzo n° 8, in un appartamentino di proprietà di mio padre.
Mi sposai con Anna di Paularo il 23 agosto 1961 e andammo ad abitare in via Serafino Arnaud, 17, Cuneo. Intanto studiavo per il Concorso Magistrale. Superatolo, iniziai a insegnare nelle Elementari nell’a.s. 1966-67 a Torre Roa di Centallo (CN) e l’anno seguente al Tetto Gallotto di Borgo San Dalmazzo (CN). Inizialmente continuavo a lavorare presso la SARB nel pomeriggio per il passaggio graduale di consegne ai miei sostituti.
Nel 1968, con la scelta della sede definitiva, ottenni il trasferimento alla Scuola di Bricco Bosi (Volòs) di Bagnolo Piemonte. Abitavamo in un decoroso alloggetto soprastante le aule scolastiche; qui rimanemmo dieci anni, ci facemmo molti amici, io portavo a casa la legna dal bosco per il riscaldamento; allevavamo polli, galline, paperi e conigli. Con la carcassa della vecchia “600” avevo allestito il pollaio, attiguo all’orto che Anna sapeva condurre magistralmente. Qui ai Volòs vennero a trovarci i nostri genitori, parenti, amici. Si familiarizzava con i locali, andando con loro, nel tempo libero, a fare il fieno, a mangiare e a cantare le villotte piemontesi. Allevavo anche le api ricavando ottimo miele di castagno e acacia, propoli, polline e pappa reale che riservai per Paolo, venuto fra noi a febbraio del 1974. Costruii a mano i miei alveari e seguii le indicazioni di una vasta bibliografia apistica per apprendere di più. Sperimentai anche sistemi nuovi di allevamento e di produzione.
Nel 1978 ci trasferimmo a Bagnolo Piemonte centro, fino al 2004, poi Barge. Da subito mi iscrissi a un Corso biennale in Torino con argomento “La Grafoanalisi”; ottenuto il diploma, subito dopo mi iscrissi all’Università, facoltà di Magistero di Torino: dopo quattro anni ottenni il diploma di Laurea in Pedagogia con indirizzo psicologico: era il 14 dicembre 1984.
In questo frattempo approfondivo i miei studi sulla psicologia con particolare riferimento all’età evolutiva. Su questo argomento portai avanti, nella Scuola e oltre la Scuola, una serie di sperimentazioni per la realizzazione ottimale del potenziale umano in situazione di apprendimento. Avevo iniziato questo itinerario già con Paolo attorno al 1975-76, con l’obiettivo di stimolare la formazione dell’intelligenza dal suo effettivo livello potenziale alla migliore capacità di applicazione di fronte ai problemi.
In seno all’Associazione educativa “Siame” (Società Italiana per l’Assistenza medico-psico-pedagogica all’Età Evolutiva) di Torino partecipai a conferenze, svolsi lezioni per candidati ai concorsi magistrali. Con l’IRRSAE Piemonte feci parte di una équipe per lo studio e la pubblicazione di libri sui nuovi Programmi ministeriali del 1985 per la Scuola Elementare. Fui chiamato in numerose Scuole per illustrare l’iniziativa e l’applicazione dei Programmi.
Venne il tempo del concorso direttivo per la nomina a Direttore Didattico nella Scuola Elementare. Superatolo, mi fu assegnata la sede di Venasca (Valle Varaita – CN) a iniziare dal 5 settembre 1991 fino al 1995 allorché ottenni il trasferimento a Paesana (Valle Po – CN). A Paesana organizzai la partecipazione dell’Istituto Comprensivo, per ben sei anni, al Progetto europeo in partenariato Socrates-Comenius-Azione 1 lavorando con Scuole tedesche, francesi, inglesi e italiane su argomenti attinenti alla Didattica Metacognitiva e alla Creatività, dando vita a paralleli corsi di formazione per insegnanti attorno agli argomenti di studio. Fui esaminatore incaricato in una serie di Concorsi per insegnanti elementari e di Scuola materna.

Ripresi la mia vecchia “Bianchi” da corsa e ricominciai con le pedalate. Nel 2005, con il mio pensionamento, misi a riposo la “Bianchi” e acquistai una nuova bici con telaio in carbonio e cambio “Campagnolo veloce”: con quella, nel giro di una decina di anni, percorsi l’equivalente di una volta e mezzo l’equatore terrestre. Intanto varcavo in lungo e in largo i sentieri delle nostre vallate raggiungendo anche alcune cime; spesso mi accompagnava mia moglie Anna, ai rifugi e lungo le camminate per i monti. Si faceva anche spesso sci alpinismo e sci su pista, ma questo a partire già dagli anni ’60.
Mi piace molto interessarmi della prima Guerra mondiale, combattuta dal mio papà; mi piace osservare con il binocolo i pianeti, le stelle e le costellazioni, per lo studio delle quali sono abbonato alla rivista “Astronomia”. Mi piace, inoltre, avere contatti con i miei ex colleghi del 23° Corso AUC: al riguardo ho impiantato un sistema di comunicazione raccogliendo circa 420 indirizzi e-mail, che ultimamente ho ridotto a 135 per motivi di migliore funzionalità, ai quali indirizzo mensilmente i comunicati di aggiornamento e di scambio di informazioni; dal 2009 organizzo Rimpatriate annuali in varie località italiane, dove ci troviamo noi del 23° AUC, ma anche di altri Corsi AUC per ravvivare l’amicizia e i ricordi. Membro dell’Associazione Nazionale Alpini, collaboro al suo interno con la presentazione di argomenti attinenti agli Alpini e alle guerre sopportate, recandomi nelle Scuole che ne fanno richiesta. Mi piace molto camminare; la bici l’ho lasciata dopo un serio sinistro occorsomi nel 2016.
Continuo a studiare, volgendo il mio interesse agli argomenti che più mi toccano da vicino: ultimamente con un mio lavoro in tre volumi sulla storia e l’evoluzione delle Chiesa cattolica. Seguo in TV documentari di storia, scienze, letteratura e rassegne sportive da cui sono particolarmente attratto. Leggo molti libri per chiarire la mia cultura negli ambiti da me prescelti.
Scrivo perché credo sia il modo migliore per chiarirmi in me stesso, per riflettere più a fondo sugli argomenti che affronto, ma anche per tentare di condividere con altre persone appassionate del conoscere le considerazioni che vado via via formulando. I miei interessi del momento vertono anche sul profilo economico globale e sulle disuguaglianze sociali nel marasma delle ingiustizie che sovrastano la nostra civiltà. La mia sensibilità è quotidianamente sollecitata dalle misere condizioni di vita che affliggono la maggioranza della popolazione mondiale. Sono anche molto attratto dai problemi attinenti allo stato di inquinamento del Pianeta, ai cambiamenti climatici, alle loro cause e alle loro conseguenze.
Mario Bruno, Barge 11 novembre 2020