Mondo Domani – Parte 18 di 28 – 2016 (continua)

Cos’è rimasto dell’art. 11, forse soltanto la lettera? Conserviamo ancora, almeno, una pallida idea di quelle che sono le nostre responsabilità quando ci si chiede di schierarci, ricalcando gli errori passati dietro un velo di malcelata ipocrisia, con chi sa e può fare la voce più grossa? Le nostre tradizioni storiche dai piedi così spesso malfermi non hanno chiara la visione di dove stiamo andando, spogliate come sono, ogni volta in più con il trascorrere del tempo, della dignità, di quella Dignità che dovrebbe informare l’essere e l’agire di ogni individuo, che dovrebbe porsi come primo motivo di orgoglio per la Nazione.

8 Marzo 2016. È tra i 20 e i 25 miliardi lo spreco causato dal mancato utilizzo dei beni confiscati alle mafie. Lo afferma Coldiretti nel 4° Rapporto Agromafie, a venti anni dall’approvazione della Legge 109/96 per l’uso sociale dei beni sottratti alle mafie. Circa 26.000 i beni ancora nelle mani di soggetti condannati in via definitiva per reati di mafia, anche per la lunghezza dei procedimenti di sequestro, confisca e destinazione dei beni. Si stima che un immobile su cinque confiscato sia nel settore agroalimentare.

17 marzo 2016. Dedichiamoci ora a una puntata sulla scala della felicità di vivere. La Danimarca ha superato la Svizzera ed è il primo Paese più felice al mondo. L’Italia occupa il 50° posto. I dati sono del Rapporto mondiale della Felicità 2016 dell’Onu: sono 156 i Paesi esaminati tra il 2013 e il 2015. L’Italia conferma la posizione dello scorso anno, ma è tra i dieci Paesi con il maggior calo della felicità, insieme a Grecia e Spagna. Alla base delle valutazioni il Pil pro capite, la salute, l’avere qualcuno su cui contare, la corruzione, la generosità, la libertà, le tensioni economiche, politiche e sociali.

27 Marzo 2016. È giorno di Pasqua, ma nulla viene dalle notizie del giorno a rincuorarci. Veniamo piuttosto a sapere che l’Italia si trova all’ultimo posto nell’Unione europea per percentuale riferita alla spesa pubblica destinata all’educazione (7,9% nel 2014 a fronte del 10,2% medio Ue) e al penultimo posto per quella a sostegno della cultura (1,4% a fronte del 2,1% medio Ue). È l’agenzia Eurostat a informarci attorno alle spese governative. La percentuale di spesa per l’educazione è scesa da noi di 0,1 punti rispetto al 2013.

15 Aprile 2016. Passa il tempo, rapidamente, ma il nostro Bel Paese, nonostante tutte le risonanti parole, tutte le intenzioni dichiarate, tutte le stime formulate, non riesce a recuperare posizioni nella scala che indica il grado di civiltà e di progresso. I dati Eurostat sul 2015 danno a vedere un’Italia alla stregua di Paese schiavo della povertà, perché detiene il numero più elevato di persone che vivono in “gravi privazioni materiali”. Mentre il numero dei poveri scende sensibilmente in area europea, per l’Italia si può parlare di una discesa soltanto marginale. Nel 2015 in Europa il tasso di povertà è sceso all’8,2% sul totale dei cittadini e del 9% dal 2014. Sono 41,092 milioni i poveri in Europa. L’Italia è passata dall’11,6% all’11,5% con un totale di 6,982 milioni di poveri. L’Italia, inoltre, è posta al centro dell’attenzione nel corso dell’esame dei risultati di un’indagine svolta dall’Unicef su 41 Paesi Ocse per definire la situazione di benessere e di soddisfazione fra i minori. L’Italia occupa appena il 35° posto per divario reddituale. Il primo posto va alla Danimarca, l’ultimo a Israele. La disuguaglianza tra i bambini nei Paesi ad alto reddito riguarda, oltre il reddito, l’istruzione, la salute e la soddisfazione nei confronti della vita. Sul divario nei risultati scolastici l’Italia si colloca al 22° posto, per la salute al 28°, per la soddisfazione nei confronti della vita ancora al 22° posto.

Fa eco a questa indagine una ricerca parallela, questa volta soltanto in ambito italiano, sul peso dell’organizzazione mafiosa in Italia. Ne emerge forte sfiducia verso le istituzioni e la politica, espressa dagli studenti per quasi l’85% degli intervistati, ma spingono anche una notevole voglia di legalità e posizioni nette contro la mafia. L’indagine sulla percezione mafiosa si è svolta al Centro Pio La Torre di Palermo e sono stati coinvolti diecimila studenti in tutta Italia. La sfiducia degli intervistati nei confronti della classe politica è elevata (84,7%) e per il 48% la mafia è più forte dello Stato; solo secondo il 31,5% è possibile sconfiggerla definitivamente.

24 Aprile 2016. L’Italia rischia di perdere 9,3 miliardi di Euro dai fondi Ue. Su una dotazione totale di ben 46,4 miliardi riferita al programma 2007-2013, entro il 31 dicembre 2015, data limite per far ricorso a questi contributi, la spesa certificata si è assestata a 37,1 miliardi di Euro (pari al 79,9% del totale). I dati provengono dalla Cgia di Mestre che spiega: non sono ancora stati certificati 9,3 miliardi di finanziamenti europei, dei quali 6,6 in capo alle Regioni e 2,7 di competenza dello Stato. Le meno “interessate” all’utilizzo dei fondi sono, a eccezione della Puglia, le regioni del Sud. 

Palazzo Chigi smentisce e conferma l’obiettivo del pieno assorbimento delle risorse.

27 Aprile 2016. In Europa l’Italia è maglia nera sul fronte occupazionale: la percentuale complessiva di occupati (60,5%) è la più bassa fra i 28 Stati, tranne che in Grecia (54,9%), e il divario tra uomini e donne che lavorano è del 20%, il maggiore a eccezione di Malta. Sono le rilevazioni di Eurostat sul 2015. Meglio di noi la Spagna (62%) e la Croazia (60,5%).

28 Aprile 2016. Anche nel 2015 l’Italia non abbandona l’ultimo posto in Europa per la percentuale di laureati di età 30-34 anni. Nell’area Ue la media di laureati in quella fascia è del 37,8%, in aumento in tutti i Paesi. L’Italia però è ferma al 25,3% contro il 50% e oltre in Svezia, Lussemburgo, Irlanda, Cipro, Lituania. La Germania è al 32%. Spagna al 41% e Francia al 45%. Significativo il dato italiano su donne e uomini laureati, rispettivamente il 30,8% e il 20%. Migliora ma resta molto alto il tasso dell’abbandono scolastico: il 14,7% dei ragazzi 18-24 anni ha completato al massimo la scuola secondaria inferiore.

1° Maggio 2016. In Italia il tasso di occupazione è al 56,3%, migliore fra i 28 Paesi Ue solo della Croazia (55,8%) e della Grecia (50,8%). Dalla Cgia di Mestre si ricava che quasi tutte le regioni italiane del Sud fanno registrare un tasso di occupazione inferiore addirittura a quello greco. In Europa restiamo al penultimo posto nella graduatoria dei laureati under 35 che trovano lavoro entro tre anni dal titolo (57,5% nel 2015, contro l’81,8% nella Ue). Peggio di noi solo la Grecia con il 49,9%.

11 Maggio 2016. Nell’ultimo anno hanno chiuso oltre 390 imprese al giorno, “una vera strage, dovuta a una crisi che ha colpito con più durezza la domanda interna, punto di riferimento per gran parte delle pmi (piccole e medie industrie)”. Il dato segue a una ricerca di Rete Impresa Italia, secondo la quale la crisi iniziata nel 2007 ha bruciato 230 miliardi di Euro. 

Ma per quali arcani motivi questa crisi non tocca, neppure da lontano, una certa fascia della popolazione? Il riferimento è per i soliti privilegiati, per gli stipendionati, per i “furbi” che se ne fregano di tutto e di tutti, facendosi avanti a gomitate con la frode o con l’inganno. 

18 Maggio 2016. La Corte europea dei Diritti umani ha aperto un procedimento contro lo Stato italiano con l’accusa di non aver protetto la vita e la salute di 182 cittadini dagli “effetti delle emissioni” nocive dell’Ilva di Taranto. La Corte di Strasburgo ha ritenuto in via preliminare le prove sufficienti per aprire il procedimento. 

9 Giugno 2016. Ben 11 milioni di Italiani hanno dovuto rinviare o rinunciare a prestazioni sanitarie nel 2016 a causa di difficoltà economiche, non riuscendo a pagarle di tasca propria. Sono 2 milioni in più rispetto al 2012. Dal Censis: 2,4 milioni di anziani hanno rinunciato a curarsi. Intanto aumenta la spesa sanitaria privata: è arrivata a 34,5 miliardi di Euro (+3,2% nel 2013/2015). Pesano le liste di attesa che si allungano nel servizio sanitario pubblico. In 7,1 milioni hanno fatto ricorso all’intramoenia nell’ultimo anno.

13 Giugno 2016. Da un’indagine dell’Ufficio Studi di Confcommercio: le famiglie italiane in condizione di povertà assoluta sono quasi raddoppiate di numero negli anni della crisi (+78,5%), con un’incidenza sul totale passata dal 3,5% pre-recessione al 5,7% del 2014. Le persone in povertà assoluta hanno superato nel 2014 i 4 milioni, con un incremento di quasi il 130% rispetto al 2007, arrivando a sfiorare il 7% della popolazione. Le famiglie assolutamente indigenti erano oltre 823.000 nel 2007, sono salite a quasi 1,5 milioni nel 2014.

18 Giugno 2016. Dal dossier di Legambiente. Mare Nostrum: “Pesca illegale, cattiva depurazione, scarichi selvaggi e sfregio delle coste, violazioni ambientali in aumento del 27% in Italia nel 2015”. Sono reati intercettati dalle Forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto. Il Sud registra oltre il 52% degli illeciti, con Campania in testa. 

Ma come, non siamo tutti nello spesso Paese? E lasciamo che venga degradato sino a questi livelli? E non ci muoviamo?

21 Giugno 2016. Anche sui bambini si lucra, non basta il mercato inerte. Si lucra ai danni della loro salute e del loro benessere fisico. Nell’ambiente Scuola una su quattro mense scolastiche controllate dai Nas nell’anno scolastico 2015-2016 presenta gravi irregolarità. Le ispezioni disposte dal ministro della Salute hanno riguardato 2.600 mense in tutta la Penisola. Sequestrati 4.624 kg di alimenti in cattivo stato di conservazione. Nel Nord Italia sono 157 le strutture non conformi (21%) su 721 controllate. Nel Centro sono 285 (27%) irregolari su 1.041. Al Sud, 228 (25%) non conformi su 916. Violazioni penali come frode in commercio e amministrative come le carenze igieniche.

5 Luglio 2016. Non par vero, ma le attenzioni della politica italiana non volgono ancora a sufficienza verso gli assillanti problemi che, più volte citati fra queste pagine, sono al vertice della criticità in tema di vivibilità. Siamo, infatti, ancora in stallo sulla questione “Legge elettorale”. Entrata in vigore il 1° luglio, già galvanizza una consistente parte dell’elettorato sollevatosi sulla questione di legittimità elettorale. È proprio così importante questa legge, da lasciare in ombra tutti gli altri più gravosi problemi? Ma la sua attrazione sta nella propaganda che se ne fa e nell’intrinseco valore di casta, così caro agli Italiani, pare di poter constatare, da porne i termini del dibattito in primo piano. È il Tribunale di Torino ad aver sollevato la questione dell’Italicum, accogliendo due motivi di ricorso esposti da un comitato di 16 firmatari, tra cui don Luigi Ciotti, il magistrato in pensione Livio Pepino, l’ex sindaco di Torino Diego Novelli e la parlamentare M5s, Fabiana Dadone. Le questioni di legittimità dichiarate “rilevanti” e “non manifestamente infondate” riguardano il premio di maggioranza e le liste bloccate. Ricorsi analoghi si producono in altre 17 sedi giudiziarie. 

Non ci vuole una gran scienza per intravedere, in tutto questo, la volontà di assistere alla creazione di una normativa che faccia assurgere al potere persone in grado di asservire meglio alle idee politiche propugnate. Una corsa a spianare la strada per una poltrona. In termini più accessibili, per ottenere consenso e libertà d’azione. Sul piano politico, s’intende, ancora e sempre, di quell’intruglio di intendimenti e fraintendimenti che ci hanno insegnato a chiamare politica. Ma tutto il resto, ciò che conta e che più pesa sulle spalle dei cittadini, va cadendo a precipizio in un baratro di cui non si vede il fondo. Gli occhi sbarrati a fronte di questo percorso di taglia elettorale, i cittadini sono stati chiamati a esprimersi sulla eventualità di indire un referendum con oggetto l’Italicum, ma l’iniziativa non è andata in porto perché non sono state raccolte le 500.000 firme necessarie, ferme a 420.000 per il premio di maggioranza e 422.000 per i capilista bloccati. Ma non è finita: l’iniziativa andrà avanti con un giudizio alla Corte Costituzionale in calendario il prossimo 4 ottobre.

8 Luglio 2016. Sono quasi 6 milioni i pensionati Inps che percepiscono un assegno mensile sotto i mille Euro. 

Nel 2015 la disoccupazione giovanile ristagna al 40,3%, terza nell’area Ocse dopo Grecia (48,8) e Spagna (48,3%).

12 Luglio 2016. Fmi: il debito pubblico italiano è “molto alto e fonte di vulnerabilità: 132,9% il Pil nel 2016 e 132,1% nel 2017. In termini nominali è il debito più alto dell’Eurozona. Il percentuale al Pil è il secondo più alto dopo la Grecia”. 

18 Luglio 2016. Codacons: La Pubblica Amministrazione spreca ogni anno 30 miliardi. L’obbligo per gli enti locali di ricorrere ai “soggetti aggregatori” per gli acquisti, che scatterà il prossimo 9 agosto, “è un piccolo passo verso il miglioramento della spesa, ma ancora non basta”. I futuri risparmi sono ancora lontani dal coprire i 30 miliardi di Euro di sprechi negli acquisti pubblici fatti registrare ogni anno dalla P.A. Il Codacons denuncia come gli enti locali riescano spesso a eludere i prezzi centrali fissati dalla Consip. “La strada per ridurre gli sprechi è ancora molto lunga, questi soldi vengono sottratti alla collettività” afferma il presidente Carlo Rienzi.

20 Luglio 2016. Presentata a Roma la proposta di modifica della Legge elettorale (Italicum) della minoranza del Pd. “Non è un contributo contro la maggioranza dem” ma “un tentativo di superare i limiti della legge” ha affermato Speranza illustrando “Mattarellum 2.0” con Fornero e Giorgi. In sostanza l’Area Riformista del Pd propone una nuova versione della legge del ’93 (dell’allora ministro Mattarella, con sistema misto-maggioritario e proporzionale e soglia di sbarramento al 4%). Speranza chiede “di aprire prima del referendum una discussione vera”. E l’altro esponente maggioranza dem, Cuperlo: “Proposta superare l’Italicum è una necessità”. La legge, valida solo per la Camera, si basa su 475 eletti in collegi uninominali a turno unico e 12 eletti all’estero con il proporzionale. I restanti 143 deputati sono così attribuiti: 90 alla lista o coalizione più votata, 30 alla seconda lista o coalizione, 23 divisi proporzionalmente tra le liste o coalizioni che hanno superato il 2% e che hanno meno di 20 eletti nei collegi. Per il premio “di governabilità”, di 90 deputati (pari a circa il 14%) è previsto un tetto: la lista o coalizione vincente non potrà comunque superare i 350 seggi. 

Il testo è stato inviato in anteprima a Renzi, al ministro Boschi, ai capigruppo Pd e a presidente Orfini.

E questo è l’argomento che impegna tutta l’intelligenza dei nostri politici, questo è importante, stabilire i criteri per accedere alle poltrone, poi tutto si ferma lì. Sì, perché poco più in là, in un antro oscuro si aggirano e strisciano i gravi problemi che assillano la nostra Italia, ma che sembrano passare molto, ma molto in secondo grado: Corruzione, sicurezza, delinquenza, disoccupazione, giovani a casa con genitori, giovani che non studiano e non lavorano, disagio, evasione fiscale, esportazione armi e sistemi militari, inefficienza della P.A., mafia Capitale, ndrangheta, povertà assoluta, sperequazione nel reddito e negli stipendi-pensioni, scuola, sprechi di denaro pubblico… e l’elenco potrebbe continuare, soprattutto per le innumerevoli classifiche negative in cui l’Italia eccelle attestandosi quasi sempre ai primissimi posti.

Immagine di Copertina tratta da Promozione Medica.

Una opinione su "Mondo Domani – Parte 18 di 28 – 2016 (continua)"

  1. Trattasi di uno stato in cui più della metà del PIL è tolto alla disponibilità di chi lavorando produce ricchezza e messo nella piena disponibilità di una partitocrazia, il cui prino scopo è conquistare il seggio per gestire il potere, ovvero tutta quella ricchezza, conquistando il consenso dei cittadini con bonus, benefici, sconti e presunti redditi, che tali non sono, bensì solo assistenza o beneficenza.
    Nessuna idea di futuro, nessuna prospettiva, si guarda solo alle quotidiane graduatorie di gradimento degli istituti demoscopici, al sondaggio di domani.
    Quale meraviglia dunque se l’elettorato nelle elezioni da oltre 30 anni sbanda paurosamente, seguendo le sirene di novelli e improvvisati messia: Bossi, Belusconi, Renzi, Grillo, Conte ed ora Meloni. C’è solo da sperare che quest’ultima apprenda presto il mestiere del buon governo e faccia rapidamente esperienza di quelle che sono le potenzialità di questa terra e di questo popolo e risponda alle cinquantennali aspettative tradite, bloccando la dissipazione di questo immenso serbatoio di talenti e creatività.

    "Mi piace"

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: