13 Aprile 2014. Secondo l’Osservatorio Cisl nel primo trimestre 2014 sono 223.165 i lavoratori a rischio occupazionale. Nel mese di marzo la Cassa integrazione guadagni ha toccato quota 100 milioni di ore autorizzate e i lavoratori coinvolti sono 500.000. Il sindacato mette in guardia sul livello “stabilmente alto” della Cig, con le ore in aumento del 2,1% rispetto a marzo 2013 e del 2,4% rispetto a febbraio.
16 Aprile 2014. L’occupazione nell’area Ocse, seppur lentamente, continua a salire, mentre in Italia è la flessione a persistere. Come risultato, nel quarto trimestre 2013 la quota di persone in età lavorativa, che hanno un’occupazione, nella media Ocse è 65,3% (+0,1 punti percentuali), ma in Italia scende di 0,9 punti per attestarsi al 55,5%. Peggio di noi solo la Grecia (49,3%), la Spagna (54,4%) e la Turchia (49,5%).
Si calcola che in Europa 27 milioni di bambini siano a rischio povertà. La media dei minori a rischio va dal 12% al 19%. In Italia è del 33,8%, superata solo da Grecia, Ungheria, Lettonia (dal 35% al 41%), Romania e Bulgaria (52%).
20 Aprile 2014. È giorno di Pasqua, ma le preoccupazioni portano tutte sul pianeta lavoro. È la Cgil a esordire: “Esplode richiesta Cig. Con oltre 100 milioni di ore registrate lo scorso mese esplode a marzo la richiesta di cassa integrazione. Il dato, infatti, va ben oltre gli 80 milioni conteggiati mediamente da gennaio 2009 a oggi”. Da inizio anno sono circa 520.000 i lavoratori coinvolti, che hanno subìto un taglio del reddito per un miliardo di Euro, pari a 1.900 Euro netti in meno a testa. Secondo le elaborazioni, su base mensile la cassa è aumentata a marzo in tutti i segmenti (ore ordinarie +16,32%, straordinarie +17,07%, in deroga +30,71%).
22 Aprile 2014. Martedì, giorno della Terra.
Oltre un milione di famiglie è senza reddito da lavoro. Tutti i componenti “attivi” che partecipano al mercato del lavoro sono disoccupati. È quanto emerge dai dati Istat sul 2013. Si tratta di 1.130.000 nuclei tra i quali quasi mezzo milione (491.000) corrisponde a coppie con figli, mentre 213.000 sono monogenitore. Il numero delle famiglie dove tutte le forze lavoro sono in cerca di occupazione risulta in crescita del 18,3% rispetto al 2012. Nel confronto con due anni prima il rialzo supera il 50% attestandosi al 56,5%.
Da Adusbef e Federconsumatori: i consumi per Pasqua hanno registrato una caduta del 13,8%. Nel turismo tra Pasqua e il Lunedì si è mosso solamente il 7,5% delle famiglie (1,8 milioni di famiglie). Calano dell’8% le carni ovine e del 21,5% le uova e le colombe. La recessione ha radicalmente alterato le abitudini al supermercato: il 71,5% degli Italiani fa economia; rispetto al primo trimestre del 2013 sono più che raddoppiati, tra gennaio e marzo, gli acquisti di offerte speciali.
26 Aprile 2014. L’Italia ha perso 75.500 imprese artigianali in questi ultimi cinque anni di crisi, e di queste quasi 12.000 operavano nel Triveneto. Le cause, secondo la Cgia di Mestre, risalirebbero alla drastica riduzione dei consumi delle famiglie e al forte aumento sia del tasso sia del peso della burocrazia. Costruzioni, trasporti, manifatture sono i settori con andamenti peggiori.
27 Aprile 2014. Mentre continuano le liti e gli addebiti di responsabilità con escandescenze vergognose, pesci in faccia che volano da ogni parte, i dati sul mal de vivre dicono di otto famiglie italiane su dieci in difficoltà economica (da Outlook Confcommercio-Censis). “Il protrarsi della crisi, la mancanza di lavoro e il peso delle tasse continuano ad alimentare lo stato di forte difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane”. In aggiunta, più di 3.600 fallimenti in soli tre mesi, circa 40 al giorno, quasi due all’ora (da Unioncamere). Le imprese fallite nel primo trimestre 2014 sono il 22% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Crescita di fallimenti anche nell’industria manifatturiera. Tre aziende su cinque chiedono prestiti in banca per pagare le tasse (da Centro Studi Unimpresa): è il 68% delle micro, piccole e medie imprese.
1 Maggio 2014. L’Italia è ancora il Paese europeo con maggiori problemi per frane e alluvioni, con circa 1.500 progetti di messa in sicurezza bloccati da anni e circa 1,7 miliardi ancora non spesi.
3 Maggio 2014. In sei anni di crisi economica l’Italia è diventata più povera, più violenta, inutilmente più istruita. Dal 2007 le persone a rischio povertà sono salite a oltre 18 milioni, quasi 3 milioni in più, pari al 14,8% di tutti gli Europei economicamente emarginati. Lo rileva la Cna. Gli Italiani che non possono sostenere spese impreviste, pagare bollette, nutrirsi bene sono passati dal 6,8% al 14,5%. Tra il 2007 e il 2012 i reati sono aumentati dell’8,7%. Cresciuti del 23,9% i laureati e dell’11,9% i diplomati, senza che questo garantisca occupazione.
4 Maggio 2014. Un patrimonio di 75 miliardi di Euro, controllato dai dieci uomini più ricchi d’Italia, è pari a quello di 500.000 famiglie operaie messe insieme. Così il Censis sintetizza le disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza. Quasi duplicato il divario salariale operaio-dirigente; più rischi al Sud di finire in povertà e indebitarsi (33,3% e 18% contro il 10,7% e il 10,4% al Nord).
Tagli no-stop per i bilanci familiari. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti condotta sulla base dei dati Istat del 2013. Dall’inizio della crisi, nel 2008, sono calati del 16% gli acquisti di vestiti e scarpe, del 12% quelli di mobili ed elettrodomestici e per gli interventi di manutenzione. Netta la riduzione dei consumi alimentari, pari all’8%. Lo scorso anno il consumo di cibo è diminuito del 3,1%. In dettaglio, tagliata la spesa del pesce del 20%, della pasta del 9%, del latte dell’8%, della carne del 2%.
14 Maggio 2014.Coseguenze della corruzione in Italia sono una riduzione degli investimenti esteri, pari al 16% e l’aumento del 20% del costo degli appalti. È quanto proviene da uno studio di Unimpresa. Tra il 2001 e il 2011 la corruzione ha “mangiato” 10 miliardi di Euro l’anno di Prodotto interno lordo, per complessivi 100 miliardi nel decennio. Le aziende che operano in un contesto corrotto crescono in media del 25% in meno rispetto a quelle che agiscono in un’area di legalità.
16 Maggio 2014. Nel primo trimestre 2014 il Pil torna negativo con un calo dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, chiuso con una crescita dello 0,1%. Sul dato congiunturale pesa l’andamento dell’industria. Lo rende noto l’Istat, precisando che su base annua il Pil è sceso dello 0,5%. Si segnala una giornata lavorativa in meno. Il Pil non è mai sceso così in basso da 14 anni. In base alle stime preliminari la crescita acquisita dal Pil è pari a -0,2%. La crescita acquisita è quella che si avrebbe a fine anno, se nei prossimi trimestri l’andamento fosse pari a zero. I tecnici dell’Istituto evidenziano una fase “sostanzialmente di stagnazione”. Mentre nella zona Euro il Pil sale dello 0,2% rispetto al quarto trimestre 2013. Traina la Germania con un aumento del Pil dello 0,8%. La ripresa è ancora un miraggio per l’Italia e il 2014 continuerà a far registrare dati negativi sul fronte economico. Non può esserci alcuna ripresa senza un miglioramento dei conti e un incremento del potere di acquisto delle famiglie, afferma Codacons, dopo i dati Istat sul Pil e quelli sui fallimenti aziendali. Anche la chiusura in Borsa conferma la brutta giornata a Piazza Affari. La seduta si è chiusa con l’indice Ftse Mib in caduta libera a -3,61% a 20.419 punti. Nella seduta sono andati bruciati 17,6 miliardi di Euro. Tra gennaio e marzo i fallimenti aziendali sono stati 3.811, il 4,6% in più rispetto allo stesso periodo del 2013.
20 Maggio 2014. Eurostat fa sapere che l’obiettivo, per l’Italia, di occupare, entro il 2020, il 67% della popolazione lavorativa si va allontanando. Gli Italiani tra i 20 e i 64 anni, nel 2013, sono rimasti occupati al 59,8%, in calo rispetto agli anni precedenti. Il Paese torna così indietro di dieci anni quando registrava, nel 2003, il 60,1% di occupati.
21 Maggio 2014. Nel primo trimestre dell’anno il Pil italiano è calato dello 0,1% e dello 0,5% su base annua. Lo rileva l’Ocse precisando che l’Italia è l’unico Paese del G7 a registrare una contrazione del suo ritmo di crescita.
29 Maggio 2014. I dati aggiornati dell’Istat: 6,3 milioni sono i senza lavoro nel 2013. Il rapporto annuale dell’Istat segnala oltre 1,4 milioni fra gli scoraggiati che hanno smesso di cercare lavoro; 2 milioni e 435 mila ragazzi tra i 15 e i 29 anni non lavorano né studiano. Oltre un milione di over 50 cerca lavoro o vorrebbe lavorare. Due milioni di famiglie con almeno un 15-64enne sono senza occupati e pensionati da lavoro. Altra area di disagio è composta da famiglie con più persone rette solo da una pensione da lavoro: sommando i gruppi si arriva a 3 milioni di famiglie in difficoltà. Infine, in oltre 2,3 milioni di famiglie lavora solo la donna, unico reddito di sostentamento.
Negli ultimi cinque anni 94.000 giovani hanno lasciato l’Italia.
L’Italia è indietro nell’istruzione con il 16,3% di laureati contro il 28,4% della media Ue. L’Italia si conferma tra i Paesi più vecchi al mondo, con 151,4 persone oltre i 65 anni ogni 100 giovani con meno di 15 anni. La media Ue è di 116,6 (dati Istat).
Antonio Jovine, boss dei Casalesi e collaboratore di giustizia, afferma: “Sto spiegando un sistema di cui la camorra non è l’unico responsabile. In un sistema completamente corrotto c’erano soldi per tutti, anche per i sindaci, senza distinzione di colore politico”. Raccomandazioni, favoritismi, mazzette, una cultura diffusa dallo Stato prima ancora che dai camorristi. Anche la parte politica che rappresenta la parte buona dello Stato è stata connivente. Nelle casse dei Casalesi finirono alcuni finanziamenti del Ministero dell’Agricoltura per il rimboschimento nell’alto Casertano.
1 Giugno 2014. Il 58,5% degli edifici scolastici, cioè 24.000 su 41.000, ha problemi per quanto concerne gli impianti elettrici, idraulici, termici. Secondo il “Diario della transizione” del Censis in almeno 9.000 strutture gli intonaci crollano, in 7.200 occorrerebbe rifare tetti e coperture, e 3.600 sedi scolastiche necessitano di interventi sulle strutture portanti; 342.000 alunni sono esposti al rischio amianto presente in 2.000 edifici. Il 30% degli edifici è stato costruito tra il 1945 e il 1960.
Sicilia, soccorsi 3.300 migranti. Dall’inizio dell’anno sono arrivati sulle nostre coste oltre 43.000 persone, la maggior parte delle quali dalla Libia.
3 Giugno 2014. In Italia un milione di bambini vive in povertà assoluta e tre milioni e mezzo, uno su tre, è a rischio di povertà e di esclusione sociale. La maggior parte di loro vive al Sud. Povertà materiale e povertà educativa, precisa Save The Children, colpiscono il presente e il futuro dei minori.
Oltre due milioni di anziani non si curano a motivo dei costi elevati e delle lunghe liste di attesa. Gli ambulatori sociali sono sempre più affollati da Italiani che chiedono anche farmaci da banco “inacquistabili” con le pensioni basse. Non ultimo, i conti della sanità sono aggravati dai vari scandali.
4 Giugno 2014. Tasso di disoccupazione ad aprile sulla soglia del 12,6%, stabile su marzo, ma in aumento di 0,6 punti su base annua (da Istat). Nel primo trimestre 2014 il dato raggiunge il 13,6%, in aumento di 0,8 punti sullo stesso periodo dell’anno precedente. Si tratta di un massimo storico dal 1977. Picco nel Sud: Nel primo trimestre il dato vola al 21,7%, per i giovani al 60,9%.
5 Giugno 2014. Arretrata la produzione manifatturiera italiana nel contesto mondiale: tra il 2000 e il 2013 crolla del 25,5%. La crisi ha fatto perdere al Paese circa 1.160.000 occupati e bruciato oltre 120.000 fabbriche. L’Italia è scavalcata da India e Brasile, scivolata in sei anni dal quinto all’ottavo posto nella graduatoria stilata dal Centro Studi di Confindustria. E Unioncamere prevede per il 2014 la perdita di 144.000 posti nel privato.
6 Giugno 2014. Ricorre il 70° anniversario del D-Day, lo sbarco in Normandia. È anche la giornata mondiale dell’ambiente che si celebra dal 1972 il 5 giugno. Oggi è il mare che sta minacciando di aggredire e invadere le coste in tutto il mondo ed è questo il problema scelto dalle Nazioni Unite come obiettivo dell’Anno Internazionale 2014. Il superamento delle 400 p.p.m. (parti per milione) di CO2 nell’atmosfera terrestre significa – secondo Legambiente – che il riscaldamento globale della Terra sarà più veloce del previsto e provocherà, come già sta facendo, alluvioni, desertificazioni, scioglimento dei ghiacciai. L’estremizzazione dei fenomeni meteorologici causati dall’innalzamento delle temperature, a cui stiamo rapidamente andando incontro, è causa di disastri a tutte le latitudini ormai e dà luogo a una popolazione sempre più numerosa di profughi ambientali. Solo nel 2012 sono state 32,4 milioni le persone nel mondo costrette ad abbandonare la propria abitazione a motivo di disastri naturali. Il dato, non ancora riconosciuto istituzionalmente dall’Onu, è contenuto nell’ultimo Rapporto dell’International Displacement Monitoring Centre del maggio 2013. Secondo l’Unhcr, l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati, entro il 2050 si raggiungeranno tra i 200-250 milioni di rifugiati ambientali.
23 Giugno 2014. Ed ecco che nel bel mezzo di quel ruscello di cui ebbi a dire si è formato un nuovo mulinello, e ha un nome: immunità. In tema di riforma del Senato sull’immunità parlamentare ai senatori interviene il ministro Boschi sostenendo che la reintroduzione dell’immunità parlamentare nel testo della Commissione non sia una condizione proveniente da FI e neppure occupa una posizione centrale nel dibattito.
Si alza in piedi Di Maio, deputato M5s e vicepresidente della Camera: “Sembra incredibile, ma a distanza di dieci anni il padre del porcellum Calderoli, colui che ideò la Legge elettorale più incostituzionale della nostra storia, mette a segno un altro colpo da brividi: l’immunità parlamentare per sindaci e consiglieri regionali che siederanno in Senato”. Poi s’introduce Paolo Romani, capogruppo di FI in Senato: “È una questione che non ci riguarda. Il ripristino dell’immunità non l’avevamo chiesto noi… Non entro in una polemica inutile e di bassissimo livello scatenata da M5s”.
Sull’altro versante, quello della corrente impetuosa che continua a spingere verso valle, giunge la voce di Unimpresa: “Oltre nove milioni di persone sono in difficoltà in Italia. Ai «semplici» disoccupati vanno aggiunte ampie fasce di lavoratori, ma con condizioni precarie o economicamente deboli che vanno a incrementare lo stuolo già ampio degli Italiani in crisi perpetua. I dati Istat affermano ancora che il totale dell’area di disagio sociale calcolato da Unimpresa comprende 9,39 milioni di persone (inclusi i 3,4 milioni di disoccupati) nel primo trimestre 2014, in aumento dell’1,8% rispetto al primo trimestre 2013. Dal “deterioramento del mercato del lavoro” anche la mancata stabilizzazione dei precari e più contratti atipici.
Chi si occupa di questo problema? Con i fatti, voglio dire, non a parole, a previsioni, a promesse. Ma, già, sono tutti invischiati nel mulinello: è lì che si lavora, tutto il resto viene dopo, se il tempo lo consente.
2014? Dopo 2 anni di pandemia e ora 8 mesi di guerra in Europa, con conseguente crisi energetica e peggioramento delle condizioni ambientali, la situazione sembra in rapido deterioramento. Lo scadente livello del personale politico europeo fa del suo meglio per aggravare tutti i problemi.
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