22 Maggio 2017. Il capogruppo Pd alla Camera, Ettore Rosato, padre del Rosatellum, apre a Berlusconi sullo sbarramento al 5%. Berlusconi rilancia il proporzionale alla tedesca, mentre critica il Rosatellum come sistema confuso e pericoloso, una forzatura del Pd.
24 Maggio 2017. Mentre l’Europa trema per l’avanzare del terrorismo, in Italia non si intravedono quasi altri problemi da risolvere, se non quello del varo di una Legge elettorale condivisa. Condivisa? Pare proprio un obiettivo di dubbia realizzazione. Si dice, oggi, che sarà il Rosatellum il testo base per la nuova Legge elettorale. Approvato in Commissione Affari Costituzionali, sarà discusso in Aula il 5 giugno. Dopo l’illustrazione fatta dal relatore Pd, Fiano, i gruppi favorevoli risultano essere: Pd, Ala, Svp, e Lega più Democrazia solidale; contro hanno votato M5s, FI, Mdp, SI e Alternativa libera. Il sistema prevede l’assegnazione del 50% dei seggi su base maggioritaria e il 50% su base proporzionale. Le forze politiche affilano le armi (già, oggi ricorre il 24 maggio!) in vista dell’approdo del Rosatellum, proposto dal Pd, in Aula alla Camera il 5 giugno. Critico si dimostra Bersani, di Art.1-Mdp, che parla di testo “pessimo”, meglio il Mattarellum e: “Tedesco? Discutiamone”. Salvini ribadisce: “Renzi e Berlusconi amoreggiano, noi la legge gliela votiamo”. Sisto (FI): “Il Rosatellum ha fortissimi sospetti di incostituzionalità… da noi un no pacato”. Mentre Rampelli (FdI) denuncia: “Sulla legge elettorale il centro destra sta collassando”. E Di Maio (M5s) avverte: “Voto in autunno? Solo se partecipiamo alla stesura della legge”. E mentre Chiti, minoranza Dem, ritiene il proporzionale un “passo indietro”, Prodi denuncia: “Una legge elettorale proporzionale devasta il Paese. L’accordo lo faremo dopo le elezioni”. E Pisapia: “No al proporzionale e alle larghe intese”. Chi sarebbe tanto sprovveduto da non vedere, a una analisi anche soltanto superficiale, che ognuna delle correnti cerca con vigore di modellare la legge in discussione nella fisionomia che assicuri la maggior frequenza di voti, tutto solo per accedere alla famosa rinomata poltrona? Un’occhiata alla breve rassegna sopra citata: ci sono tutti, ma proprio tutti, ognuno a far la propria parte nel tessere e disfare la tela di Penelope!
27 Maggio 2017. Sono 417 gli emendamenti al testo base della Legge elettorale presentata in Commissione Affari Costituzionali della Camera, sia dai gruppi che dai singoli parlamentari. Le proposte di modifica puntano a riscrivere in tutto o in parte il sistema presentato dal Pd, il cosiddetto Rosatellum.
Be’ il 5 giugno è vicino, si metteranno tutti d’accordo? Pura utopia. I numerosi emendamenti subiranno semplicemente trasformazioni da illusionisti. La Legge non passerà così facilmente, passerà solo il tempo, molto tempo!
7 Giugno 2017. La Legge elettorale alla Camera. Sono state respinte le pregiudiziali di costituzionalità, si passa ora al voto dei circa 210 emendamenti, ma salgono le tensioni e l’intesa a quattro (Pd, FI, M5s, Lega) vacilla nei primi voti. Al netto dei deputati in missione sono mancati 66 voti sulle pregiudiziali. Come sostiene Rosato del Pd, se uno dei partiti si sfila, salta tutto. Già, che cosa ci aspettavamo?
9 Giugno 2017. Franchi tiratori affossano la Legge voto. Caos in Aula alla Camera: passa con voto segreto un emendamento di Biancofiore (FI) che elimina i collegi maggioritari in Trentino Alto Adige. Pd e M5s si lanciano accuse a vicenda. Il testo della riforma torna in Commissione Affari Costituzionali. Fiano del Pd esclama: “La Legge elettorale è morta”, ossia un aborto, non è ancora nata! Dipoi accusa il M5s di incoerenza per aver votato contro l’emendamento in Commissione e averlo poi approvato in Aula con il voto segreto. Gli fa eco Alfano: “Un fallimento clamoroso”. Quindi insorge Grillo rivolgendo al Pd parole di fuoco: “Fatevela voi la legge. Far saltare tutto per il Trentino Alto Adige! Potevate dirlo, vi davamo anche la Val d’Aosta. Senza di noi, sarebbe tornato il fascismo”. Rosato (Pd) chiede l’interruzione dei lavori e sostiene che il M5s ha dato dimostrazione che la propria parola vale nulla. La sospensione è invocata anche da Brunetta (FI), mentre per Fico (M5s) il Pd è in palese difficoltà. L’emendamento in questione è bastato per affossare l’intesa a quattro sulla Legge elettorale. Il portavoce del Pd, Richetti, non esita a scagliarsi contro il M5s accusandolo a sua volta di inaffidabilità patologica. Persani (Mdp), per parte sua, dice basta ai “disastri combinati da apprendisti stregoni” ricusando al tempo stesso di mettersi dalla parte di Berlusconi. Quindi prende voce il segretario della Lega, Salvini, aggiungendo all’insalata di invettive in corso: “Vince il PdP, il partito delle poltrone. Rialzano la testa i poltronari, quelli che vogliono solo scranni e poltrone”.
18 Luglio 2017. L’Italia è il Paese europeo con il più alto numero di giovani tra i 15 e i 24 anni che non studiano, non hanno e non cercano lavoro e neppure curano la propria formazione. Da un’indagine del 2017 sull’occupazione e sullo sviluppo sociale in Europa, curata dalla Commissione Ue, i Neet (Not engaged in education, employment or training) costituiscono il 19,9%, rispetto alla media Ue dell’11,5%. La falange dei poveri è aumentata di numero, siamo ormai al livello dell’Estonia e della Romania. Le persone che vivono in povertà estrema sono l’11,9%, mentre le differenze fra maschi e femmine che lavorano toccano il 20,1%.
22 Luglio 2017. E la chiamano politica! Siamo arenati, ancora, ai neologismi, e nulla di concreto sui problemi che ci gravano. Sto parlando della Legge elettorale, tornata alla ribalta, si vede che era il suo turno nel programma dei parlamentari. Il nuovo testo base, chiamato ora Rosatellum bis, appoggiato da FI, Pd, Lega e Ap, è bocciato da M5s, MdP, FdI e forze di sinistra. Il coordinatore di Art. 1-MdP, Speranza, dà alla nuova Legge elettorale l’epiteto nuovo di “imbrogliatellum”, un ennesimo accordo – dice – tra Renzi e Berlusconi. Il giorno appresso, poi, si viene a leggere che la Meloni, leader di FdI, esce con l’ennesima affibbiata: “Alla fine si andrà a votare con il Consultellum”.
20 Settembre 2017. Ma quale nostalgia, non se ne parlava più da tempo!
Dai mezzi di informazione: alla vigilia della Commissione Affari Costituzionali della Camera si torna a parlare di legge elettorale. Il PD sta lavorando a una sorta di “Mattarellum” a proporzioni invertite. La percentuale di seggi attribuiti con il proporzionale salirebbe al 64%, mentre la parte di collegi uninominali sarebbe il 36%. Con questa proposta il PD cerca di trovare un’intesa ampia in Parlamento a partire dagli alleati di governo di Ap, fino a FI, Lega e FdI.
Chissà in quanti siamo deliziati da questa rivoluzionaria notizia. Già, il problema è tutto lì: tentativi di alleanza per conquistare, mantenere e rafforzare lo scranno con tutti i privilegi annessi e connessi. Altri problemi? Ma dove? Ma quando mai!
Be’, soltanto a guardarci intorno, nella marea dei primati in cui eccelliamo al negativo, salta all’occhio, recentissimo, il problema del dieselgate. L’eccesso di emissioni letali dei veicoli diesel, rispetto a quanto dichiarato dalle case automobilistiche, ha causato in Italia 1.250 morti all’anno. È un dato che proviene dall’Istituto Internazionale “Iiasa” e dall’Istituto Meteorologico norvegese, da cui emerge, fra l’altro, che il nostro Paese è il più colpito fra tutti i Paesi d’Europa. Annualmente si registrano 425.000 decessi riconducibili all’inquinamento dell’aria nei 28 Paesi dell’UE, insieme alla Norvegia e alla Svizzera. Circa 10.000 decessi sono attribuibili alle emissioni di ossido di azoto dei motori diesel. Ogni anno la morte di 5.000 persone in Europa sarebbe conseguenza della manipolazione dei motori pianificata dalle case automobilistiche per fare apparire più ecologici i veicoli diesel.
Contenti, allora, e… respiriamo a pieni polmoni!
29 Settembre 2017. Sto pensando alle ingiustizie, alle sperequazioni, agli sprechi, agli imbrogli, agli effetti della corruzione dilagante che scarnificano le fibre sociali del nostro Popolo.
Quanto denaro finito nelle tasche di speculatori disonesti potrebbe servire a lenire, almeno in parte, i disagi gravissimi in cui lottano moltissime nostre famiglie.
Dicevano i mezzi di informazione del 26 settembre scorso che l’evasione fiscale in Italia ammonta a quasi 87 miliardi di Euro all’anno. Da un’indagine del Centro Studi Unimpresa su una nota di aggiornamento del Def emerge che dal 2010 al 2015 il gettito fiscale sottratto è salito da oltre 83 miliardi sino a quota 90,2 miliardi per attestarsi, ora, ai suddetti 87. Tra le imposte evase figurano l’Irpef e l’Iva per mancati versamenti medi rispettivamente di 30,7 e 35,5 miliardi.
Ma non è tutto qui. I dati assoluti possono essere visti in termini relativi e allora, come ormai consuetudine nella scala dei primati, dove ci troviamo spesso, troppo spesso, ai primi posti in quelli negativi, ecco che tre giorni appresso si legge che l’Italia è il Paese con evasioni di IVA più elevate. Dando credito all’ultimo rapporto stilato dalla Commissione UE, la differenza fra il gettito IVA prevedibile e quello realmente pervenuto nelle casse dello Stato è stata di 35 miliardi di Euro in meno nel 2015, lo scarto più alto registrato in tutta l’Unione Europea in valore assoluto. Nel corso del 2015 l’Europa stessa, nel suo insieme, ha perso 152 miliardi in IVA non incassata.
Il problema, a ben vedere, non è soltanto nostro, ma noi ne siamo portatori per eccellenza. Dunque, rafforzare i controlli, inasprire le misure correttive con l’applicazione di sanzioni magistrali, irrompere con decisione là dove la corruzione la fa ancor sempre da padrona. Forse i nostri poveri saranno un giorno un po’ meno poveri.
30 Settembre 2017. Amo l’Italia, Terra dei nostri Padri, mia Patria, e per questo non mi trattengo dal mettere in evidenza ciò che non va, nella fallace illusione che qualcuno, fra coloro che detengono il potere e possono farlo, raddrizzi le sorti di questo nostro Paese che tanto fa parlare di sé per quello che non fa o che non sa o non vuole fare.
È di oggi: smog, Italia fanalino di coda della UE. “Ma vuoi ostinarti a fare il denigratore del tuo Paese? Proprio devi rimarcare soltanto quel che va male?”, mi sentirò rimproverare. Non affatto per scusarmi, ma io riferisco soltanto le notizie divulgate dai mezzi di informazione. Faccio niente di male, e nello tesso tempo mi domando: possibile mai che non sopravvenga una classe dirigente vera, con due marroni così, che metta fine ai nostri guai e risollevi le sorti così declassate che riserviamo a noi stessi?
Veniamo ai fatti ossia a quanto discende dai dati divulgati al Senato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile dell’ex ministro Ronchi: per produzione di inquinanti siamo in cima alla classifica, con il seguito di 90 mila morti premature a causa dell’inquinamento atmosferico e 1.500 decessi per milione di abitanti. Le zone più martoriate: la Sicilia sud-orientale, la Pianura Padana, Roma, Napoli, Frosinone, Puglia. Siamo seguiti in classifica dalla Germania, con 1.100 decessi per milione; dalla Francia con 800 e dalla Spagna con 600. Veniamo informati che è l’agricoltura la responsabile del 96% di emissioni di ammoniaca nell’atmosfera. Per limitarci al Milanese, eccelle il 35% delle polveri sottili.
Quanta aria pura avremo ancora a disposizione per i nostri polmoni massacrati di tali sevizie e per quanto tempo?
Non sarebbe meglio lasciare a lato, per un po’ di tempo almeno, preoccupazioni roboanti per leggi elettorali e altri argomenti che vanno a beneficio esclusivamente di carriere e posti di privilegio per pochi eletti, e profondere energie, risorse, strumenti e intelligenza allo scopo di affrontare e cercare di risolvere in tempi ragionevoli i pesanti problemi che ci affliggono tutti?
1° Ottobre 2017. Ricciardi, presidente dell’Istituto superiore di Sanità, nel corso del convegno Crescita Vs Crisi insieme al ministro Lorenzin, ha forgiato questa dichiarazione: Roma “è l’unica tra le 28 capitali UE che negli ultimi anni ha peggiorato tutti i suoi indicatori di salute, da quello più solido che è l’aspettativa di vita e la mortalità infantile a quello per patologi tumorali. Roma in questi anni ha avuto un grave declino, prima di tutto sociale e di legalità, soprattutto nelle fasce più deboli”.
7 Ottobre 2017. Moody’s conferma il rating dell’Italia a BAA2 e ribadisce l’outlook negativo. Per l’Agenzia americana che verifica la solidità patrimoniale degli Stati le prospettive risultano negative a causa dell’instabilità del quadro politico. Restano i rischi legati alle “considerevoli incertezze” sulle priorità del prossimo governo e sul proseguimento nei prossimi anni del risanamento dei conti e delle riforme strutturali necessarie al Paese.
1 Novembre 2017. L’Istat conferma: a settembre il tasso di disoccupazione risulta stabile all’11,1%. La disoccupazione si mantiene quindi sui minimi di 5 anni. Il tasso di disoccupazione fra i 15-24 anni è invece risalito al 35,7%, in aumento dello 0,6 mensile.
2 Novembre 2017. “La montagna di sprechi e insufficienze che si annidano nella Pubblica Amministrazione” continua ad aumentare e sfiora i 29 miliardi. La stima perviene dalla Cgia di Mestre secondo la quale risparmiare tagliando gli sprechi in vari settori, vale a dire nel “trasporto pubblico locale, nella sanità, nelle misure economiche a sostegno delle persone meno abbienti” consentirebbe un taglio delle imposte di pari importo. Secondo i dati della FMI, dice la Cgia, se la P.A. fosse efficiente nei reparti scuola, trasporti, sanità, giustizia, il nostro Pil aumenterebbe di 2 punti all’anno, l’equivalente in valuta di 30 miliardi. Cosa si può fare? Raccomandare per l’ennesima volta ai politici di intervenire drasticamente con misure correttive severe? Ma quelli non pensano ad altro che a nuove leggi elettorali e a rocambolesche alleanze per “vincere” e arrivare a conquistare il posto ambito. L’ho detto altre volte e lo sostengo fermamente: diamo, a tutti i politici, uno stipendio non superiore a quello di un Professore di Scuola Secondaria, diamogli pure un sovrappiù per le spese straordinarie per l’espletamento della funzione, che non super però i 500 Euro mensili e dietro precisa e giustificata documentazione. Sapete che cosa succede? Che il 95% dei politici se ne vanno e cercano un’occupazione più redditizia, se sono capaci di trovarla: la motivazione di fondo per lavorare in politica se n’è andata in fumo. E, allora, diamo lavoro, in politica, perché si faccia la vera Politica, seria e disinteressata, concreta e puntuale, a molti giovani preparati e volenterosi i quali accetteranno e sapranno farsi onore, sicuramente. Così la finiremo di pagare supertasse ignobili per supplire all’incapacità e all’ignavia di una moltitudine pletorica.
12 Novembre 2017. Le ultime rilevazioni Istat dichiarano che nel 2016 in Italia si sono stimate un milione e 619 mila famiglie in condizione di povertà. La stima raggiungerebbe 4 milioni e 742 mila persone. Neppure è stato registrato alcun segno di recupero rispetto ai valori desunti dagli ultimi quattro anni. A livello nazionale l’incidenza della povertà assoluta in Italia è pari al 6,3% per quanto riguarda le famiglie. Il dato addirittura cresce per gli individui e si va a collocare al 7,9%. A Roma, diventata anche la capitale della povertà – sostiene la Caritas – il popolo senza dimora e pertanto “in povertà estrema” assomma, secondo alcune stime, fino a 16 mila persone.
Immagine di Copertina tratta da Money.it.