
Sappiamo di un primo tentativo, attribuibile a Giuseppe Garibaldi, confluito nel 1859 nella formazione a Cuneo, precisamente presso il monastero di Santa Chiara, di un corpo di Cacciatori delle Alpi per contrastare l’ingerenza austriaca sulla linea di confine. Di quei tempi vigeva la legge 29 maggio 1855 varata per sopprimere gli ordini religiosi e contemplativi. È in tale contesto che il comune di Cuneo, in seguito alla chiusura e allo sfollamento dell’antico monastero di Santa Chiara, eretto nel 1298 e ospitante le suore clarisse, acquistò lo stabile dallo Stato il 13 maggio 1857 e lo adibì a centro di convogliamento per i volontari, a partire dal 18 febbraio 1859. Volontari che costituirono, il 21 marzo 1859, un reggimento a cui in origine si sarebbe dato il nome di Cacciatori dello Stura, ma che fu tosto chiamato Cacciatori delle Alpi, con una forza di 1.103 uomini.

Garibaldi organizzò i Cacciatori delle Alpi in seguito al Decreto Reale 17 Marzo 1859 che recitava: “Art. 1 – I volontari facenti parte del deposito attualmente stabilito in Cuneo, saranno formati in compagnie e prenderanno il nome di Cacciatori delle Alpi. Per quanto riguarda la denominazione Cacciatori dello Stura c’è da dire che Stura è il nome del fiume che, alimentato a valle del Pizzo di Cuneo (la parte antica della città, che termina a forma di cuspide in direzione nord, da cui il nome Cuneo) dalle acque del proprio affluente Gesso, contrapposto a questo scorre sui fianchi della città di Cuneo.
Il 7 aprile 1859 i Cacciatori delle Alpi accoglievano festosi Giuseppe Garibaldi in Santa Chiara e il giorno 25 già erano in partenza per la nuova guerra preparata da Camillo Benso conte di Cavour. Fu in quell’occasione che Garibaldi passò in rivista i suoi volontari, come è menzionato in una lapide posta in via Savigliano (Cuneo) nei pressi della chiesa di Santa Chiara.