Un tuffo fra le pagine – APRIRE LE MENTI – Parte 4 di 4

Howard Gardner

APRIRE LE MENTI
La creatività e i dilemmi dell’educazione

Milano, Feltrinelli, 1991 (orig.: New York, 1989)

Parte terza

Riflessioni

Ho recentemente avanzato una concezione che ho chiamato “insegnamento centrato sull’individuo” … (319)

La scuola centrata sull’individuo è basata su due assunti. Prima di tutto, non tutti gli individui hanno le stesse abilità e profili mentali, non più di quanto siano identici nell’aspetto o nella personalità. In secondo luogo, poiché c’è molto più da imparare che tempo per imparare, è essenziale fare delle scelte su cosa imparare e come impararla. Una scuola centrata sull’individuo prende sul serio queste differenze e offre curricoli, procedimenti di valutazione e opzioni educative capaci di rispondere a ciascuno degli studenti di cui è responsabile.

In una scuola centrata sull’individuo è importante che l’andamento delle intelligenze di ogni singolo studente venga seguito regolarmente. Il personale della scuola dovrebbe conoscere i punti di forza e gli stili di ogni ragazzo. Inoltre questa sorveglianza dovrebbe avvenire regolarmente perché i profili delle intelligenze cambiano nel tempo. …

Ciò che importa è che gli insegnanti siano addestrati a pensare in termini di diverse aree di forza e stili e in grado di individuarli nel corso delle loro ordinarie osservazioni sugli studenti. (320) Questo è ciò che ci proponevamo di fare nel Progetto Spectrum; siamo convinti che gli insegnanti dovrebbero essere capaci di identificare con ragionevole attendibilità fin dall’età prescolare i profili di intelligenza dei bambini loro affidati.

  1. Prima di tutto, nella misura in cui vi sono materie elettive o altre possibilità di scelta, lo studente può essere aiutato da informazioni sulle sue particolari propensioni intellettuali. …
  2. In secondo luogo, le informazioni sui profili di intelligenza sono preziose nel guidare studenti e insegnanti nelle decisioni sui modi ottimali di avvicinare una particolare materia. Certamente ogni studente dovrebbe studiare storia, geometria, fisica e geografia, ma non esiste assolutamente alcuna ragione per cui tutti debbano studiare queste materie esattamente nello stesso, uniforme modo scolastico. Ci sono ampie ragioni per ritenere che molti studenti non riescono in una certa materia non perché non sono capaci di padroneggiarla, ma perché il modo in cui viene loro presentata dall’insegnante e/o dal libro di testo è semplicemente inappropriato per il loro particolare modo di apprendere. … Esiste oggi una varietà di modi di presentare le materie di studio e non c’è alcuna ragione per non offrire agli studenti dei curricoli appropriati alle loro intelligenze. (321)
  3. Una terza caratteristica della scuola centrata sull’individuo è l’incontro fra lo studente e le opportunità educative esterne alla scuola. In ogni scuola (o distretto scolastico) ci dovrebbe essere una base di dati con tutte le alternative di apprendimento presenti nella più vasta comunità: tirocini, rapporti con possibili sostenitori, organizzazioni, istituzioni e singoli cittadini disponibili i quali impersonano un certo profilo di forze e stili intellettuali. Queste informazioni dovrebbero essere usate nelle scuole per suggerire agli studenti attività più adatte per la loro particolare miscela di intelligenze …

Gli studenti di cui non mi preoccupo troppo sono quelli le cui intelligenze si esprimono particolarmente nell’area logico-matematica o linguistica. A scuola questi studenti andranno bene, saranno soddisfatti e facilmente troveranno possibilità di “cristallizzazione” nelle materie accademiche. … Quelli che mi preoccupano sono gli altri … i quali possiedono definite forze intellettuali, ma non nelle aree tradizionalmente onorate dalla scuola. …

In condizioni ottimali la scuola centrata sull’individuo si appoggerà a persone in grado di assumersi la responsabilità di “specialista di valutazione”, “agente-di-curriculum studentesco” o “agente nei rapporti scuola-comunità” … Ma anche se non vi sono le risorse per creare delle competenze separate, questo modo di pensare centrato sull’individuo può essere adottato dal normale personale scolastico. In questo modo gli studenti possono avere una migliore idea di se stessi in quanto discenti e, in definitiva, apprendere di più da un curriculum convenzionale. (322) …

Se la società vuole sviluppare sia abilità di base sia creatività può averle entrambe. È però essenziale che l’approccio alternativo sia sempre tenuto in mente, per evitare che un orientamento esclusivo verso la creatività oppure verso le abilità di base precluda la possibilità di sviluppare le facoltà complementari. (324) …

Nel contesto americano, come risulta dai miei studi, è preferibile dedicare i primi anni di vita – grosso modo fino ai sette anni – a un approccio relativamente non strutturato o “creativo” … In questa fase le inerenti capacità cognitive dei bambini sono tali da permettere loro di estrarre significati, strutture e conoscenze dai materiali senza alcun bisogno di insegnamenti da parte degli adulti o interventi intrusivi. …

D’altra parte terrei sott’occhio regolarmente lo spettro cognitivo di ogni singolo bambino e, là dove appaia esservi insolita precocità o evidente difficoltà, proporrei diretti interventi anche durante gli anni prescolastici.

C’è tuttavia un’area nella quale abilità di base e disciplina dovrebbero venire sviluppati fin dai primi anni di vita: l’area dei rapporti civili. Fin dalla tenera età i bambini dovrebbero imparare come ci si comporta a casa, a scuola e con gli altri – come essere educati, condividere cose o idee, ascoltare, seguire istruzioni ragionevoli, procedere cercando di risolvere i problemi invece che con atti importuni. …

Dopo l’inizio della scuola e in virtù della crescente disposizione all’apprendimento di regole, diventa non solo giusto, ma raccomandabile iniziare a lavorare sulle abilità di base. … Dai sette ai quattordici anni gli studenti dovrebbero familiarizzarsi sia con le loro tradizioni culturali sia con la cultura che sta alla base del funzionamento della società contemporanea. …

Provo poca simpatia verso la pratica … di insegnare dei fatti e poi controllarne l’apprendimento con test standardizzati … (325) Ma non mi sento a mio agio neppure con un programma formato di materie elettive … Vedo piuttosto con favore l’adozione di metodi di apprendistato dove gli studenti lavorino per intere giornate con dei maestri riconosciuti tali nel loro settore; in questo modo gli studenti-apprendisti non solo migliorano le proprie capacità esercitandosi con regolarità in un contesto significativo, ma si fanno anche un’idea di come quelle stesse conoscenze possano essere utilizzate al di fuori dell’istruzione formale. Il valore di tali esperienze di apprendistato va al di là delle specifiche scelte professionali che saranno fatte dallo studente o dalla società.

Volendo proporre una ricetta tutta da sperimentare, suggerirei per ogni bambino un’esperienza di apprendistato in almeno tre aree: una forma artistica o artigianale, una forma di disciplina del corpo (come danza o sport) e una disciplina accademica (come storia o scienze). Queste aree dovrebbero essere scelte alla luce di tendenze individuali già manifeste a quella età, tendenze che possono essere identificate senza bisogno di ricorrere al giudizio di uno specialista. Se possibile, questi apprendistati dovrebbero essere parte integrante dell’istruzione e occupare almeno un terzo di una giornata di scuola; se questo è irrealizzabile le scuole potrebbero, in certi giorni, sollevare gli studenti da altre responsabilità in modo da permettere loro di perseguire queste attività altrove. …

Gli apprendistati dovrebbero avvenire il più possibile nell’ambiente di lavoro effettivo del maestro; e, piuttosto che far svolgere singole attività isolate, bisognerebbe il più presto possibile integrarle in progetti dotati di senso che possano un giorno tornare utili alla comunità. È anche importante, a questo punto dello sviluppo, fornire numerose opportunità di usare le abilità e conoscenze appena acquisite in modi immaginativi e non canonici. (326)

Con l’avvento dell’adolescenza i giovani vogliono essere in grado di far mostra delle proprie capacità e possibilmente anche poterle volgere a uso personale. È quindi importante che a questa età abbiano acquisito capacità sufficienti in modo da non essere scoraggiati dalla qualità delle loro prove. …

In questa fase è particolarmente importante che gli studenti abbiano l’opportunità di partecipare alla progettazione e valutazione di lavori a lungo termine. Questi tipi di lavoro sono cruciali per la sopravvivenza in ogni società contemporanea complessa, eppure poche scuole hanno riconosciuto la centralità di queste esperienze.

Gli ultimi anni dell’adolescenza … dovrebbero essere periodi nei quali viene dato particolare rilievo all’abilità di mettere in discussione le frontiere fra le discipline tradizionali e le arti. La mente dell’adolescente può e in effetti è ansiosa di sperimentare, esplorare modi alternativi di conoscere; è pronta a considerare interrogativi fondamentali e ad avere a che fare con l’intero arco delle possibilità; e dovrebbe avere ampie opportunità di vagare attraverso i campi del sapere. (327)…

  1. Il periodo della prima infanzia ha l’afflato del generalista e fa emergere comportamenti esplorativi e creativi.
  2. Nei sette anni intermedi si opta in favore di alcune specializzazioni (i tre apprendistati) e della coltivazione di abilità specifiche nelle aree dell’alfabetismo, nozioni “comuni” e i tre apprendistati stessi.
  3. Nell’adolescenza c’è un ritorno a una fase esplorativa più creativa che attraversa le frontiere disciplinari.
  4. E, infine, la prima fase della vita adulta segna di nuovo un ritorno professionale-specialistico verso una professione o una disciplina. (328) …

Consiglierei caldamente che nei primi anni di scuola venga posta una notevole enfasi sul tipo di abilità coltivate nelle classi di creatività … cercare diversi approcci o diverse risposte ai problemi, individuare da soli i propri problemi, applicare conoscenze acquisite in un campo a un altro campo. (330) …

Dopo tutto, il risultato finale non dovrebbe essere un individuo “schizofrenico” che cerca di bilanciare due modalità di risposta inconfrontabili fra loro, ma piuttosto una persona integrata che ha fuso, in modo personalmente soddisfacente, le tensioni sia verso la disciplina che verso la creatività. (331) …

Gli studenti hanno sempre imparato altrettanto, o anche più, dal modo in cui gli insegnanti si presentano – i loro atteggiamenti, i loro valori, i loro codici morali, il loro modo di pensare quotidiano, di agire e, prima di tutto, di essere – che non dal curriculum … I giovani non sono i depositari della saggezza, ma neppure coloro che sono in posizione di autorità lo sono; il diritto di essere ascoltati devono guadagnarselo e l’esempio delle loro vite deve costituire la più legittima rivendicazione dell’attenzione dei giovani. (333) …

Immagine di copertina tratta da Ohga.

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