Howard Gardner
APRIRE LE MENTI
La creatività e i dilemmi dell’educazione
Milano, Feltrinelli, 1991 (orig.: New York, 1989)
Parte seconda
Esperienze cinesi
I cinesi forniscono un’eccellente istruzione nella prima infanzia almeno a un certo gruppo dei loro giovani; quelli fra loro che dimostrano più talento sono selezionati in tenera età per ricevere un tirocinio di altissima qualità nelle scuole elementari, nei palazzi dei bambini e nelle scuole speciali affiliate ad accademie professionali e conservatori. Secondo un modello di stile sovietico, gli aspiranti artisti vengono istruiti dagli insegnanti più dotati che spesso sono o sono stati artisti di rilievo. …
La qualità dell’istruzione è migliore per i bambini piccoli che non per i ragazzi da avviare alle professioni. I cinesi, intanto, iniziano a formare i bambini a un’età molto precoce e, poiché vi è un consenso virtualmente totale su come educare i bambini, il loro rendimento in età prescolare è stupefacente, specialmente se messo a confronto con le aspettative relativamente modeste che noi abbiamo nei riguardi dei nostri bambini di quattro o cinque anni. (179) …
Notavamo dappertutto in questi piccoli cinesi la stessa notevole abilità tecnica, attenzione, concentrazione e gioia. …
Non più iniziati a nuove forme espressive, gli studenti più grandi vengono preparati a essere la generazione seguente di artisti o “creatori”. Gran parte del tirocinio è costituito da esercizi semplicemente noiosi e non vi è alcun margine per l’esplorazione di quelle possibilità o opportunità espressive personali, mai del tutto assenti nel contesto occidentale. … non hanno alcuna possibilità di coltivare una qualsiasi forma di stile o espressione personale. (180) …
Il Progetto Spectrum
Il Progetto Spectrum è un tentativo intrapreso, assieme al collega David Feldman della Tufts University, di mettere a punto dei nuovi modi per valutare la competenza di bambini in età prescolare. (226) …
In una classe Spectrum, ai bambini vengono consegnati fin dall’inizio dei materiali molto immaginativi e invitanti, pensati per stimolare un ampio arco di intelligenze. Un cartellone che racconta una storia con grandi figure colorate, stimola un linguaggio immaginativo; un gioco su un cartellone a forma di dinosauro stimola la comprensione numerica; un modellino della classe e dei suoi membri in miniatura permette di arrivare alla comprensione spaziale e alla conoscenza degli altri. Gli insegnanti e altri osservatori prendono nota dei materiali che più attraggono ogni bambino e dei progressi che il medesimo fa durante il corso dell’anno nel controllo e uso degli stessi. I materiali vengono usati sia per il gioco libero in classe sia come stimolo ad attività, rompicapo e altri giochi più quantificabili, durante i quali degli osservatori qualificati possono misurare con precisione le “intelligenze” di un bambino in campi specifici. …
I profili intellettuali di bambini così piccoli sono chiaramente distinti gli uni dagli altri e i nostri strumenti documentano tipi di talento trascurati dalle misurazioni standard dell’intelligenza. …
Alla fine di ogni anno scolastico ogni genitore riceve una relazione che descrive in modo chiaro e diretto la particolare configurazione della mente della bambina. Vi sono descritti i punti forti e deboli, specificando quali sono le aree in cui è più dotata o carente e anche le aree in cui è decisamente dotata o carente a paragone con la popolazione generale dei bambini in età prescolare. Questa descrizione include semplici, specifici suggerimenti su cosa si dovrebbe fare a casa, a scuola o nella comunità, se si vuole potenziare una inclinazione o rafforzare aree deboli. (227) …
Secondo il mio modo di vedere, che è basato su molte ricerche precedenti, il bambino di età prescolare possiede una mente di forza e potenziale ineguagliabili. Questo è il periodo della vita durante il quale i bambini possono acquisire senza sforzo – e senza alcun bisogno di assistenza ufficiale – una grande destrezza nell’uso di un sistema di simboli o di un’area culturale. Inoltre, sulla base di molta ricerca neurologica, è ormai evidente che il sistema nervoso del bambino piccolo è particolarmente sensibile o “plastico”; a questa tenera età è molto più facile lavorare sulle aree deboli o intervenire sul profilo cognitivo di un bambino. È a causa del prodigioso potenziale di apprendimento del bambino piccolo che, nell’intento di riorganizzare i nostri modelli dell’apprendimento, mi è sembrato opportuno focalizzare risorse educative e criteri di valutazione sul bambino di questa età. …
Rispecchiando senza sfumature una filosofia progressiva, l’approccio di Spectrum tenta di fondarsi sulle capacità di apprendimento e sulle inclinazioni dei bambini piccoli e anche di catturare ciò che vi è di unico in ogni bambino. Noi ci auguriamo che una scuola che cerca di nutrire l’intero spettro di intelligenze del bambino piccolo sia vista come un modello da scegliere almeno in alcune delle pre-scuole che saranno istituite negli anni a venire.
La scuola chiave
La seconda iniziativa è stata realizzata in una scuola di Indianapolis espressamente organizzata sulla base delle mie idee. (228) Questa scuola chiave … fu pianificata a metà degli anni ottanta da un impegnato ed energico gruppo di insegnanti elementari convinti che i vari potenzialicognitivi dei loro studentinon fossero sufficientemente sfruttati nelle scuole convenzionali dove avevano insegnato. …
In contrasto con la maggior parte delle scuole americane essa espone deliberatamente i bambini, dall’asilo alla prima media, a esperienze concepite per stimolare ed educare l’intero spettro delle intelligenze. Così, oltre alle aree di studio più familiari e accademiche, gli studenti frequentano corsi regolari anche in aree quali la musica, l’espressione corporeo-cinestetica, il computer e lo spagnolo.
Accanto alle classi dedicate alle specifiche intelligenze, il personale della scuola ha organizzato un certo numero di esperimenti educativi. Vi sono “vivai” – gruppi con interessi speciali che offrono la possibilità di cimentarsi in aree abitualmente non ricoperte dal programma scolastico, quali l’architettura o la costruzione di aquiloni; c’è un “centro di passaggio” dove i bambini sono liberi di svolgere ogni giorno un lavoro personale e i giochi che preferiscono. Vi sono inoltre temi generali che vengono cambiati ogni nove settimane e applicati a tutte le materie, con lo scopo di integrare gli elementi disparati del curriculum. Alcune fra le prime tematiche adottate sono state idee come “connessione”, “struttura” e “armonia della natura”. A mio parere tali esperimenti educativi sono interessanti almeno quanto i tentativi di fornire nutrimento alle intelligenze multiple.
Sono rimasto particolarmente colpito dalla cartella-video realizzata per ogni bambino. Quando un alunno ha finito di sviluppare un progetto legato a un tema, descrive il progetto individualmente ai compagni di classe. Questo intervento viene interamente registrato su video e diviene parte di un portfolio permanente sulla crescita di ogni bambino. Alla fine la cartella-video raccoglierà non solo la descrizione e la registrazione di circa una ventina di progetti, ma anche un ritratto dinamico del modo in cui il bambino ha pensato a un progetto, della sua capacità di rispondere alle domande e di riflettere sul progetto, e di ogni altra caratteristica che rende questo bambino diverso dagli altri del suo gruppo. (229) …
Arts PROPEL
Il terzo progetto al quale mi sono interessato nel periodo “post-Formae mentis” era strettamente collegato all’istruzione artistica. (230) …
Elaborammo un nuovo approccio all’istruzione artistica, che denominammo Arts PROPEL, sigla che indica i tre aspetti la cui integrazione consideriamo centrale per l’apprendimento artistico scolastico: produzione, percezione e riflessione. …
La nostra filosofia dell’istruzione artistica presuppone che la produzione artistica abbia un ruolo centrale, specialmente per i bambini piccoli. … Vogliamo che gli studenti abbiano l’opportunità di lavorare con differenti mezzi artistici – di imparare direttamente il sistema di simboli della musica, il disegno, la scrittura immaginativa e altre forme d’arte. …
Così, anziché proporre lezioni separate di storia dell’arte o estetica … noi cercammo di introdurre dimensioni storiche o estetiche che sono rilevanti per la produzione artistica nella quale il bambino o il giovane sono impegnati. Quindi, per esempio, un adolescente studia dei trittici medioevali solo dopo aver tentato di svolgere un lavoro tripartito per conto proprio; oppure un allievo della scuola media inferiore è introdotto alle variazioni mozartiane su una canzoncina per bambini dopo aver tentato di creare alcune variazioni sul tema per conto proprio. (231) …
Due tipi di materiali che abbiamo messo a punto riflettono l’approccio curriculum-valutazione che vorrei veder attuato in una scuola. Il primo si chiama Progetto Area (Domain Project). Un po’ come un’attività di tipo Spectrum, un Progetto Area è costituito da un ricco insieme di esercizi che trasmettono un concetto centrale di una forma artistica – come il ruolo dello stile nelle arti visive o della notazione nelle arti musicali. …
Cosa forse ancora più importante, le valutazioni si verificano come parte integrante dell’esercizio e richiedono solo che lo studente “pensi bene” entro un particolare sistema di simboli artistici. La resa artistica del bambino nel comporre una variazione, nel rivederla e nel paragonarla a quella di un altro compositore è il materiale che valutiamo. … Poiché guardiamo direttamente all’espressione di una o più intelligenze, vi è una maggiore possibilità che tali progetti suddivisi per area di appartenenza riescano a far emergere studenti che hanno abilità artistiche speciali, a dare loro la possibilità di “far vedere le loro cose”. …
Di solito si concepisce un portfolio come un luogo per raccogliere prodotti finiti … I nostri portfolii, invece, sono un esempio relativamente completo di “registrazione del processo” con il quale uno studente impara una forma d’arte. Sono una “mappa cognitiva” del suo coinvolgimento nei progetti e della sua produzione artistica. (232) Quindi un tipico porfolio dello studente contiene alcune indicazioni degli obiettivi iniziali di un progetto, varie prove e schizzi, note delle prime reazioni a tali tentativi, raccolte di prodotti altrui che piacciono o no allo studente, prove intermedie, versione finale del progetto o prodotto e reazioni critiche e suggerimenti per lavori futuri da parte di insegnanti, mentori, esperti e compagni e anche da parte dello studente stesso. (233) …
Manifestai il mio scetticismo sull’esistenza di una cosa chiamata “creatività generale”: la creatività è sempre specifica (248) …
Dopo aver messo in dubbio l’utilità di presentare agli studenti dei problemi predeterminati e di dare dei premi ai “più creativi”, proposi che la creatività dovrebbe invece valorizzare atteggiamenti e approcci. Un’atmosfera soffusa di giocose esplorazioni, il pensare ad alta voce, la revisione e critica dei propri tentativi iniziali in un certo campo, sono probabilmente più importanti del fatto che un dato problema venga risolto nel modo giusto. Nella misura in cui genitori, insegnanti e mentori sanno rafforzare un tale approccio con costanti domande, sfide e riflessioni di stile socratico, ci si può attendere che anche gli studenti riescano ad adottare gli stessi abiti mentali “creativi”. (249) …
Dal mio punto di vista il lavoro di un insegnante in una classe progressiva o “aperta” è in effetti molto più difficile di quello in una classe tradizionale che ruota attorno all’insegnante. In quest’ultimo caso è chiaro cosa si deve fare: l’insegnante cerca di trattare ogni studente nello stesso modo e continua a ripetere la lezione finché non è stata appresa. Esiste un copione.
In una classe aperta l’insegnante deve avere delle idee su quali problemi o domande si dimostreranno più efficaci nell’orientare il bambino in direzioni produttive e come incoraggiarlo a continuare e come riorientarlo se la sua ricerca sembra aver imboccato un vicolo cieco. Questo approccio più flessibile richiede non solo conoscenze sulle potenzialità di ogni bambino, ma anche il senso di quando intervenire e quando tirarsi indietro – un’arte e una capacità di giudizio in cui sbagliare è molto facile. Inoltre, l’insegnante deve saper trasmettere in poche parole il senso della lezione o dell’esperimento in corso per gli studenti che non ci arrivano da soli e al tempo stesso stare attenta a non interferire con un bambino/a che sta faticosamente facendo una grande scoperta da solo/a. (277) …
Noi desideriamo che i nostri studenti prima di tutto siano in grado di afferrare il significato, incluso quello implicito, di scritti, testi, principi scientifici, lavori artistici. Questo tipo di enfasi è anch’essa vecchia quanto Confucio in Cina: risale a Socrate (grosso modo contemporaneo di Confucio …) il quale ha messo sopra ogni altra cosa la conoscenza e la dialettica …
Noi vogliamo che gli studenti analizzino, critichino, dibattano e sintetizzino come faceva Socrate e vogliamo che essi si cimentino da soli nel costruire nuove conoscenze. Il nostro modello è quello della scienza, dove si avanzano ipotesi da assoggettare allo scrutinio del rigore logico e alla smentita empirica. (287) [vedi anche Popper] …
Jean Jacques Rousseau, John Dewey e Jean Piaget videro l’infanzia come una fase della vita fondamentale e positiva, piuttosto che come una semplice tappa necessaria per raggiungere lo stato di adulto.
La peculiarità di questa tradizione progressiva (entro la quale si potrebbe includere il nome di un altro Giovanni: Johann Pestalozzi, pedagogista svizzero del sec. 18°) consiste nello stabilire che l’infanzia è un periodo molto speciale nel quale ogni bambino esibisce il proprio talento. I bambini possiedono certe conoscenze fin dalla nascita e, più importante di tutto, la natura li ha equipaggiati a destreggiarsi in modo da ricavare conoscenze sulla base delle loro esplorazioni. I bambini passano attraverso delle fasi o stadi, anche queste preordinate, e a ogni stadio percepiscono il mondo in modi diversi ma intellettualmente fondati. Coloro che hanno il compito di allevare i bambini dovrebbero rispettare queste fasi e permettere ai bambini di svilupparsi secondo le loro tendenze.
Questa impostazione psicologica implica un proprio regime educativo. Le scuole dovrebbero offrire e nutrire, ma non tentare di dettare o forgiare. Tali intrusioni da parte della civiltà possono risultare brutali e abbrutenti. Il bambino ha un suo genio creativo al quale deve essere permessa la crescita. C’è abbastanza struttura nella mente del bambino, abbastanza reazione chimica nel contatto fra il bambino e del materiale interessante, da rendere superfluo ogni ulteriore intervento. (303) …
Sempre più, comunque, gli educatori occidentali diffidano dal fornire modelli diretti da copiare pedissequamente; è molto preferibile offrire indizi e suggerimenti, porre problemi importanti o presentare un ventaglio di possibili approcci, che non suggerire che esiste una via maestra per l’acquisizione di una specifica abilità. …
Noi valutiamo prima di tutto l’originalità e l’indipendenza e, senza problemi, tendiamo a posporre l’acquisizione delle capacità di base a un tempo successivo. … Noi assegniamo maggior valore ad abilità quali l’osservazione attenta, l’esame critico del proprio lavoro, lo sviluppo di uno stile personale, l’acquisizione di familiarità con una varietà di approcci di lavoro. (308) …
Immagine di copertina tratta da Harvard University.