Il 13 febbraio 1864 durante la guerra di secessione americana i Sudisti attaccarono con un battello sottomarino la flotta dei Nordisti. Con una torpedine colpirono la cannoniera Housatonic mandandola a fondo.
Quando iniziò la seconda Guerra mondiale le maggiori flotte sottomarine erano, nell’ordine: italiana con 117 scafi, francese con 100, americana con 94, tedesca con 83, inglese con 72, giapponese con 58.
Nella notte tra i 2 e il 3 settembre 1939, sommergibili cosiddetti tascabili, gli Einbäume, muovevano verso le coste inglesi. Il 3 settembre un sommergibile tedesco, al comando del tenente di vascello Lemp, silurò la nave passeggeri Athenia facendola affondare con 112 viaggiatori, di cui 28 americani. Due giorni appresso il tenente Herbert Schultze puntò sul mercantile inglese Royal Spectre e con un siluro lo affondò. Gli affondamenti della Athenia e della Royal Spectre furono i primi delle 2603 navi affondate dai sommergibili di Doenitz nel periodo 1939-1945. Con l’U-29 il comandante Schuhart affondò il 17 settembre 1939 la portaerei Courageous, provocando alla Gran Bretagna la prima grossa perdita navale. Era l’epoca in cui apparvero le prime bombe antisommergibili.
Il 27 settembre 1935 entrava in servizio la prima flottiglia di sommergibili Weddigen agli ordini di Karl Doenitz. Dal 1939 si passò a una miglioria, sostituendo alla chiodatura delle lamiere la saldatura. La flotta da battaglia tedesca nel 1937 era composta da tre corazzate “tascabili”, due incrociatori, un incrociatore pesante, 5 incrociatori leggeri, 22 cacciatorpediniere e due navi, la Bismarck e la Tirpitz. Comandanti della Marina tedesca erano Raeder e Doenitz. Nel 1939 Doenitz richiedeva la consegna di 300 sommergibili.
La Marina britannica aveva 10 corazzate, 3 incrociatori, 6 portaerei, 64 incrociatori minori e 184 cacciatorpediniere.
Da parte tedesca dal 1939 era operativo il VII C Atlantic U-Boot di 770 tonnellate, armato con 12 siluri. Doenitz si prefiggeva di aggredire la piazzaforte inglese di Scapa Flow devastandola. Affidò l’azione a un ufficiale sommergibilista, il tenente di vascello Gunther Prien sul suo U-47. Il 13 ottobre Prien era in vista delle Orcadi (estremo Nord della Gran Bretagna). Si trovò nella situazione di attaccare due navi da battaglia, la corazzata Repulse e la portaerei Royal Oak. Lanciò una prima serie di siluri nella notte del 14 ottobre 1939. Un secondo lancio, un’ora dopo, squarciò la Royal Oak che si inabissò con 24 ufficiali e 809 marinai. Esaurito i siluri, decise per il rientro alla base.
Nell’anno 1939 i sommergibili di Doenitz avevano affondato 114 navi. Anche la nave frigorifero Upway Grange venne affondata. Nel primo anno di guerra, dal 1° settembre 1939 al 1° settembre 1940 Doenitz, che era partito con 57 sommergibili, era riuscito ad affondare due portaerei, tre cacciatorpediniere, due sommergibili, cinque incrociatori e circa 440 mercantili sottraendo alla flotta inglese un totale di 2.330.000 tonnellate.
Cambiò la direttiva tattica per i sommergibili: non dovevano più attaccare ognuno per conto proprio, ma in formazione serrata. Prien, secondo questa variazione, mise insieme 5 sommergibili indirizzandoli contro il convoglio HX 72 e affondò 12 navi delle 47. Allo stesso modo il convoglio SC-26 perse 6 navi. Un’altra formazione di U-Boot si gettò sul convoglio HX-126 affondando dieci mercantili. I sommergibili erano aiutati dai quadrimotori Focke-wulf 200 di Goering sul mare tra Brest e Bergen. Si trattava di colpi tremendi che rischiavano di dissanguare l’Inghilterra, ma gli Inglesi si rifecero con l’impiego del radar eliminando da subito tre sommergibili tedeschi. Anche lo scafo U-47 di Prien il 7 marzo 1941 fu colpito con bombe subacquee dalla torpediniera inglese Wolverine e sprofondò con tutto l’equipaggio. Stessa sorte capitò il 17 marzo all’U-99 del capitano di corvetta Otto Kretschmer, speronato dal caccia inglese Walker. Scomparve anche l’U-100 del comandante Schepke.
Sotto le acque del Mediterraneo.
Anche nella guerra sottomarina le rivoluzioni tecnologiche facevano la loro apparizione consentendo numerosi altri affondamenti di navi: 8 per l’U-38, 12 per l’U-103, altri 12 per l’U-105, 10 per l’U-106, 14 per l’U-107, 12 per l’U-124, ma ai primi di giugno furono gli Inglesi a distruggere 5 navi appoggio tedesche. La tecnologia tedesca aveva consentito una maggiore distanza di approfondimento per i sommergibili, e gli Inglesi risposero potenziando le loro bombe di profondità da un percorso verticale di 170 metri a uno di 235. Nel settembre 1941 l’U-107 del capitano di corvetta Hessler mandò a fondo nove navi e ne silurò altre tre. L’U-68 del comandante Merten, puntando verso Sant’Elena, si imbatté in una petroliera contro la quale lanciò due siluri a prua e uno al centro. La petroliera si inabissò in un immenso rogo. L’U-111 di Kleinschmidt fu scoperto poco lontano da Tenerife dal vapore armato Ldy Shirley che lo demolì a cannonate. A nord delle isole di Capoverde una folla di naufraghi attendeva soccorso da quattro sommergibili italiani: Torelli, Filzi, Tazzoli, Calvi. Fu una delle più grandi manovre di salvataggio compiute dalla Marina germanica.
Nell’agosto 1941 l’U-570 era ancorato in un fiordo norvegese. Nel momento in cui si immergeva appariva un Hudson inglese, aereo adibito alla caccia di sottomarini. Il capitano pilota Thompson della RAF fece cadere in mare quattro bombe di profondità. L’U-Boot, colpito, stava affiorando a livello d’acqua. Il comandante, Rahmlow, con una pezza di tela fece il segno di resa. Era la prima volta che un aereo poteva dire di aver catturato un sommergibile con tutto l’equipaggio. La sera tardi del 27 agosto 1941 il peschereccio Northern Chief si avvicinò e prese in consegna l’U-Boot. L’U-570 non venne distrutto, ma ritornò a essere operativo in mano inglese, mutando il nome in Graph. Riuscì persino ad affondare un sommergibile tedesco, ma il 20 marzo 1944 si incagliò e terminò la propria funzione. Doenitz incominciò a dubitare che qualcuno tra le fila stesse tradendo.
Il 31 ottobre 1941 il cacciatorpediniere americano Renben James, colpito da un U-Boot, calò a picco sprofondando 115 marinai americani. Il 1941 era l’anno in cui i primi sommergibili tedeschi solcarono le acque del Mediterraneo. Il 1° novembre la portaerei Ark Royal, carica di 70 aerei, 2 lanciasiluri, mitragliere contraeree, 80 cannoni e 1.600 uomini, veniva silurata e affondata dall’U-81 del tenente di vascello Guggenberger. L’U-331 del tenente di vascello Tiesenhausen a nord di Sollum (villaggio egiziano vicino al Mar Mediterraneo e al confine orientale della Libia) intercettò tre corazzate: la Queen Elizabeth, la Valiant e la Barham. Contro quest’ultima lanciò tre siluri e la fece affondare con i suoi 56 ufficiali e 812 marinai. L’U-557 nei pressi di Alessandria silurò e affondò l’incrociatore Galilea. La flotta britannica correva il rischio di scomparire dal Mediterraneo.
Doenitz disponeva di un sommergibile particolare. Il tipo IX, capace di 600 tonnellate di nafta. Il 12 gennaio 1942 l’U-123 del comandante Hardegen si trovava vicino a New York quando intervistò una nave inglese da carico, la Cyclops. Contemporaneamente venne affondata un’altra petroliera da 10 mila tonnellate. Hardegen aveva già affondato 50 mila tonnellate di navi soltanto nei pressi di New York. Con l’U-123 di Hardegen, altri sommergibili tedeschi compirono una strage: l’U-160 di Lassen, l’U-552 di Topp, l’U-203 di Mutzelburg, l’U-124 di Jochen Mohr che, da solo mandò a picco ben nove navi. Un grave errore sull’U-156 del comandante Hartenstein: i cannonieri avevano sparato senza togliere il tappo alla bocca da fuoco che esplose. Hartenstein fece accorciare la canna del cannone e con uella affondò due navi.quella affondò due navi. L’U-161 del comandante Achilles affondò una petroliera e squarciò una nave da carico; quindi, nel porto di Castries dell’isola americana di Santa Lucia, provocò altre stragi. L’U-459 del capitano di corvetta von Wilamawitz-Mollendorf stazzava 1700 tonnellate e portava come riserva 700 tonnellate di combustibile. Nel mese di giugno gli affondamenti salirono a 856 mila tonnellate per 114 navi affondate. L’U-123 del comandante Hardegen, sempre nei mari americani, il 22 marzo 1942 colpì la petroliera Muscogee e il giorno appresso ne affondò un’altra. Verso sera venne avvistato un piroscafo: era il Caroline, armato. L’U-123 si mosse all’attacco. Caroline rispose con i cannoni ma, colpito da un siluro, andò a fondo.
Il 27 giugno 1942 era diretto in Russia il convoglio PQ-17 composto da 35 mercantili che portavano merce per 700 milioni di dollari ossia 297 aerei, 594 carri armati, 4246 automezzi e cariaggi vari e oltre 156 mila tonnellate di carico vario. Doenitz dispose in agguato dieci sommergibili presso l’isola di Jan Mayen. Il 30 giugno l’U-456 del comandante Teichert e l’U-255 avvistarono 25 navi. Il 2 luglio partirono gli aerosiluranti, uno dei quali venne abbattuto. Tre giorni dopo l’U-703 affondò l’Empire Byron. Poi la stessa sorte toccò al Carlton e all’Honomu. Gli Ju-88 affondarono tre piroscafi. Altri mercantili, tra cui il River Afton, vennero affondati. Il 6 luglio l’U-255 del comandante Reche affondò con quattro siluri il piroscafo John Witherspoon. Dei mercantili se ne salvarono soltanto 17. L’U-255 poté ancora affondare due mercantili e squarciare la fiancata del Bellingham; quindi, con un siluro e colpi di cannone, mandare a picco il piroscafo Olopana. Il 7 luglio erano state affondate 13 navi per un totale di 94 mila tonnellate.
Il 10 luglio i sommergibili tedeschi tornarono alla base. Sulla via del ritorno il comandante dell’U-255, Reinhard Reche, trovò un mercantile abbandonato, il piroscafo olandese Paulus Potter con alcuni documenti segreti. In tutto erano state affondate 16 navi per 113.963 tonnellate. Il 16 giugno 1942 l’U-205 affondò l’incrociatore Hermione diretto a portare soccorso a Malta assediata. Il 30 giugno fu l’U-372 ad affondare la nave appoggio Medway che portò a fondo anche il carico di 90 siluri di riserva e di apparecchiature per la riparazione. Il 10-11 agosto 14 mercantili inglesi superavano lo Stretto di Gibilterra. L’U-73 del tenente di vascello Rosenbaum affondò la portaerei Eagle con oltre 200 uomini a bordo. Gli affondamenti nell’autunno 1942 raggiunsero quota 650 mila tonnellate ad agosto, mentre una serie di sparizioni si verificarono per alcuni sommergibili tedeschi nel Golfo di Guascogna. Doenitz comunicava aver distrutto navi nel 1942 per 8.333.258 tonnellate, ma parlava anche delle perdite tedesche: dall’inizio della guerra al 24 agosto 1942 su 304 sommergibili ne furono perduti 105 con 3.803 uomini. L’11-12 settembre l’U-156 silurò la Laconia, carica di naufraghi, da 1.200 a 1.800 Italiani che sarebbero morti perché gli Inglesi avevano sprangato le porte stagne per non lasciarli uscire. Nel solo marzo 1943 i sommergibili tedeschi affondarono 85 navi e ad aprile mandarono a picco 350 mila tonnellate di naviglio.
Doenitz lamentava le perdite tedesche: 47 scafi in due mesi, marzo-aprile e, in maggio, ben 38 sommergibili non fecero ritorno, insieme alla perdita di 2.000 uomini. A giugno gli affondamenti diminuirono e si subirono pesanti perdite. Nel luglio 1943 i Tedeschi affondarono ancora 45 navi per 244 mila tonnellate, con la perdita di 33 scafi. Il 12 maggio 1943 si poteva definire terminata la grande battaglia nel Mediterraneo, come anche la battaglia subacquea.
Immagine di Copertina tratta da Sixtant.net.