3 Marzo 2015. Nel 2014 il tasso di disoccupazione ha toccato il record dal 1977 raggiungendo quota 12,7%. Il tasso di disoccupazione giovanile nel 2014 è stato del 42,7%.
14 Marzo 2015. Gli analisti vedevano nei primi mesi del 2015 il periodo della crescita e della ripresa, ma finora i numeri hanno deluso le aspettative. La spesa degli Italiani, infatti, è ferma e le industrie producono sempre meno. “È necessario frenare gli ottimismi dell’Istat e del Governo. Il tasso di inflazione rilevato a febbraio rimane negativo, al -0,1%. Una notizia drammatica per i cittadini e per il Paese”. È quanto affermano Adusbef e Federconsumatori in una nota. “Non dimentichiamo, infatti, che se i prezzi scendono è a causa della grave crisi della domanda di mercato interna, dettata dal disagio e dal calo del potere di acquisto delle famiglie. La caduta dei consumi solo nel triennio 2012/2014 è stata pari al -10,7%”.
15 Marzo 2015. Aumenta la spesa pubblica italiana. Una valutazione della Cgia di Mestre trova che, tra il 2010 e il 2014, le uscite di parte corrente al netto degli interessi sul debito, costituite dalle spese per il personale, dai consumi intermedi e dalle prestazioni sociali, sono salite di 27,4 miliardi di Euro. Uscite correnti in aumento anche rispetto al Pil: se nel decennio in corso l’incidenza era pari al 41,4%, nel 2014 ha toccato il 42,8% e la macchina pubblica è costata 692,4 miliardi di Euro. Negli ultimi cinque anni, invece, la spesa per gli investimenti è crollata del 23,9%. L’edilizia italiana continua a essere uno dei settori più penalizzati dalla crisi. Le costruzioni assistono da 18 trimestri consecutivi (4 anni e mezzo) a una contrazione del numero degli occupati che non ha pari in altri settori economici (Istat). L’Istituto di Ricerca stima in 500.000 gli occupati persi da fine 2009 a fine 2014, ossia un quarto del totale.
26 Marzo 2015. La percezione della corruzione nelle istituzioni governative e locali in Italia sfiora il 90%, al top tra i Paesi sviluppati. Dopo l’Italia, Portogallo e Grecia. Mentre la percezione più bassa è in Svezia, sotto il 15%. È quanto emerge dalla tabella contenuta in un documento dell’Ocse. Il costo delle truffe e della corruzione negli investimenti pubblici, avverte l’Ocse, “non è solo economico, ma politico e istituzionale”. Più alta è la corruzione percepita, più bassa è la fiducia nelle istituzioni.
1° Aprile 2015. Il tasso di disoccupazione torna a salire al 12,7% a febbraio, dopo il “forte calo” di dicembre e di gennaio. In un anno i disoccupati sono il 2,1% in più (+67.000).
22 Aprile 2015. Compare nuovamente l’Italicum, nel momento in cui attraversa un nuovo ridicolo capitolo. Nel Pd una minoranza non è d’accordo sulle scelte politiche concernenti la Legge elettorale. Renzi, che fa? Espelle la maggioranza e, nuovo Cadorna maestro di siluramenti, ne sostituisce i membri, così avrà garantito il voto di approvazione. Subito Brunetta (FI) conia l’ennesimo nomignolo per la Legge elettorale, “Deportellum”. Dello stesso parere Lega, M5s, Sel, FdI.
27 Aprile 2015. Penelope ha preso in mano ago e filo per tessere la sua tela. Si sa, non la completerà mai, il suo scopo non è altro che quello di dare tempo al tempo, perché qualcosa succeda. È la tattica del rimando, lo sanno bene i nostri politici e la stanno applicando al caso “Legge elettorale”: non attendono il ritorno di un Ulisse giustiziere, ma la convalida del tempo perso per una questione di portata nazionale che, in verità, altro non riguarda che l’aspirazione di ognuno dei novelli Proci a impossessarsi delle leve del potere per dominare, per eccellere in prestigio e immunità, per accedere alle fonti privilegiate del ben-essere. Oggi, infatti, arriva alla Camera l’Italicum, accompagnato, si dice, da tensioni tra maggioranza e opposizioni come anche fra le varie anime del Pd. “Portare a casa il risultato” sarebbe la linea del premier Renzi; Palazzo Chigi penserebbe di far slittare lo scontro sulla Legge elettorale alla settimana prossima per far scattare il contingentamento dei tempi e disinnescare l’ostruzionismo. Speranza, dimissionario da capogruppo Pd alla Camera, sostiene che se sull’Italicum il Governo ponesse la fiducia, “sarebbe un errore politico madornale, una violenza vera e propria al Parlamento italiano”. Interviene nel dibattito la deputata Pd Rosy Bindi: “Incomprensibile approvare la legge elettorale di fretta, così come legare il destino dell’esecutivo all’Italicum… mettere la fiducia vuol dire tradire i rapporti fra Governo e Parlamento”. Segue Stefano Fassina, esponente della maggioranza democratica, con il sostenere che l’aut aut di Renzi evidenzia “la volontà di marginalizzare il Parlamento sulle regole del gioco… Se il premier vuole mettere la fiducia sulle pregiudiziali di costituzionalità… siamo alla conferma della volontà pericolosa del decisionismo”. Poi Alessandro Di Battista, deputato M5s, il quale va affermando che, se il governo comprimerà il dibattito sull’Italicum, allora “useremo mosse e azioni extraparlamentari perché il Parlamento è totalmente esautorato”.
28 Aprile 2015. È giunto il momento in cui l’Italia si sforza di fare progressi ossia si mette in mostra, ma su un versante ancora negativo. Raggiunge infatti il record in Europa per il numero di lavoratori potenziali che tuttavia hanno rinunciato a cercare un’occupazione. Sono il 13.6% gli Italiani disponibili a lavorare, che però restano inattivi, e di questi ben il 60% sono donne (Eurostat per il 2014). Altri Paesi in condizioni simili sono: Croazia (9,6%), Bulgaria (7,6%), Finlandia (7,4%) contro una media Ue del 4,8% di cui il 57% è “rosa”.
29 Aprile 2015. Italicum: il Governo chiede la fiducia, ma la richiesta è accolta da un boato di urla e di proteste dai banchi dell’opposizione. I deputati Sel lanciano crisantemi in segno di protesta e di lutto per la democrazia. Insulti, aggressioni verbali, disordini volti a impedire la parola ai relatori, rimandi di accuse. Sembra proprio che questa legge sia stata pensata per ingigantire la scena farsesca di interessi di clan o individualistici per il raggiungimento e la detenzione del potere. E sembra anche così palese che nelle cure politiche dei nostri rappresentanti non ci sia altro che la Legge elettorale, un campo di dibattito che serve solo per lor signori, per accaparrarsi posizioni ambite.
1° Maggio 2015. Festa del Lavoro, con quali novità? Eccole: a marzo il tasso di disoccupazione ha fatto registrare un aumento dello 0,2% su base mensile, toccando quota 13% (Istat). Si tratta del livello più alto dallo scorso novembre (13,2%). Sale di 0,3 punti la disoccupazione giovanile, ora a quota 43,1%. I disoccupati aumentano dell’1,6% su base mensile (52.000 in più) e del 4,4% su base annua (138.000 in più). Il numero degli occupati risulta in calo dello 0,3% (59.000 unità in meno rispetto a febbraio). Il tasso di occupazione scende al 55,5%.
Il problema rimane grave, ma al Governo interessa soltanto varare la Legge elettorale, normativa costruita esclusivamente per lor signori e che assorbe tutte le loro attenzioni.
5 Maggio 2015. Incredibile, già approvata! La Legge elettorale ha ottenuto il consenso alla Camera con il voto finale espresso da 334 SI’ e 61 NO. Ma già si levano voci contrastanti. La Legge dovrebbe essere un meccanismo proporzionale con premio di maggioranza per chi ha almeno il 40% dei voti. Già Brunetta la definisce “vittoria di Pirro”. L’accusa è di aver inferto una violenza al Parlamento. I deputati di M5s abbandonano l’aula. Salvini (Lega Nord) la definisce “Legge salva Pd”. FdI (Fratelli d’Italia) e Sel non votano.
Su altro versante si proclama lo sciopero del personale della Scuola contro la riforma Giannini che vorrebbe una Scuola élitaria con super poteri ai dirigenti scolastici. E il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, denuncia le difficoltà, in Italia, degli investimenti in capitale umano e il ritardo sulle nuove tecnologie.
7 Maggio 2015. Ancora, come volevasi dimostrare, il giorno della firma da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sulla Legge elettorale, si levano i primi dissensi. Civati lascia il Pd e Sel, subito, gli apre le porte.
17 Maggio 2015. Oltre il 50% delle famiglie non percepisce la ripresa. Il 56% dichiara una situazione finanziaria insoddisfacente e per il 14% il reddito non basta a coprire le spese indispensabili. È l’ultima rilevazione trimestrale dell’indice Sef di Confesercenti e Swg sulla solidità economica percepita. Ben sei famiglie su dieci temono che un familiare perda il lavoro; il 71% degli Italiani prevedono consumi in stallo o in calo e il 47% riesce appena a coprire le spese mensili.
In Italia è sempre difficile onorare i debiti, soprattutto quelli fra le imprese, specie per le più piccole. Quasi più nessuno paga nei tempi prestabiliti. Da Adnkronos su un campione di oltre mille piccole imprese interpellate, tre imprenditori su quattro dichiarano di non aver onorato almeno un contratto nell’ultimo anno.
20 Maggio 2015. Con la crisi il numero dei poveri è cresciuto da 11 a 15 milioni. È quanto riferisce Boeri, presidente dell’Inps, in un’audizione alla Camera in cui sottolinea come il 10% degli Italiani più poveri abbia subìto una perdita di reddito del 27% contro il 5% perso dal decimale più alto della fascia media. Su 15 milioni di poveri, 5 sono in “grave deprivazione”. La fascia più a rischio è quella 55-65 anni cresciuta del 70% perché legata alla disoccupazione.
22 Maggio 2015. L’1% della popolazione possiede il 14,3% della ricchezza nazionale netta, il triplo rispetto al 40% più povero che detiene solo il 4,9% (dal Rapporto Ocse sulla diseguaglianza). Il tasso di povertà delle famiglie e dei lavoratori atipici è al 26,6%; quello delle famiglie di lavoratori stabili è al 5,4%. Per le famiglie di disoccupati il tasso arriva al 38,6%.
23 Maggio 2015. Scissione a catena, il virus divampa. Lacerazioni, rotture, scissioni a catena dall’inizio della legislatura nel 2013. Il Pdl alla fine del 2013, anche per via dei guai giudiziari di Berlusconi, si è diviso in tre parti: FI, Ncd, Fdi. Poi, a metà maggio, FI ha subìto la scissione di Fitto. Sc a febbraio, dopo l’addio del fondatore Monti, si è spaccata in due e molti parlamentari sono andati nel Pd. Il M5s ha perso circa trenta parlamentari. A metà marzo Tosi ha lasciato la Lega e si è candidato in Veneto contro Zaia appoggiato da Salvini. A metà maggio Civati, della minoranza Pd, ha detto addio a Renzi e anche Fassina è con un piede fuori. Il voto del 31 maggio ha accelerato la crisi.
27 Maggio 2015. Le risorse specificamente stanziate per il contrasto alla povertà assoluta, che nel 2013 riguardava circa il 10% della popolazione (il 4,1% nel 2007), “sono state nel complesso limitate”. Lo ha detto il governatore della Banca d’Italia Visco nella sua relazione all’assemblea annuale dell’Istituto. Le risorse, per Bankitalia, sono stimabili per il 2014 in circa 300 milioni per la carta acquisti e la sperimentazione del sostegno per l’inclusione attiva.
28 Maggio 2015. L’Italia risulta penultima nell’area Ocse per l’occupazione dei giovani, davanti solo alla Grecia: tra il 2007 e il 2013 il tasso di occupazione nella fascia di età 15-29 anni è sceso di quasi 12 punti percentuali, passando dal 64,33% al 52,79% (dai dati Ocse).
2 Giugno 2015. Festa della Repubblica. Si legge il resoconto delle elezioni regionali: l’affluenza alle urne crolla di oltre il 10% con circa uno su due cittadini aventi diritto che ha votato. Il Capo di Stato, Mattarella, ha sottolineato che le liti esasperate creano sfiducia e allontanano i cittadini dalla partecipazione e così la democrazia si impoverisce.
Il Presidente e molti altri sanno, hanno compreso da tempo ormai, che le cosiddette liti non sono altro che una scenografia farsesca per la scalata al potere, per il conseguimento del prestigio e dei privilegi all’individuo, non già un proporsi per generare benessere sociale.
Io conosco un rimedio. Parto dalla considerazione che gli alti trattamenti economici e le vistose agevolazioni riservati ai politici sono come la goccia di miele per le mosche e, dunque, costituiscono l’unico elemento per cui i politici si danno da fare per mettersi in lizza. Allora, la mia proposta: stabiliamo uno stipendio mensile che non arrivi a superare, come soglia massima, i 3.000 Euro netti in busta paga mensile e riconosciamo pure il diritto ai rimborsi per servizio, per un massimo di 500 Euro mensili, sempre per spese documentate e approvate da una commissione di controllo adeguatamente preposta. Vediamo allora quanti si metteranno ancora a litigare per “vincere” e raggiungere i “posti di comando”. Che ne potrà derivare? Semplice: dalla “bolla” un fuggi fuggi generale e chi si candiderà lo farà per pura passione politica, per lavorare con lo scopo di aprire le vie che portano al bene comune. Proprio impossibile?
9 Giugno 2015. È stato finalmente raggiunto l’accordo sul clima fra i 7 leader del G7 di Elman. In Germania. I capi di Stato si impegnano nel mantenere l’aumento della temperatura globale entro il limite di due gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali, su cui erano divisi fino a poco tempo fa. Un segnale importante per presentarsi uniti a Parigi a dicembre, quando si riuniranno 190 Nazioni con il proposito di arrivare, dopo oltre vent’anni, a un accordo vincolante sul clima. I G7 si impegnano a ridurre dal 40% al 70% entro il 2050 le emissioni rispetto al 2010 e a “mobilizzare il fondo da 100 miliardi” l’anno a partire dal 2020 per il contrasto ai cambiamenti climatici nei Paesi più poveri.
5 Luglio 2015. Per il 9,2% le famiglie italiane non hanno avuto, nell’ultimo anno, soldi sufficienti per comprare il cibo necessario. Sono notizie che provengono da Censis, contenute nella ricerca “Gli Italiani e il cibo, rapporto su un’eccellenza da condividere”, realizzata per il Padiglione Italia di Expo 2015. Secondo lo studio 2,4 milioni di famiglie non possiede sufficiente denaro per nutrirsi. Siamo arrivati a un milione in più rispetto al 2007. L’incremento è stato quasi dell’85% dall’inizio della crisi. Puglia, Campania e Sicilia sono le regioni che vivono un maggiore disagio alimentare.
26 Luglio 2015. L’ammontare totale degli investimenti al netto dell’inflazione è diminuito di 109,4 miliardi di Euro (il 29,7%) tra il 2007 e il 2014. Lo rileva l’Ufficio Studi della Cgia di Mestre. Questi i settori più colpiti: mezzi di trasporto, fabbricati residenziali e non, settore informatico, impianti, macchinari, software (dal 10,8% al 43,4%).
30 Luglio 2015. La seconda Repubblica finisce in frantumi. Ancora scissioni a catena sul fronte politico. Dalle elezioni politiche del 2013 è successo di tutto. Verdini, dopo Alfano e Fitto, ha detto addio a Berlusconi anche se lo strappo lo “addolora”. Lo scorso marzo Tosi ha rotto con Salvini. C’è stata una scissione della Lega e diversi parlamentari veneti sono andati con Tosi. Scelta Civica, il partito centrista del tecnico Monti, si è praticamente liquefatta. Il Pd di Renzi in un primo tempo ha attratto molti parlamentari centristi e di Sel, ma poi ha perso Fassina, Civati, Cofferati. Dal M5s sono usciti oltre trenta parlamentari. I Gruppi misti sono molto cresciuti, alla Camera si è saliti a 42 deputati (firmato R.Ru.).
Immagine di Copertina tratta da Avanti Live.