Gli Alleati miravano a sbarcare in Europa per distruggere il nazismo, ma l’operazione (Round up) era ancora impossibile. Innanzitutto c’era difficoltà per mettere insieme in poco tempo 48 divisioni con tutto il materiale al seguito. Gli Alleati avevano anche promesso a Stalin un secondo fronte che si sarebbe potuto aprire in Italia per mano delle divisioni anglo-americane d’Africa. Per arrivare a tanto era di primaria importanza conquistare la Sicilia che costituiva una forte base della Luftwaffe. Il 3 maggio 1943 si stabilì un piano d’invasione, chiamato “Force 141”: l’8a Armata britannica sarebbe sbarcata tra Siracusa e Pozzallo; la 7a americana a capo Scaramia e Licata; le due Armate si sarebbero poi ricongiunte a Ragusa. Montgomery alla testa degli Inglesi e il generale Patton come capo della 7a Armata americana. L’ammiraglio Cunningham avrebbe assunto l’alto comando delle operazioni di sbarco e dell’aviazione tattica. Si trattava di sbarcare 160 mila uomini trasportati da 2500 navi con la scorta di 285 navi da guerra; in più, 600 carri armati, 1800 cannoni, 4800 autocarri, 14 mila veicoli complessivamente e tonnellate di munizioni.
Terminata la Campagna per Tunisi il 13 maggio, numerosi bombardieri pesanti colpirono gli obiettivi strategici della Sicilia, della Sardegna, della Calabria, delle Puglie; caccia bombardieri leggeri colpirono gli aeroporti siciliani e distrussero in buona parte gli impianti radar della Sicilia. Il dominio del cielo era assicurato dalle 132 squadriglie americane e dalle 110 inglesi, per un totale di 4 mila aerei. Gli Alleati puntarono su Pantelleria che ara presidiata da 11 mila uomini con 40 batterie, aerei, il tutto al comando dell’ammiraglio Pavesi e del generale Mattei. Pantelleria venne bombardata furiosamente il 18 maggio. L’Aviazione italiana nel giro di tre settimane perse 40 aerei, senza poter fruire di soccorsi e di rifornimenti. L’11 giugno Pantelleria capitolò seguita, il giorno appresso, da Lampedusa e da Linosa.
Il 9 luglio si dirigevano verso l’Italia 2.700 paracadutisti americani e 1.600 britannici. Occorsero quasi tremila navi e 356 alianti e aerei per trasportare il contingente di 160 mila armati. A notte del 10 luglio si scatenò il fuoco delle artiglierie. Il XIII Corpo dell’8a Armata britannica verso sera entrò in Siracusa, mentre il XXX Corpo si dirigeva verso Ragusa. Per la 7aArmata l’obiettivo fu deciso sui litorali di Licata, di Gela e di Scoglitti. Il 10 luglio i mezzi corazzati (Mark IV) incontrarono ostacoli nella loro avanzata, ma a fine giornata del 12 il XIII Corpo britannico prese possesso di Augusta. L’ammiraglio italiano Leonardi si arrese repentinamente e per questo fu condannato a morte in contumacia, come era accaduto all’ammiraglio Pavesi che aveva capitolato a Pantelleria pur disponendo ancora di munizioni. Il 13 luglio la 7a Armata poneva Palermo come obiettivo di conquista e l’8a Armata britannica guardava a Messina. L’attacco alleato ebbe inizio il 16 luglio. Il generale Middleton della 45a divisione raggiunse Caltanissetta il giorno 18 e Palermo il 22. La 1a divisione di Fanteria americana prese possesso di Enna e la 3a occupò Marsala il 23 luglio. Le cinque divisioni italiane a presidio della costa erano scomparse. Gli Alleati poterono giungere a Catania nella notte fra il 3 e il 4 agosto e occupare Troina il giorno 6. Il 17 agosto fu la volta degli Americani in Messina.
Mussolini spodestato. Il 24 luglio 1943, sabato, alle ore 17 si riuniva in Gran Consiglio del Fascismo a Palazzo Venezia. Dino Grandi chiese al Gran Consiglio di votare la sfiducia al Duce. Ottenne l’approvazione con 19 voti favorevoli, 7 contrari e 2 schede bianche.

Le forze aeree alleate, agli ordini del maresciallo dell’Aria Tedder, con l’invio di 738 bombardieri, sconvolsero le città di Roma, Torino, Milano, Napoli, Firenze, Livorno, Bologna, Pisa, Taranto, quando il nuovo capo del Governo, Badoglio, dichiarava la continuazione della guerra. Il 26 luglio Churchill riaffermò che lo scopo supremo degli Alleati era quello di distruggere Hitler e il nazismo in Germania; un obiettivo, questo, che avrebbe richiesto l’impiego di tutto il territorio italiano, quindi la resa della Sardegna, del Dodecaneso e di Corfù, insieme alla resa della flotta italiana. Churchill progettava anche di far dilagare la guerra nei Balcani che ospitavano 15 divisioni nemiche e di convincere la Turchia a entrare in guerra a fianco degli Alleati.
Il 20 agosto 1943 diciotto divisioni tedesche occuparono l’Italia: 8 a sud della linea Ancona – Isola d’Elba sott il comando di Kesselring e le altre dalle Alpi alla Sardegna, per il comando di Rommel. Il 15 agosto il generale Castellano giunse a Lisbona per riferire a Sir Samuel Hoare che l’Italia aveva deciso di combattere a fianco degli Alleati. Il 3 settembre, al Quartier Generale di Alexander, nei pressi di Siracusa, Castellano firmò l’armistizio in cui testo prevedeva l’immediata cessazione di ogni attività da parte italiana, che fosse ostile agli Alleati.

Churchill continuava a sostenere la necessità di invadere l’Italia, ma gli Americani minacciarono di portare via le proprie truppe per combattere il Giappone. Gli Inglesi puntavano soprattutto alla vittoria totale nel Mediterraneo e gli Americani davano la priorità assoluta alle operazioni militari in Europa. Eisenhower decise di dare il via a tre operazioni distinte: 1° “Baytown” per l’attraversamento dello stretto di Messina a opera del XIII Corpo d’Armata britannico; 2° “Avalanche” per lo sbarco nella baia di Salerno e la presa di Napoli per mano della 5a Armata americana; 3° “Gibbon” per lo sbarco a Taranto del V Corpo d’Armata britannico e per l’avanzata verso Foggia. La partenza dell’operazione era stata stabilita per il giorno 3 settembre 1943.
La guerra si sposta in Italia.
Il mattino molto presto del 3 settembre 1943 sulla costa siciliana erano allineati 250 cannoni che iniziarono a bombardare il litorale della Calabria. Poco dopo si verificò lo sbarco della 5a divisione di Fante ria inglese e della 1a divisione canadese. Le coste erano presidiate da due incrociatori, tre vedette, un numero imprecisato di cannoniere e di cacciatorpediniere. Dal cielo i bombardieri colpivano ogni postazione nemica costringendo i battaglioni italiani, male equipaggiati, a disperdersi. Al termine della giornata il generale Dempsey del XIII Corpo britannico aveva in mano Reggio di Calabria, Villa San Giovanni, Santo Stefano di Aspromonte e lo scoglio di Scilla. Nel XIII Corpo britannico la 1a divisione di Fanteria canadese raggiunse l’Aspromonte e proseguì lungo la costa meridionale della Calabria, mentre la 5a divisione di Fanteria britannica accelerava il movimento guadagnano 150 chilometri nel giro di cinque giorni.

Il generale Kesserling stabiliva il proprio Quartier Generale a Frascati. Hitler preparava quattro operazioni militari da condursi in Italia: “Eiche, Student, Schwartz, Achse”. Kesselring avrebbe dovuto preparare la cattura della flotta italiana, l’evacuazione delle truppe e del materiale da Calabria, Sardegna e Corsica, la cattura dell’aviazione italiana, l’occupazione dei centri importanti di trasmissione, il disarmo e l’invio in Germania dei prigionieri italiani. Il 7 settembre Kesselring venne a sapere della flotta alleata diretta verso l’Italia.

L’8 settembre 1943 Badoglio comunicava la fine delle ostilità contro gli Alleati. Il 7 e 8 settembre erano 376 le navi che si dirigevano verso le spiagge italiane, con 100 mila soldati britannici, 70 mila americani e 20 mila veicoli. Nel Tirreno si contavano 230 navi da guerra agli ordini dell’ammiraglio Hewitt. Il 9 settembre 600 aerei bombardarono la zona tra Salerno e Gaeta. La Luftwaffe attaccò la squadra italiana dell’ammiraglio Bergamini il giorno 8. I Tedeschi affondarono la corazzata Roma e danneggiarono altre navi, mentre il giorno 9 gli alleati sbarcavano a Taranto. Le unità italiane venivano sommerse, quando la famiglia reale fuggì verso Sud. Il 9, privi di munizioni, i tre Corpi d’Armata italiani si arresero.
La 15a e la 29a Panzergrenadier, la divisione “Hermann Goering” e la 26a Panzerdivision fronteggiavano il X Corpo britannico, mentre a Sud tenevano la 16a Panzerdivision e un reggimento di cacciatori Paracadutisti. Il VI e il X Corpo delle forze alleate avanzavano, ma sul mare e in cielo gli Alleati subirono numerose perdite. Il 12 settembre ripiegava la 45a divisione di Fanteria americana e il giorno seguente fu la 36a a cedere di fronte alla 16a Panzerdivision che stava procedendo velocemente.
Nei giorni 14 e 16 settembre le sorti cambiarono: Kesselring non sperava più di ributtare in mare gli Alleati, gli sarebbero occorse altre due divisioni per farlo; richiesti rinforzi, ottenne un deciso rifiuto da parte di Hitler. Impoverito di truppe, Kesselring pensava di dover abbandonare Roma e forse anche Foggia. Si industriò dunque a far erigere la linea “Reinhard” tra il Volturno e il Garigliano e la linea “Gustav” a partire dal mare.
Il 12 settembre si verificava la liberazione di Mussolini a Campo Imperatore sul Gran Sasso. Cedendo alle pressioni di Hitler, Mussolini formò, il 15 settembre, la Repubblica Sociale Italiana con il Governo a Salò.
Il 14 settembre l’8a Armata stazionò nella zona di Vallo della Lucania, mentre la 1a divisione di Fanteria canadese si impossessava di Potenza e la 1a divisione aviotrasportata britannica iniziava la conquista delle Puglie. Da parte tedesca era il generale Heidrich in capo della difesa nel sudest d’Italia. Sull’altro versante Montgomery richiamò dalla Sicilia la 78a divisione inglese che, dopo lo sbarco a Bari, attaccò come obiettivo Foggia e costrinse Heidrich a ripiegare su Altamura. Una dopo l’altra caddero Altamura il 23, Spinazzola il 24, Canosa il 26, Foggia il 27.
Il 16 settembre la maggior parte della Marina militare italiana si consegnò prigioniera a Malta: in tutto 150 bastimenti. Ad Aiaccio, in Corsica, il generale Giraud inviò parte del I Corpo d’Armata francese. Contemporaneamente avveniva un accordo fra il generale italiano Magli con il capo della Resistenza, Colonna: 80 mila uomini venivano schierati contro i nazisti. Sempre il giorno 16 il generale Martin mirava a liberare la Corsica con i suoi 15 mila uomini; si limitò a chiedere agli Italiani sostegno con l’artiglieria, il Genio e i mezzi di trasporto. Il 20 settembre veniva evacuata la Sardegna. Bastia, in Corsica, fu conquistata il 4 ottobre. In questa impresa i Francesi persero 72 caduti e 270 feriti.
Il 1° ottobre 1943 la 78a divisione e la IV brigata corazzata oltrepassarono il Gargano e si spinsero sino al Biferno. Eisenhower, visto che le cose non andavano per il verso giusto, incolpò il generale Dawley e lo sostituì, il 16 settembre, con il generale Lucas al comando del VI Corpo d’Armata. In mano agli Alleati caddero, tra il 27 settembre e il 1° ottobre, Nocera e Napoli dove dilagava il tifo e la gente moriva di fame. Il 6 ottobre il X Corpo raggiungeva il Volturno, tra Capua e il mare, mentre il VI Corpo prese possesso di Avellino il 30 settembre, di Benevento il 2 ottobre, di Caserta il 5, giungendo il giorno 8 sulle rive del Volturno. Nel complesso il 15° Gruppo di Armate occupava un fronte di 130 chilometri.
Immagine di copertina tratta da Warfare History Network.