Le illusioni

Le allucinazioni della veglia hanno qualche affinità con i sogni analizzati da Sigmund Freud. Anche la percezione può cadere vittima di inganno.
La figura di Ponzo (binari) e la freccia di Muller-Lyer. Quale barra è più lunga fra quelle poste fra i binari? Nella figura a destra: qual è il segmento di retta più corto?
L’illusione delle mani: osservate le vostre mani, tenendone una alla distanza del braccio teso e l’altra a metà distanza rispetto agli occhi; esse vi appariranno uguali mentre l’immagine della mano più distante dovrebbe apparire la metà dell’altra. Ora provate a portare la mano più vicina, mantenendo sempre la stessa distanza, sopra quella più lontana; ora vi appaiono di grandezze diverse.

Il sistema percettivo non sempre si trova d’accordo con le facoltà intellettive. Per queste ultime la distanza della Luna da noi è di 380.000 km, mentre per i centri della visione è soltanto di qualche centinaio di metri. Esiste un rapporto tra illusioni ottiche e profondità spaziale, perché le figure illusorie sono viste in profondità. Es.: anche guardando dal basso il tetto di una casa e poi guardando dal tetto in giù.

Nell’immagine a lato la prima forma (ellisse) è distinguibile in prospettiva? Dovremmo sapere di quale oggetto si tratta. Nello schizzo (fig. del bimbo con il cerchio) riconosciamo chiaramente la rotondità del cerchio.
Alcuni artisti si servono delle leggi della prospettiva per correggere certe illusioni ottiche: il Campanile di Giotto a Firenze, con una leggera divergenza dalla base alla sommità; la Piazza di San Marco a Venezia, con i lati divergenti in direzione della Basilica, tanto che vista dal fondo appare perfettamente rettangolare; ma anche il Partenone, nell’antichità greca. Sono tutte distorsioni procurate per adeguare la realtà alla capacità percettiva dell’occhio e del cervello.


Nella camera distorta dell’Americano Adelbert Ames (1946): la stanza appare di forma rettangolare. Il cervello fonda il proprio processo percettivo su una scommessa formulata in base alle prove di cui dispone; in realtà il soffitto, più si spinge in profondità, più aumenta in distanza verticale dal pavimento.

Il cervello talvolta inventa oggetti per dare un significato. Nella parola SHADOW non c’è neppure una lettera scritta: vi sono semplicemente le ombre delle lettere in stampatello, ma a noi sembra di vedere gli oggetti che le proiettano. Sebbene le ombre siano intimamente congiunte agli oggetti in modo da farne parte, tuttavia esse possono essere percepite come forme distinte dagli oggetti e solo raramente vengono confuse con essi, ma riescono a evocare la percezione di oggetti non presenti.
David Brewster sperimentò che cambiando la direzione della luce su un oggetto con immagini in rilievo, le depressioni divenissero rilievi e viceversa. Qui abbiamo un contenitore di imballaggio per uova: prima viene proiettata la luce dall’alto, poi dal basso.
Percezione della profondità
Eleanor Gibson controllò se un bambino che ancora non camminava (o un giovane animale) si sarebbe diretto sulla lastra di vetro che ricopriva il precipizio e constatò che il bambino in nessun caso si dirigeva dalla parte del precipizio.
I bambini di poche settimane di età già posseggono sorprendenti capacità percettive.

I bambini piccoli dimostrano di avere aspettative nei confronti degli oggetti. Ne è un esempio quella che è stata chiamata “la permanenza dell’oggetto”: se un bambino segue con gli occhi un oggetto in movimento rettilineo e l’oggetto passa dietro uno schermo opaco, scomparendo alla vista, il bambino tenderà a muovere gli occhi per anticiparne la ricomparsa perché ha l’aspettativa che l’oggetto esista in modo permanente, anche in assenza dello stimolo visivo.
Oggetti impossibili, distorsioni, figure ambigue
Ulric Neisser

Figure impossibili e mascheramenti. Nella figura di destra le due linee rosse sembrano incurvarsi verso l’esterno nella parte centrale, ma in realtà continuano a essere rettilinee.
La moglie-suocera. Il nostro sistema percettivo può optare, a prima vista, per l’immagine di una giovane donna con vistosa acconciatura oppure di una vecchia con cuffia sul capo. Si vedano le prospettive differenti nella figura sottostante.

La memoria visiva
Cesare Cornoldi
Dettagli di una faccia.

Francis Crick

Si vedono piccole tessere quadrate di un mosaico. Visione confusa: via gli occhiali e occhi semichiusi; appare il volto di Abraham Lincoln. I dettagli fini presenti nella figura – i margini dei quadratini – interferiscono con il processo di riconoscimento. Con la visione confusa questi margini sfumano e divengono meno evidenti.

Triangolo di Gaetano Kanizsa (1979): il triangolo bianco può persino apparire più bianco dello sfondo della figura. Si tratta di contorni illusori. Vediamo un triangolo che non è stato tracciato.

Contorni illusori che disegnano il profilo dall’aspetto inconsueto: una forma percepita nel suo perimetro che nessuno ha di segnato.