“Sarà una guerra lampo” così si udiva sentenziare quando, il 24 febbraio 2022, si dava inizio all’invasione russa su quattro fronti di attacco all’Ucraina: dalla Bielorussia verso Kiev, dalla Crimea, da Luhansk e da Donetsk. Una guerra che già ha causato migliaia di morti e distruzioni terribili, con ripercussioni su altri Stati per quanto riguarda l’economia globale e la stessa sicurezza alimentare.
Nel Donbass la guerra era già iniziata nel 2014, centenario infausto della Grande Guerra, contrapponendo le forze separatiste appoggiate dalla Russia e le forze governative ucraine. Il conflitto era scattato nel momento in cui manifestanti armati avevano occupato palazzi governativi nell’Ucraina dell’est ossia nelle regioni di Donetsk, Luhansk e Kharkiv. Erano manifestazioni nel novero di proteste sviluppate per l’annessione della Crimea alla Federazione russa.
Come funziona oggi l’avvio per la pace? Dopo un anno di guerra gli Stati Uniti sono pronti a fornire le superbombe Glsbd cosiddette intelligenti e a lunga gittata. Van der Leyen prepara nuovi aiuti Ue, sennonché lì di mezzo ci sono anche grosse forniture di armi. Putin, di rimando: “Sappiamo come rispondere all’invio di tank”, e torna a parlare alla Nazione offrendo la propria visione della Storia, annunciando la sospensione del Trattato Start II da parte russa e sospendendo il trattato di riconoscimento della Moldavia. L’Italia stringe un’intesa con la Germania. Roma e Parigi annunciano l’invio in Ucraina di sistemi di difesa. Biden fa una visita a sorpresa a Kiev, seguito subito dopo dalla Meloni.
Intanto si parla di equilibrio instabile nel Mare Nostrum. “Non si erano mai visti quattro gruppi portaerei alleati nel Mediterraneo: italiano, francese, americano e la nave anfibio spagnola. I Russi arrivano fino allo Jonio senza problemi, fanno puntate con un gruppo di tre navi moderne”, come afferma il capo di Stato Maggiore della Marina, Credendino, alla Commissione Difesa, “Il rischio di incidenti è alto”. La nave russa più moderna “è in Sudafrica e ha imbarcato i missili ipersonici… entrerà nel Mediterraneo”. Il 25 febbraio 2023 si legge sulle fonti di informazioni di massa che “Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Medvedev, nell’anniversario dell’invasione in Ucraina, dichiara «Raggiungere tutti gli obiettivi dell’operazione militare speciale e spingere il più lontano possibile i confini delle minacce al nostro Paese, anche se questi sono i confini della Polonia»” e prosegue asserendo che va “distrutto il neonazismo” perché “il mondo trovi la pace”. A quanto sostiene il ministro degli Esteri russo, l’Ucraina sta ammassando truppe al confine con la Transnistria: “Mettiamo in guardia gli USA, i Paesi della Nato e i reparti ucraini dal compiere nuovi passi avventurosi… Reagiremo in modo adeguato” se dovesse esserci un attacco di truppe ucraine. Ma il Governo moldavo smentisce “minacce dirette” alla sicurezza del Paese da parte dell’Ucraina.
Altrove, su un fronte più terra a terra, un’altra guerra minaccia l’umanità intera: è la guerra contro Madre Natura che si sta scuotendo le pulci di dosso. La crisi dell’acqua in primo piano. Il Centro Nazionale Ricerche (Cnr) valuta che una percentuale compresa tra il 6 e il 15% della popolazione italiana viva ormai in territori esposti a siccità severa o estrema. I dati dell’Osservatorio Anbi sulle risorse idriche rilevano: “Per almeno tre milioni e mezzo di Italiani l’acqua del rubinetto non può più essere data per scontata”. La siccità, una minaccia ormai presente per tutta l’Europa, stando ai dati forniti da Coldiretti segna a livello nazionale un deficit del 30%, con punte del 40% nel Nord Italia.
E oltre oceano? Temperature proibitive sul Monte Washington, nella parte più settentrionale degli Appalachi, negli Stati Uniti. La montagna, alta 1.917 metri, ha la fama di clima rigidissimo. Il 3 febbraio è stata registrata una temperatura fino a -43° C con raffiche di vento gelido oltre 200 km orari. Per gli esperti, il vento più freddo mai registrato negli Stati Uniti continentali con una temperatura percepita per l’indice di raffreddamento eolico (wind chill) di -78° C.
All’opposto, quanto si sta verificando con Heatwave, ovvero ondata di caldo, il termine che preoccupò tutti gli abitanti degli Stati Uniti durante la torrida estate del 2022. Mentre gli incendi distruggono le foreste californiane, nelle città americane sono le temperature da record a provocare disagi agli abitanti. In Oregon il caldo record è stato indicato come la causa della morte di 14 persone nelle ultime settimane. L’innalzamento costante delle temperature provocato dal riscaldamento globale rischia di modificare il clima di molte zone degli Stati Uniti nei decenni a venire: una nuova analisi rileva che ci sono sedici città statunitensi a rischio di avere temperature estive pari a quelle del Medio Oriente entro la fine del secolo. Nella città più conosciuta dell’Oregon, Portland, le temperature sono salite sopra i 35 gradi per il settimo giorno consecutivo. Le autorità locali hanno aperto rifugi notturni di emergenza e stazioni di raffreddamento nelle vie centrali. Il National Weather Service ha emesso un avviso di calore eccessivo per le regioni di Portland e Seattle.
Nei prossimi giorni pochi stati federali saranno risparmiati dalla calura, poiché il caldo si sta espandendo in diverse aree degli Stati Uniti. La regione delle montagne rocciose ha raggiunto di recente l’insolita temperatura di oltre 40 gradi; i meteorologi hanno affermato che le temperature potrebbero aumentare ancora nelle vicine Idaho e Montana. Non ci sarà scampo dal caldo in tutto il Texas, che sta affrontando un’estate storicamente afosa. Si prevede che le temperature rimarranno al di sopra della norma per vari giorni di seguito, ovvero oltre i 37 gradi. Negli Stati Uniti caldo come in Medio Oriente. Il caldo negli stati occidentali della nazione ha alimentato una serie di incendi in Oregon e Washington; il McKinney Fire nel nord della California è l’incendio più grave al momento in quella zona. Il perdurare della siccità e i terreni aridi sono diventati terreno combustibile per i numerosi roghi avvenuti di recente. Le alte temperature contribuiscono a seccare il paesaggio, perciò i vigili del fuoco sono in allerta in tutti gli stati federali.
Le ondate di caldo aumenteranno ancora del 30 per cento. E la colpa è delle emissioni dovute all’uomo
La nuova normalità delle temperature potrebbe far arrivare in molti luoghi degli Stati Uniti un tipo di calore estremo precedentemente considerato impensabile, secondo una ricerca dell’organizzazione Climate Central. Alcune città potrebbero avere il tipo di clima che caratterizza le nazioni desertiche nel resto del mondo: Climate Central ha creato un indice per valutare l’intensità delle isole di calore urbane e l’ha applicato a 159 città negli Stati Uniti. Le proiezioni dell’inchiesta indicano che, verso l’anno 2100, il clima delle metropoli americane sarà simile a quello di città più a sud nel mappamondo.
L’Homo Sapiens Sapiens non ha ancora realizzato che stiamo dando una mano forte a Madre Natura facilitandola nell’impresa della soppressione del genere umano? E che nello stesso tempo non facciamo che spargere ombre di morte su tutto il globo?
Immagine di copertina tratta da CNN.