Guerra nei cieli – Parte 1 di 3

Parliamo di Luftwaffe

Era il 1° settembre 1939 allorché i cacciabombardieri della Luftwaffe puntavano verso Rahmel, Putzig, Graudenz, Osman, Lodz, Tomaszow, Radon, Cracovia, Leopoli e Brest distruggendo impianto militari, aeroporti, centri industriali, ponti e ferrovie. Nello stesso tempo le truppe corazzate del maresciallo Von Brauchitsch superavano il confine tedesco-polacco. Iniziava l’operazione “Fall Weiss” (il piano bianco). Danzica era divenuta tedesca con un proclama del gauleiter Forster, dopo essere stata separata dalla Germania fin dal 1919. Hitler disponeva della più potente flotta aerea d’Europa, con 4208 unità. Fu il primo assalto aereo della Luftwaffe con mille bombardieri e 500 caccia sulla Polonia. I Tedeschi disponevano dei Messerschmitt BF 109, degli Heinkel E 111 e degli Stuka Ju 87. Lo Stuka Ju 88 portava duemila chilogrammi di bombe ed era armato con nove mitragliatrici. Gli Stuka Ju 87 non erano molto veloci; quando si lanciavano in picchiata si trovavano indifesi. Il nome Stuka deriva da Sturzkampfflugzeug ossia “bombardiere a tuffo”.

L’aviazione polacca era costituita da 200 bombardieri P 23 Kara e da alcune decine di P 37. L’industria aeronautica tedesca era in grado di produrre mille aerei al mese. I caccia polacchi P 11 erano riusciti ad abbattere un centinaio di aerei tedeschi, ma la supremazia aerea germanica era schiacciante. I bombardieri polacchi tentarono di arrestare l’avanzata della divisione tedesca che, agli ordini del generale Reinhardt, avanzava verso Varsavia, ma in pochi minuti una quindicina di P 23 precipitarono in fiamme. La più importante battaglia della guerra di Polonia fu quella di Kutno che, tra il 13 e il 19 settembre, sottolineò l’audacia e l’eroismo dei Polacchi il cui esercito resistette fino all’ultimo. In Germania veniva decorato il gruppo del capitano pilota Gentze per aver distrutto 74 aerei. A Varsavia attaccarono centinaia di Stuka, di Heinkel, di Dornier e di trimotori Ju 52. La guerra in Polonia si concluse il 27 settembre, quando Varsavia capitolò. La RAF aveva iniziato il proprio compito il 4 settembre 1939 attaccando le basi navali tedesche di Wilhelmshaven e di Brunsbuettel, ma la contraerea tedesca fece precipitare sette bimotori inglesi.

Il 16 ottobre una dozzina di bombardieri Heinkel He 111 mossero l’attacco agli incrociatori della Firth of Forth scontrandosi con gli Spitfire e gli Hurricane della 602a squadriglia inglese, ma metà della formazione tedesca venne abbattuta: erano i primi aerei tedeschi a cadere sull’Inghilterra. Il 6 novembre, ancora, sette Messerschmitt 109 tedeschi vennero abbattuti da nove Curtiss P 36 francesi. A partire dall’ottobre 1939 gli Heinkel 111 e gli Junker 87 e 88 causarono la perdita di molte migliaia di tonnellate nella flotta britannica. Gli Spitfire tipo “A” erano dotati di otto mitragliatrici Browning, quelli tipo “B” di quattro Browning e di due cannoncini da 20 millimetri. Ne furono costruiti 1566 esemplari. Della versione Mark V furono prodotti 6479 esemplari. Il Supermarine Spitfire HF era spinto da un motore di 1710 HP, poteva volare alla velocità di 675 Km/ora e raggiungere anche i 13 mila metri di quota.

La Norvegia era in stato di neutralità, ma il 16 febbraio 1940 alcuni cacciatorpediniere inglesi assalirono la nave tedesca Altmark, fornendo a Hitler il pretesto per invadere la Norvegia: il 9 marzo truppe tedesche si concentrarono a nord e presso i confini con la Danimarca e il 9 aprile navi tedesche trasportarono soldati verso la costa scandinava. Verso sera dello stesso giorno la squadra britannica giungeva di fronte a Bergen: gli Stuka attaccarono iniziando la prima battaglia aeronavale della storia. Il cacciatorpediniere Gurkha venne affondato. Gli Inglesi si ritirarono, mente veniva affondata la nave tedesca Bluncher. Alle ore 9,30 il re Haakon VII abbandonava la capitale.

La nuova offensiva fu fissata per il 10 maggio 1940. Attorno a Rotterdam, Olanda, aerei Heinkel e Junker 52 paracadutarono una formazione di attaccanti sorprendendo per l’irruenza gli avversari, mentre gli Stukas 87 e gli Heinkel in picchiata bombardavano e mitragliavano fino a impossessarsi dell’aeroporto. Quasi tutti gli aerei olandesi furono distrutti a terra nei primi quattro giorni di conflitto.

Eben Emael era una delle fortezze più moderne in tutto il mondo, una roccaforte inespugnabile, situata tra Liegi e Maastricht, nei pressi del canale Alberto al confine con i Paesi Bassi. Costruita nel 1932-1935, deteneva la funzione di proteggere il confine belga da un attacco tedesco condotto dal vicino confine olandese. Per i Tedeschi era necessario occuparla per poter progredire verso la costa del passo di Calais. Nei pressi di Aquisgrana gli alianti sulla cima di Eben-Emael scaricarono il gruppo di paracadutisti del tenente Witzig: erano 85 uomini su nove alianti e riuscirono a far capitolare il forte e a prendere prigionieri un migliaio di Belgi. Fra i Tedeschi vi furono 38 morti e un centinaio di feriti. Era il 10 maggio allorché la Luftwaffe attaccò le basi aeree francesi di Digione, Lione, Metz, Nancy e Romilly. I Tedeschi avevano agito con 3500 aerei divisi tra la Luftflotte 2 di Albert Kesselring e la Luftflotte 3 di Hugo Von Sperrle. Le truppe tedesche erano entrate in Francia in sincronia perfetta con la Wehrmacht e con la Luftwaffe. I Francesi avevano lanciato 60 monoplani Dewoitine D 520 di fabbricazione americana, ma il 25 giugno, data dell’armistizio, tutti i D-520 erano stati distrutti. I Tedeschi avevano perso 114 aerei e probabilmente altri 39. I bombardieri francesi e inglesi erano stati decimati fin dall’inizio delle ostilità.

A Dunkerque erano rimaste 9 divisioni inglesi e 10 della 1a Armata francese, l’unica porzione rimasta agli Alleati dopo la resa dell’esercito belga avvenuta il 28 maggio. Gli Inglesi avevano messo in moto l’operazione Dinamo di evacuazione degli uomini rimasti nel porto e sulle spiagge di Dunkerque. Tra il 27 e il 29 maggio furono trasportati in Inghilterra quasi 73 mila uomini. Il 30 maggio erano stati evacuati da Dunkerque 53.823 soldati e altri 68.014 il giorno successivo. I Tedeschi reagirono colando a picco 30 imbarcazioni, ma intanto altri 64.429 soldati riuscirono a imbarcarsi per l’Inghilterra. Dunkerque resistette fino al 4 giugno. Complessivamente erano stati evacuati 338.226 soldati inglesi e francesi.

Gli Stuka puntavano a distruggere cantieri, fabbriche, depositi e a impedire le operazioni britanniche di evacuazione, con picchiate audacissime.

Churchill diede ordine che si impegnasse ogni aereo da caccia contro la Luftwaffe e l’attacco della Luftwaffe non riuscì a impedire l’imbarco delle truppe alleate.

I bollettini di guerra tedeschi, per il periodo dal 10 maggio al 4 giugno, dopo la capitolazione di Dunkerque, contarono 1841 aerei inglesi abbattuti e altri 1600 distrutti a terra. Gli Stuka avrebbero affondato 5 incrociatori, 7 cacciatorpediniere, 3 sommergibili e 66 navi commerciali e danneggiato 173 navi. La Royal Air Force aveva perso mille aerei, ma i Tedeschi ne avevano persi duemila. La Francia non aveva quasi più aerei e i Tedeschi avanzavano dopo le sconfitte di Sedan e di Lille.

Nei giorni 3 e 4 giugno 300 Stuka, con la scorta dei Messerschmitt 109, bombardarono aeroporti, industrie aeronautiche, nodi ferroviari, ponti e importanti vie di comunicazione. Furono abbattuti oltre cento aerei francesi e altre decine distrutti al suolo.

Churchill ordinò alle fabbriche di coprire le perdite della RAF in Francia. A inizio luglio si contavano circa 700 Hurricane e Spitfire. La difesa era assicurata da 51 stazioni radar lungo la costa.

Il 12 agosto 1940 i Messerschmitt e gli Stuka davano inizio all’operazione “Adlerangriff” o “Assalto dell’aquila”: 500 aerei da bombardamento e caccia irrompevano su Portland, Dover, Cardiff, Bristol e altri centri importanti. Spitfire e Hurricane a centinaia si scontrarono con i Messerschmitt 109, con perdite per la Luftwaffe doppie rispetto a quelle della RAF.

Il 19 luglio Hitler si fece avanti per concordare una sorta di armistizio, ma da parte inglese vi fu silenzio assoluto. Si preparava la battaglia di Inghilterra e la Luftwaffe disponeva di circa 2669 aerei. Il 12 agosto la RAF riuscì ad abbattere 36 Ju 88 tedeschi. Il giorno seguente i Tedeschi bombardarono, ma intervennero gli Hurricane abbattendone 14. Sopra Portland lo scontro fu terribile.

I bombardieri della Luftwaffe avevano effettuato 485 sortite e i caccia mille. Il 13 agosto gli Inglesi contarono 13 aerei distrutti, mentre la Luftwaffe ne aveva persi 45. A partire dal 15 agosto tutte tre le Luftflotten eseguivano 1786 missioni per distruggere le fabbriche aeronautiche inglesi: 170 fra bombardieri e caccia su Tyneside e altri 800 sulle coste meridionali. Il radar avvistò i bombardieri tedeschi e si alzarono in volo gli Hurricane e gli Spitfire; 75 aerei tedeschi vennero abbattuti. Nei successivi giorni 16, 17, 18 agosto i combattimenti aerei si inasprirono e aumentarono fortemente le perdite. Goering ordinò il ritiro degli Stuka, e anche il ME 110, adibito a compiti di scorta, fu ritirato. Le perdite inglesi ammontarono a 89 aerei e 22 palloni frenati distrutti. Il 17 agosto Londra fu massicciamente bombardata da 700 aerei, impediti da una fitta rete di palloni frenati, da cui i Tedeschi persero 38 aerei.

Le formazioni tedesche erano 5: due risalivano il Tamigi per bombardare gli impianti portuali; la terza puntò a distruggere gli aeroporti della zona nord di Londra; la quarta bombardò il corso del Tamigi da Brebtfort a Putney; la quinta bombardò tre campi di aviazione nella regione di Portsmouth. La RAF era riuscita a distruggere 367 aerei tedeschi e ne aveva persi 213.

Il mattino del 24 agosto un centinaio di caccia bombardieri della Luftwaffe si portò nei pressi di Dover e un altro centinaio si apprestava ad attaccare Manston il cui campo venne distrutto. Verso la tarda sera Goering spedì una cinquantina di bombardieri su North Weald a nord di Londra altrettanti della Luftflotte che bombardarono Portsmouth. In tutto furono 170 bombardieri tedeschi a gettare distruzione. La cosa si ripeté il giorno successivo, mentre 81 bombardieri inglesi si recarono a bombardare Berlino. La Gran Bretagna, avendo perso 486 aerei che riuscì a rimpiazzare soltanto con altri 269, si trovava vicino alla disfatta. Tra il 29 e il 30 agosto i Tedeschi attaccarono aeroporti, officine industriali, fabbriche di aerei e impianti portuali. Il 2 settembre la capitale stava per cedere e il 7 ebbe inizio la devastazione di Londra e del suo territorio. L’azione era stata compiuta da oltre mille aerei caricati ognuno con 2000 Kg di bombe. La Luftwaffe aveva scaricato sulla capitale oltre 330 tonnellate di bombe dirompenti e 440 contenitori di bombe incendiarie. Si contarono 300 morti e 1340 feriti. I bombardamenti continuarono per una sessantina di notti. Il culmine della battaglia venne il 15 settembre, con le perdite di 60 aerei per i Tedeschi e di 26 per gli Inglesi.

Hitler, constatato che la Luftwaffe non era sufficiente per consentire lo sbarco, ordinò lo scioglimento della flotta, ponendo fine all’operazione Leone marino. Londra continuò a essere bombardata di giorno fino al 31 ottobre e nell’aprile 1941 gli attacchi vennero sospesi.

Immagine di Copertina tratta da Air War Publications.

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