Voltaire – Dizionario filosofico – Parte 4 di 5

Nella mente dei Pensatori
Voltaire
Dizionario filosofico
Giulio Einaudi Editore s.p.a. – Torino 1950, 1969, 1995

Anticamente i Fenici “avevano immaginato che Dio avesse impiegato divinità inferiori per mettere in ordine il caos, il sciantereb”. Gli Ebrei, quando furono schiavi dei Fenici, “copiarono qualcosa della antica teologia dei loro padroni… Ma i vecchi pregiudizi prevalevano, e questi vecchi pregiudizi furono la sola scienza degli Ebrei.”

(nota a pag. 221) “già il filosofo neoplatonico Porfirio (233-304), polemizzando con i cristiani, sostenne la derivazione della Genesi da opere fenicie… I Fenici credevano la materia eterna. Non c’è un solo autore nell’antichità che abbia mai detto che qualcosa sia stata tratta dal nulla (il nulla della Bibbia si potrebbe accostare per identificazione con il pre Big-bang quando, a detta di Stephen Hawking, si poteva parlare soltanto di uno stato di singolarità, e dove si dice che “In principio era il Verbo”). Nemmeno in tutta la Bibbia si trova qualche passo in cui sia detto che la materia è stata fatta dal nulla”.

“Gli Ebrei credettero sempre Dio corporeo, come tutti gli altri popoli. Anche tutti i primi padri della Chiesa credettero Dio corporeo, finché non ebbero adottato le idee di Platone… I Fenici, i Caldei, gli Indiani dicevano che Dio aveva fatto il mondo in sei tempi, che l’antico Zoroastro chiama i sei gahambâr, così celebri fra i Persiani. È incontestabile che tutti i popoli avevano una teoria prima che l’orda ebraica abitasse i deserti di Horeb e del Sinai, prima che essa potesse avere scrittori. È dunque molto verosimile che la storia dei sei giorni sia imitata da quella dei sei tempi”.

“… il giardino dell’Eden è visibilmente preso dai giardini di Eden e Saana nell’Arabia Felice (Arabia Felix, corrispondente alle regioni più meridionali della penisola arabica ove sorgono gli Stati dello Yemen e dell’Oman, rinomata per la ricchezza di incenso e di abbondanti piante aromatiche), famosa in tutta l’antichità. Gli Ebrei, popolo molto recente, erano un’orda araba. Hanno impiegato per sé le antiche tradizioni delle grandi nazioni in mezzo alle quali si trovavano rinserrati”.

“Il primo uomo, presso gli antichi brahmani, enormemente anteriori agli Ebrei, si chiamava Adimo, il figlio della terra, e sua moglie Procriti, la vita: così dice il Veidam, che è forse il più antico libro del mondo. Adamo ed Eva significavano le stesse cose nella lingua fenicia.”

Il serpente che tenta Eva: “In tutto questo passo non si fa alcuna menzione del diavolo: tutto qui è puramente fisico… I Caldei avevano una favola di una lite fra Dio e il serpente, e questa favola era stata conservata da Ferecide. Origene la cita nel suo libro VI contro Celso. Nelle feste di Bacco si portava un serpente. Gli Egiziani attribuivano al serpente una specie di divinità… in Cina il serpente era considerato come il simbolo della vita”.

“Gli Ebrei rappresentarono gli angeli sotto forma di buoi e di sparvieri… Presero evidentemente questi buoi e questi sparvieri dagli Egiziani, da cui imitarono tante cose”.

“Gli dèi, Eloim, vedendo che le figlie degli uomini erano belle, presero come spose quelle che essi scelsero… La Genesi non manca di dire che gli dei che si unirono alle nostre ragazze produssero dei giganti (In Genesi VI, 1, 2, 4 viene narrata la storia dei Nephilim “Or avendo cominciato gli uomini a moltiplicarsi sopra la terra, ed avendo avuto delle figliole, i figli di Dio – Dalla Bibbia: i discendenti di Set, figlio di Adamo ed Eva, nato dopo l’uccisione di Abele, divenuto il nuovo capostipite del popolo eletto, generò Enosh da cui provenne Mosè) videro che le figliole degli uomini  (dalla Bibbia: le discendenti di Caino) erano belle e sposarono quelle che fra tutte loro piacquero… C’erano poi in quel tempo sopra la terra dei giganti (dalla Bibbia: uomini, sì, di alta e straordinaria statura, ma più di forte e violento carattere). Or dopo che i figli di Dio si congiunsero con le figliole degli uomini, e queste partorirono, ne vennero fuori quegli uomini potenti, famosi nei secoli”.

GUERRA. “La carestia, la peste e la guerra sono i tre ingredienti più famosi di questo basso mondo… la guerra… ci viene dalla fantasia di tre o quattrocento persone sparse sulla superficie di questo globo sotto il nome di principi o di governanti… La guerra porta sempre al suo seguito la peste e la carestia”.

“La religione naturale ha impedito mille volte ai cittadini di commettere delitti… Ma la religione artificiale incoraggia tutte le crudeltà che si compiono in comune: congiure, sedizioni, brigantaggi, imboscate, colpi di mano sulle città, saccheggi assassinii. Ciascuno marcia allegramente verso il delitto sotto lo stendardo del suo santo… il crimine della guerra, che contiene in sé tutti i flagelli e tutti i delitti… Tutti i vizi riuniti di tutte le età e di tutti i luoghi non eguaglieranno mai i mali che provoca una sola campagna di guerra… Finché il capriccio di pochi uomini farà lealmente sgozzare migliaia di nostri fratelli, la parte del genere umano che si consacra all’eroismo sarà la cosa più orribile dell’intera natura”.

“Che cosa diventano e che m’importano l’umanità, la beneficenza, la modestia, la temperanza, la mitezza, la saggezza, la pietà, quando una mezza libbra di piombo tirata a seicento passi mi fracassa il corpo, e io muoio a vent’anni fra tormenti indicibili, in mezzo a cinque o seimila moribondi, mentre i miei occhi, aprendosi per l’ultima volta, vedono la città dove sono nato, distrutta dal ferro e dal fuoco, e gli ultimi suoni che odono le orecchie sono le grida delle donne e dei bambini che spirano sotto le rovine: e tutto per i pretesi interessi di un uomo che non conosciamo?”

STORIA DEI RE. Voltaire menziona il libro dei Re e dei Paralipomeni, elencando una lunga serie di assassini nella linea di stirpe reale: “Bisogna riconoscere che, se lo Spirito Santo ha scritto questa storia, non ha scelto un argomento molto edificante”.

INQUISIZIONE. L’inquisizione è, come si sa, un’invenzione ammirevole e del tutto cristiana per rendere più potenti il papa e i monaci e per rendere ipocrita tutto un regno”.

“Luis de Paramo, teologo spagnolo (nascita: 1545) fa “l’enumerazione di tutti coloro che l’inquisizione ha messo a morte, e ne trova assai più di centomila… papa Bonifacio IX, al principio del secolo XV, aveva delegato alcuni frati domenicani che andavano in Portogallo di città in città, di bruciare gli eretici, i musulmani e gli Ebrei”… Ci fu chi approfittò della macchina inquisitrice: “Nel 1539 comparve a Lisbona un legato del papa (Paolo III) che era venuto, diceva, per stabilire la santa inquisizione. Era un truffatore di nome Saavedra… mandò dappertutto a raccogliere decime… aveva già fatto bruciare 200 persone e raccolto più di 200 mila scudi… ma quel che fu più ammirevole, dopo che la truffa fu scoperta a Lisbona, fu che papa Paolo IV confermò in seguito tutto quello che aveva stabilito quel truffatore. “.

“L’ignoranza e il fanatismo gridano che il Pentateuco è il più antico libro del mondo. È evidente che i libri si Sanchoniaton, quelli di Thot, quelli del primo Zerdust, il Shasta, il Veidani degli Indiani, che abbiamo ancora, i cinque King dei Cinesi, e infine il libro di Giobbe, sono di una antichità assai più remota di qualunque libro ebraico… i libri degli Ebrei sono assai recenti.”

Costantino: “S i scorge in Costantino un ambizioso fortunato, che si faceva beffe di Dio e degli uomini. Egli ha l’insolenza di fingere che Dio gli abbia inviato nell’aria un’insegna che gli assicura la vittoria. Si bagna nel sangue di tutti i suoi congiunti, marcisce nelle mollezze: non era cristiano, lo si canonizza”.

GIUSTO E INGIUSTO. “La morale è una: essa viene da Dio; i dogmi sono diversi: vengono da noi… Gesù non insegnò alcun dogma metafisico; non scrisse opuscoli teologici; non disse: “Io sono consustanziale, ho due volontà e due nature in una sola persona”. Lasciò ai cordiglieri e ai giacobini, che dovevano venire dodici secoli dopo di lui, la cura di argomentare per stabilire se sua madre era stata concepita nel peccato originale”.

LETTERE, UOMINI DI LETTERE. “La nostra miserabile specie è così fatta, che quelli che camminano sulla via battuta gettano sempre sassi a quelli che insegnano le nuove vie”.

“La più grande sventura di un uomo di lettere non è forse di essere oggetto della gelosia dei suoi confratelli; vittima di intrighi, disprezzato dai potenti del mondo; ma di essere giudicato dagli sciocchi”.

Nel dialogo fra il generale milord Boldmind e il conte Medroso, ufficiale incaricato dell’arresto e dei denunziati all’inquisizione, fa dire a Medroso: “ho sempre sentito dire che la religione romana è perduta, se gli uomini si mettono a pensare”, al che Boldmind risponde: “Osate pensare per conto vostro”.

LEGGI. “sono soddisfatto di quelle leggi che autorizzano 100 mila uomini ad andare a sgozzare legalmente 100 mila vicini.”

“I papi nei loro decretali, ebbero di mira soltanto il loro vantaggio… i papi hanno voluto abbrutire lo spirito degli uomini”

MARTIRI. Voltaire si chiede se si vogliono autentiche barbarie, buoni massacri, fiumi di sangue, padri, madri, mogli, mariti, bambini lattanti veramente sgozzati e ammucchiati gli uni sugli altri: “Mostri persecutori, non cercate queste verità nei vostri annali: le troverete nelle crociate contro gli Albigesi, nei massacri di Merindol e di Cabrières, nella spaventosa giornata di san Bartolomeo, nelle stragi d’Irlanda, nelle valli valdesi (nota a piè di pagina: Nell’aprile del 1545 era avvenuto un terribile massacro di valdesi a Luberon, la zona montagnosa della Provenza a nord di Aix)… voi che avete inondato l’Europa di sangue e l’avete coperta di cadaveri, per provare… che il papa può vendere le indulgenze!… I Falaridi (nota a piè di pagina: Falaride, tiranno di Agrigento, 565-549 a.C., noto per il toro di bronzo in cui arrostiva le sue vittime) e i Busiridi (nota a piè di pagina: Busiride, leggendario re d’Egitto, che sacrificava ai suoi dèi tutti gli stranieri) sono stati i più miti degli uomini in confronto con voi: la vostra inquisizione, che sussiste ancora, non fa forse fremere la ragione, la natura, la religione?”

MALVAGIO. “Ci gridano che la natura umana è essenzialmente perversa, che l’uomo è nato figlio del diavolo e malvagio. Niente di più sconsiderato… Sarebbe assai più ragionevole, assai più bello dire agli uomini: “Voi siete nati tutti buoni: pensate come sarebbe orribile corrompere la purezza del vostro essere… Ricordati della tua dignità di uomo… L’uomo non è nato malvagio: lo diventa, come diventa malato”.

Voltaire sostiene che su un miliardo di uomini ci sia “al massimo, sulla terra, anche nei tempi più burrascosi, un uomo su mille che si possa dire malvagio e ancora, non sempre è tale”.

MESSIA. “Questo nome di ‘Messia’ di ‘Cristo’ si dava ai re, ai profeti e ai gran sacerdoti degli Ebrei”.

(nota a piè di pagina🙂 “Da un gran numero di secoli le favole orientali attribuivano a Bacco tutto ciò che gli Ebrei hanno detto di Mosè. Bacco aveva passato il Mar Rosso a piedi asciutti, aveva mutato le acque in sangue, aveva operato quotidianamente miracoli con la sua verga. Non è forse molto più verosimile che questo popolo così povero, così ignorante, così alieno da ogni arte, così nuovo, così a lungo errabondo, così tardi conosciuto, così tardi insediatosi in Palestina, abbia preso, con la lingua fenicia, le favole fenicie su cui ricamò ancora, come fanno i rozzi imitatori?”.

“Iddio apparve a Mosè nel roveto ardente l’anno del mondo 2213… Mosè scrisse veramente il Pentateuco, così come gli attribuisce la Chiesa?… Mosè avrebbe scritto in egiziano poiché Mosè e tutto il suo popolo erano nati in Egitto. Gli Egiziani non si servivano ancora del papiro: si incidevano i geroglifici sul marmo o sul legno… Sarebbe stato dunque necessario incidere cinque volumi su pietre polite, il che richiedeva sforzi e tempo prodigiosi”.

Nel deserto, dove non c’era nulla di nulla, gli Ebrei costruirono un vitello d’oro e il tabernacolo con 24 colonne di bronzo dai capitelli d’argento, ne tesserono e ricamarono i veli di lino di giacinto, di porpora e di scarlatto, quando mancavano di tutto, di tuniche e di scarpe, quando non c’erano abiti, sandali, pane? Il capitolo XXVI della Genesi, che descrive i dettagli con i quali dovrà essere edificato il Tabernacolo (cap. XXXVI), veramente un campione di precisione e di ricchezza! Così per i parametri sacerdotali (cap. XXVIII). – La punizione di Dio per il vitello d’oro è terribile: in Genesi, XXXII, 25-35 la vendetta divina scese sul popolo caduto nell’idolatria, con il massacro di 23 mila uomini per mano dei Leviti, al comando: “Così dice il Signore d’Israele: Impugnata la spada al fianco, andate e venite da una porta all’altra attraverso gli accampamenti e ognuno uccida il fratello, l’amico, il vicino”.

“Se Mosè avesse scritto il Levitico, avrebbe potuto contraddirsi nel Deuteronomio? Il Levitico proibisce di sposare la moglie del fratello, il Deuteronomio lo ordina… Mosè avrebbe parlato nel suo libro di città che non esistevano ai suoi tempi?

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