Nella mente dei Pensatori
Karl Jaspers
La fede filosofica
Raffaello Cortina Ed., Milano 2005 – Ed. originale 1948 – Traduzione di Umberto Galimberti.
Il concetto di fede filosofica. “La fede è diversa dal sapere. Giordano Bruno credeva, Galilei sapeva… La fede filosofica, la fede dell’uomo che pensa è caratterizzata da un legame inscindibile con il sapere, essa vuole sapere ciò che è possibile sapere, e comprendere persino se stessa. Il conoscere illimitato, il conoscere scientifico è l’elemento fondamentale del filosofare. Tutto ciò che si presenta deve essere messo in questione, niente deve restare segreto o nascosto da un velo”.
“Il momento soggettivo e il momento oggettivo della fede costituiscono un’unità indissolubile… L’essere che non è né solo soggetto né solo oggetto, ma che nella scissione soggetto-oggetto si trova da entrambe le parti, noi lo chiamiamo Umgreifende… la sorgente da cui il filosofare trae origine e il fine a cui tende… Il carattere essenziale della fede è una presa di coscienza dell’essere che, partendo dall’origine, prosegue attraverso la mediazione della storia e del pensiero… La fede filosofica si lascia definire in termini negativi: essa non può diventare una conoscenza. Il suo contenuto non diventa mai un dogma”.
“Umgreifende è tanto l’essere in sé che ci circoscrive quanto l’essere che noi siamo…L’essere che ci circoscrive è di due specie: il mondo (che nella sua totalità non è un oggetto, ma un’idea: ciò che noi conosciamo è nel mondo, ma non è mai il mondo) e la Trascendenza (ossia l’essere che non diventa mai mondo, ma che ugualmente parla nel mondo attraverso l’essere… Noi siamo esserci… Noi siamo coscienza in generale… Noi siamo spirito… Noi siamo esistenza possibile”.
“L’immortalità non è una continuazione della vita in un’altra forma, ma un rifugio nell’eternità che sopprime il tempo, e che all’uomo appare come il cammino inevitabile dell’azione efficace nel mondo… L’Umgreifende che io sono è, in ogni sua forma, una polarità di soggetto e oggetto: – come esserci, vivo la polarità del mondo interiore e del mondo circostante; – come coscienza in generale, quella della coscienza e del suo oggetto; – come spirito, quella dell’idea in me e dell’idea oggettiva che mi proviene dalle cose; – come esistenza quella di esistenza e Trascendenza… L’esserci ci è così familiare che molte volte non ci rendiamo conto del mistero contenuto nella semplice coscienza della realtà… Come conoscenza generale avvero il valore di ciò che è esatto… Come spirito sono pieno di idee… Come esistenza io sono nella misura in cui ho coscienza di aver ricevuto il mio io come dono di Trascendenza… La certezza del reale, l’evidenza, l’idea noi le chiamiamo “fede” nel significato più ampio del termine… la fede filosofica deve appoggiarsi sempre a una dialettica che afferma negando.
I contenuti della fede filosofica. “… l’essere vero e proprio è la trascendenza (o Dio) [SIC!]… la fede autentica è la coscienza dell’esistenza in rapporto alla Trascendenza… Chiamiamo Dio ciò che trascende il mondo e lo precede… Esistono prove dell’esistenza di Dio… Un Dio dimostrato non è più Dio, perciò solo chi parte da Dio può cercarlo… Al pensiero che si domanda se Dio esiste ne succede subito un altro che si chiede: Che cos’è Dio?”
Jaspers fa il punto sulla disponibilità “a porgere incessantemente l’orecchio a tutti i modi d’essere del mondo, a tutti gli eventi e al proprio comportamento nel corso temporale della vita. Questa disponibilità implica” che “il deus absconditus si sottrae a ogni mio tentativo volto a comprenderlo” e “l’esperienza del mondo come linguaggio di Dio… il nostro essere nel tempo è l’incontro dell’esistenza e della Trascendenza, dell’eterno che noi siamo e dell’eterno in sé. Nel mondo si realizza l’incontro di ciò che è eterno e appare nel tempo. Per questo esserci nel tempo non possiamo avere alcuna conoscenza diretta di Dio e dell’esistenza. L’indagine sul mondo è l’unica via della nostra conoscenza”.
Uno dei pericoli inscritti nella religione biblica “è rappresentato dalla disposizione alla sicurezza nell’interpretazione della volontà di Dio, è questa la fonte dei fantasmi. Molti furono gli orrori commessi nel mondo in nome della volontà di Dio. I fanatici in tutte le esperienze sono certi di udire la voce di Dio. Colui che sa con certezza che cosa Dio dice e vuole, fa di Dio un essere nel mondo di cui dispone, aprendo così la via che conduce alla superstizione. Ma sulla parola di Dio non possiamo avanzare alcun diritto, né possiamo farvi riferimento per giustificare ciò che accade nel mondo”.
L’uomo. “La fede si trova lungo il cammino della libertà che non è né assoluta né vuota, ma è l’esperienza del venir meno a se stessi e del riceversi in dono. Solo mediante la libertà, infatti, io raggiungo l’indipendenza del mondo e insieme la coscienza del mio radicale legame alla Trascendenza. Io, infatti, non sussisto da me”. L’aiuto che l’uomo riceve “È l’aiuto trascendente che gli si manifesta solo nella possibilità che egli ha di essere-se-stesso. Si tratta di una possibilità offerta da una mano trascendente che può essere avvertita solo nella propria libertà… L’essenziale è che l’uomo, in quanto esistenza nella sua libertà, si sente donato dalla Trascendenza… La voce di Dio diventa intelligibile nella libertà dell’autoconvinzione, e non ha altro organo per comunicarsi all’uomo… Decisivo non può essere che il giudizio di Dio. Nel tempo la verità del giudizio può essere finalmente raggiunta solo sulla via dell’autoconvinzione… Nell’intendere la guida di Dio, c’è il rischio dell’errore… la libertà, come conoscenza chiara e univoca di ciò che è necessario fare, non è perfetta… La consapevolezza del rischio condiziona nel tempo la crescita della libertà… La sicurezza di sé è proibita. L’orgoglio della verità assoluta distrugge la verità nel mondo. Nella certezza è indispensabile il dimorare di una domanda permanente… il giudizio di Dio… si lascia avvertire solo negli istanti più alti, dai quali e per i quali noi viviamo”.
L’uomo sa di realizzarsi solo se nel mondo vive con la Trascendenza… Nella sua vita compresa tra l’origine e la fine egli cerca l’eterno… La fede filosofica è la fede dell’uomo nelle sue possibilità. In essa egli respira la sua libertà.
Filosofia e religione. “Per la filosofia, la religione non è un nemico, ma qualcosa che le appartiene per essenza, qualcosa che la mantiene in un’inquietudine necessaria… la discussione con i teologi si arresta sempre nei punti più decisivi, perché essi tacciono… non mostrano alcun autentico interesse per la discussione… si sentono sicuri, terribilmente sicuri, nella loro verità… Chi si trova nel possesso definitivo della verità non può parlare veramente con un altro, perché interrompe la comunicazione autentica a favore del suo contenuto di fede”.
Differenza fra religione e filosofia: “La religione implica un culto… è strettamente legata a un mito… La filosofia non conosce come tale alcun culto, alcuna santità… La filosofia ha presente ovunque e in ogni tempo ciò che la religione localizza in qualche luogo… La filosofia non ha riti… A trasmetterla è una libera tradizione che di volta in volta si trasforma, essa si rivolge solo al singolo… per la filosofia le incarnazioni religiose occultano ingannevolmente la divinità e danno la falsa impressione di avvicinarla… L’Uno della filosofia non è l’Uno della Bibbia”.
“La preghiera è un atto del singolo nella sua solitudine… La preghiera è individuale, esistenziale, attuale. Se è veramente personale e originaria, la preghiera si trova ai confini del filosofare”.
Con riferimento ai Vangeli cattolici troviamo in Matteo (VI, 6-7) l’insegnamento di Gesù: “Ma tu, quando vuoi pregare, entra nella camera e, chiuso l’uscio, prega il tuo Padre in segreto e il Padre tuo, che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa. E quando pregate, non vogliate usare tante parole… poiché sa bene il Padre vostro, avanti che gliene chiediate, di quali cose avete bisogno.”
“La religione biblica contiene in germe una pretesa di esclusività… Questa pretesa esclusivistica… è la rovina di noi uomini… noi dobbiamo combattere questa pretesa che è mortale”.
Jaspers accenna alla religione biblica nella quale, a un esame filosofico attento, appare non solo la non-verità che nasce dai fondamentali fraintendimenti che si verificano all’interno di questa fede, ma anche affiorano le terribili conseguenze che ne derivano. “Il cristianesimo pretende di possedere una verità assoluta e valida per tutti… quali funeste conseguenze ha avuto nella storia quel fraintendimento fondamentale celato sotto il motivo della verità sacra e assoluta”. Le “conseguenze generate da questa pretesa di esclusività… Tutte le altre religioni sono solo un ammasso di non-verità”. Gesù stesso affermò: “Chi non è con me è contro di me”… la “volontà di costringere alla fede… Si scatenarono così nel mondo distruzioni sistematiche, crociate e guerre di religione tra le diverse confessioni cristiane. La politica divenne il mezzo usuale della Chiesa. Così la volontà di potenza diventa un fatto fondamentale di questa realtà religiosa, le cui origini non avevano nulla da spartire con la violenza. La pretesa di possedere la verità esclusiva ha generato la pretesa di dominare il mondo (mia osservazione: il più verosimile significato di “cattolica”). La “presunta pretesa di rappresentare in esclusiva la verità assoluta” ha generato “questo carattere di assolutismo, di persecuzione delle altre opinioni, di convinzione aggressiva, di atteggiamento inquisitorio nei confronti del pensiero altrui… di fronte all’interruzione della comunicazione e al divieto di affidarsi alla ragione… anche la migliore volontà non è in grado di tenere aperta la comunicazione”… l’“esclusivismo che si fonda sulla tradizione biblica… si esprime in istituzioni sempre più potenti ed è sempre sul punto di accendere di nuovo roghi per eretici”.
“… nella Bibbia, vista nel suo insieme, tutte le affermazioni compaiono in polarità opposte… in nessuna parte può essere rintracciata la verità totale nella sua pienezza e purezza… Noi possiamo solo sfiorare la verità… Nella Bibbia sono già contenute tutte le gradi antitesi della fede”. Esempio: “… la religione dei preti si oppone a quella della libera preghiera dei singoli; il Dio nazionale al Dio di tutti;… la religione della comunità si oppone a quella degli uomini di Dio… Nella Bibbia, fatta eccezione per qualche passo, manca l’autocoscienza filosofica… Manca la disciplina di un esame critico. La passione è corretta solo dalla passione… Una verità fondamentale contenuta nella religione di Cristo è che Dio parla all’uomo tramite l’uomo… Dio non parla ricorrendo alla mediazione esclusiva di un solo uomo… Un’altra verità contenuta nella religione di Cristo è che ogni singolo uomo è responsabile di se stesso… il Cristo che c’è in me non coincide immediatamente con la persona storica di Gesù, e Gesù, in quanto Cristo, e in quanto figlio di Dio, è un mito… Anche il mito più profondo… non diventa una garanzia se non attraverso una verità religiosa (…) o attraverso un’illusione ingannevole”.
“… nella Bibbia… Ci sono diversi tipi di contraddizioni… Le contraddizioni di ordine razionale… Le contraddizioni dialettiche… La religione biblica è caratterizzata da un’abbondanza di contraddizioni dialettiche”.
“L’anima desidera aprirsi senza limiti”.
Con riferimento alle Chiese: “In questa pretesa totalitaria, instaurata dopo tutto da uomini che non possono assolutamente realizzare la verità totale, il singolo non può fare a meno di vedere che in fondo si tratta solo di un’illusione ingannevole.”
Filosofia e antifilosofia. Jaspers sceglie “tre esempi di negazione filosofica della fede: la demonologia, la divinizzazione dell’uomo, il nichilismo”. Secondo la demonologia “Non c’è alcuna Trascendenza, perché per questa visione del mondo tutto l’essere è immanente secondo “L’enunciato paradossale della Trascendenza immanente, che considera la Trascendenza come una potenza che agisce nel mondo, necessariamente divisa in potenze molteplici… Il segno veramente caratteristico del demoniaco… è che non si può più prendere nulla sul serio. Non vuol più pensare seriamente l’eternità, di fronte a essa prova angoscia… Demoniaco è detto l’inconscio che si sottrae a ogni tentativo di chiarificazione… Non potere, non volere, essere dominato, imprigionato, senza via d’uscita, sono tutte situazioni che fanno gridare: ‘demoniaco’”.
“L’esaltazione della vita immanente, propria della demonologia, non raggiunge in alcun modo la Trascendenza. In assenza di Dio nascono gli idoli… Essi partecipano all’impotenza del mondano… la libertà non è altro che l’accettazione del destino che si impadronisce dell’uomo… vivere con i demoni è un lasciarsi andare senza una meta determinata.”
“La divinizzazione dell’uomo svaluta l’uomo mentre gli facilita i compiti. Essa infatti gli fornisce qualcosa di tangibile, mentre la condizione dell’uomo nel mondo è di sottrarsi a tutto ciò che è tangibile, per trovare al suo posto solo cifre e immagini capaci di incamminarlo su quella via che permette, attraverso Dio, di trovare se stesso”.
“Mentre la demonologia e la divinizzazione dell’uomo sono un surrogato della fede, la mancanza di fede dichiarata si chiama nichilismo… A suo giudizio tutti i contenuti della fede sono caduchi, tutte le interpretazioni del mondo e dell’essere sono illusioni… tutto appare condizionato e relativo… Tutto è problematico. Nulla è vero, tutto è permesso… Oppure una delusione senza limiti mi fa constatare il crollo di tutto ciò in cui credevo… Il corso delle cose mi rivela il carattere illusorio di tutto ciò che finora aveva valore… Il nichilismo radicale dapprima rifiuta un sistema normativo evidente e riconosciuto, e poi fa sparire tutto in quel vortice unico delle negazioni reciproche… l’uomo resta affidato al corso naturale delle cose a cui l’atteggiamento nichilistico finisce per ridurlo… La stessa idea di Dio, come bontà, amore, verità e onnipotenza, diventa la misura per rifiutare Dio e il mondo. Se Dio volesse la verità, la bontà e l’amore avrebbe creato l’uomo e il mondo in maniera diversa. Dunque, o Dio non è onnipotente, o non è buono”.
Contro le accuse rivolte a un demone padrone del mondo, il nichilismo risponde che quelle accuse crollano in quanto “non ci sono né Dio né demoni maligni; le cose sono come sono, altro non c’è che la nullità e la diabolicità della condizione umana… Demonologia, divinizzazione dell’uomo e nichilismo sono tra loro intimamente connessi… Il nichilismo è insopportabile e quindi cerca un rifugio nella demonologia e nella divinizzazione dell’uomo… Quando si conferisce agli articoli di fede un valore assoluto, questi divengono bandiere, punti d’appoggio, distintivo d’appartenenza a un gruppo del mondo, segno d’entusiasmo e di lotta… Alla volontà di verità si lega un sentimento di superiorità e di potenza, a cui subito si aggiunge il desiderio di combattere, di distruggere, di tormentare”.
“Sul piano esistenziale l’uomo è se stesso quando si sa ricevuto in dono. La libertà consiste nel ricevere il proprio essere dalla Trascendenza” (mia osservazione: il senso del mio essere, ora e qui).
“La violenza è propria di ogni anima vuota”
“Il pensiero filosofico genera un raccoglimento dell’anima che cerca, nel pensiero, la coscienza di se stessa insieme all’oggettività e alla comunicazione con gli altri”.
“… una persona vuota, con un linguaggio preso a prestito, può dare l’impressione di un’apparente pienezza e… può sfoggiare pensieri che appartengono a un’antica tradizione, come vestiti lussuosi ma ingannevoli… l’antifilosofia cade nella piatta stabilità della conoscenza intellettuale immediata, oppure svanisce nell’indeterminatezza di ciò che si dissolve”.
La filosofia nel futuro. “La filosofia vuole raggiungere la verità eterna… ma nel tempo la verità non è oggettivamente accessibile nella sua compiutezza. L’individuo nella sua singolarità e la storia stessa non possono raggiungere altro che un’apparenza sempre nuova e fuggitiva. Ognuno di noi al termine della propria vita… Resta lungo la via senza pervenire a nulla di definitivo, e il cammino si interrompe senza la possibilità di conseguire alcuna finalità assoluta… la nostra vita offre nella storia due aspetti: è al servizio di coloro che vengono presso di noi e, attraverso la storia, nel presente assoluto, tende alla Trascendenza che ci libera. La liberazione nel compimento estingue il tempo… nella storia la verità è a un tempo dappertutto e da nessuna parte, è sempre in movimento, e dove si crede di possederla in maniera definitiva, là è perduta… Oggi ci sono diverse forme di effettivo nichilismo. Sono apparsi uomini che sembrano aver rinunciato al proprio esser-se-stesso, che non riconoscono più alcun valore… Se ascoltiamo le parole da essi proferite, le udiamo risuonare come un velato appello alla morte… Ogni nichilismo vive di simulazioni che una volta svelate espongono l’uomo alla disperazione… Il compito permanente del filosofare è quello di consentire all’uomo di diventare veramente se stesso nel prendere coscienza dell’essere o, che è lo stesso, di diventare se stesso prendendo coscienza di Dio”.
Nell’identificare le particolari esigenze della comunicazione Jaspers pone l’imprescindibilità di “rinunciare alla pretesa di possedere l’unica fede (perché questo atteggiamento interrompe la comunicazione), e al tempo stesso non perdere l’incondizionatezza del proprio fondamento… Per la fede filosofica tutto ciò che costringe a interrompere la comunicazione o tenta di farlo è diabolico… accostarsi alla comunicazione in tutte le sue possibili realizzazioni è il compito quotidiano della vita filosofica”.