Il 18 aprile 1918 azioni di guerra divampavano in tutto l’ampio scacchiere che, a ovest del Piave, si estende a cavallo del Brenta sino alla sponda orografica sinistra dell’Adige. Era il momento del verificarsi di infiltrazioni offensive in Vallarsa, tra la città di Rovereto e il M. Pasubio. Quel mattino i nostri strisciarono fra barriere di reticolati superandoli e riuscirono a far saltare le mine interrate su una vasta area, dopodiché si gettarono all’assalto di un posto avanzato che gli Austriaci avevano insediato in Val Morbia, mettendone in fuga i difensori, danneggiandone i ripari e catturando per buona misura anche qualche prigioniero. Molto più verso nordovest, sulla strada serpeggiante che da Ponte di Legno conduce al Passo di Gavia per poi perdere nuovamente quota in direzione di Valfurva e Bormio, poco a est del Passo di Gavia, a 3.360 metri di altitudine si erge il Corno dei Tre Signori. Qui si verificò uno scontro fra i nostri Alpini e pattuglie nemiche che furono ben presto costrette a battere in ritirata. Contemporaneamente la stessa cosa si verificava sull’Altopiano di Asiago, mentre rimbombavano colpi di artiglieria in Val Lagarina verso il centro di Pòsina, sullo stesso Altopiano di Asiago e attorno alle città di Fossalta e Caposile nei dintorni di San Donà di Piave. Anche nel cielo si combatteva: il 17 aprile furono abbattuti cinque aerei austriaci sopra Conegliano e Valdobbiadene a est del Piave. Non solo, ma si videro precipitare undici aerei e un altro costretto all’atterraggio perché bersagliato dai cacciatori britannici che sorvolavano la zona tra l’Altopiano di Asiago e Motta di Livenza (16 km nord di San Donà di Piave). La nostra artiglieria aumentò il bottino colpendo un idrovolante in zona Piave; lo occupavano tre avieri austriaci, caduti nelle mani dei nostri soldati.
Il 19 aprile Asiago e Adamello furono teatri di battaglia. Nella conca di Asiago fu la volta di reparti britannici che, con arditi colpi di mano su posizioni avanzate nemiche, procurarono perdite accertate e trassero con sé ventidue prigionieri. Nostre formazioni, intanto, se la vedevano con pattuglie avversarie che premevano verso il Corno di Cavento (m 3.402) nel massiccio dell’Adamello e sull’Altopiano di Asiago, riuscendo a respingerle con ripetuti scontri a fuoco. Mentre tutta la linea del fronte echeggiava dei colpi di artiglieria sparati da entrambe le parti, una batteria antiaerea britannica abbatteva un aereo austriaco nei cieli di Rotzo nei pressi di Valdastico, nove chilometri circa a ovest di Asiago.
(Estratto da Mario Bruno, La Grande Guerra. Dai Balcani a Vittorio Veneto, IBN Editore. Roma 2014)
Immagine di copertina tratta da Le 52 Gallerie.