Alpini sempre!

Breve rassegna dell’epopea Alpina nella Grande Guerra, in 7 puntate

Episodio #01

Nei giorni 12-13-14 maggio 2017 si svolse, a Treviso, la 90a Adunata Nazionale degli Alpini. L’hanno chiamata l’Adunata del Piave per via dei teatri di guerra che, dagli ultimi di ottobre 1917 e per un anno intero, rappresentarono l’ultimo baluardo di arresto all’irruzione delle Armate austro-tedesche nel loro furioso tentativo di sferrare un colpo decisivo al nostro Esercito per annientarlo sul suo stesso fronte.
Gli Alpini rivestirono un ruolo di prim’ordine in quella fase decisiva del conflitto operando, come per loro vocazione, in zona di montagna.
Ma chi erano, chi sono gli Alpini? Innanzitutto il nome: non poteva essere altro, figli e difensori delle Alpi, dopo che l’allora capitano di Stato Maggiore Giuseppe Perrucchetti, siamo nel 1872, 15 ottobre, tanto aveva fatto che, appoggiato dal ministro della Guerra Cesare Ricotti Magnani, riuscì a ottenere la firma regale su un decreto concernente la costituzione delle prime 15 compagnie distrettuali adibite alla difesa delle principali vie alpine di transito.

Generale Giuseppe Perrucchetti

Le originarie truppe alpine furono impiegate già alla fine del 19° secolo in operazioni di conquista delle terre africane (Eritrea 1887: battesimo del fuoco). Negli anni 1895-96 fu la volta del 1° Battaglione Alpini d’Africa nel contesto di una politica di espansione coloniale. Cadeva il Capitano Pietro Cella degli Alpini, prima M.O.V.M. (Medaglia d’Oro al Valor Militare). Dei 945 Alpini inviati in quella Campagna africana tornarono in soli 95.
Nel corso della Storia in progressione gli Alpini furono sottoposti a tutte le gravose prove che gli scontri armati del XX secolo portarono con sé, dalla Guerra contro la Turchia per il possesso della Libia (2.500 Caduti, 1.500 prigionieri) negli anni 1911-1913, al primo Grande Conflitto mondiale nei 41 mesi dal 1915 al 1918, alle Campagne di Albania del 1919-1920 e d’Etiopia del 1935-1936, all’invasione della Francia a partire dal 10 giugno 1940 e della Grecia dal 28 ottobre 1940 e, infine, all’ultima disastrosa impresa in Terra di Russia dal 10 luglio 1941 con il CSIR (Corpo di Spedizione Italiano in Russia) e, successivamente, dall’agosto 1942 al marzo 1943, con l’ARMIR (Armata Italiana in Russia).
Gli Alpini furono coinvolti in tutte queste tristi vicende che costarono centinaia di migliaia di vittime tra le nostre truppe, ma anche terribili sofferenze e sacrifici alle popolazioni civili, distruzioni, fame, miseria, lutti e malattie.
Sul versante economico la Grande Guerra, da sé sola, ebbe un costo complessivo, per il totale delle Nazioni belligeranti, pari allo stipendio annuo di un operaio moltiplicato per 500 miliardi di volte e la guerra d’Etiopia del 1935-1936, soltanto per limitarci a pochi esempi, ebbe un costo pari a 40 miliardi di Lire italiane, di quei tempi.
Gli Alpini sacrificavano le proprie giovani vite sui fronti d’alta quota, mentre le loro famiglie soffrivano, nei borghi di montagna, devastate dai vortici della fame e dell’indigenza estrema per la mancanza di forza lavoro, per il caro vita crescente, per le requisizioni imposte dagli alti Comandi militari, per le devastazioni causate dall’andamento della guerra.
Come breve premessa a questa rassegna è d’obbligo accennare, oltre ai civili che soffrirono contemporaneamente ai loro giovani combattenti Alpini in prima linea, a tutti i soldati di altre Armi e Specialità combattentistiche che subirono le medesime traversie nell’attacco e nella difesa spalla a spalla con gli Alpini: Fanti, Artiglieri, Genieri, Granatieri, Bersaglieri, Finanzieri, Cavalieri, Carabinieri, Lagunari, Marinai, Aviatori e quanti altri concorsero a mantenere efficiente l’organizzazione e la logistica dell’intervento armato.

Il Capo di Stato Maggiore Generale Luigi Cadorna

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