Le Costellazioni nell’immaginario classico – Orione

Possiamo definirla la costellazione regina dell’inverno, una delle più belle del Cielo. Nelle notti invernali la si vede sorgere la sera tarda verso Sudest.

Secondo una leggenda Orione era un cacciatore di incredibile statura, di notevole abilità, ma anche di grande crudeltà e si vantava di poter abbattere qualsiasi animale. Fu però un piccolo scorpione a causargli la morte, per punizione divina alla sua vanagloria.

La costellazione è formata da quattro stelle principali: la stella Alfa Betelgeuse distante 600 anni luce, Rigel a 1000 anni luce, Bellatrix lontana 470 anni luce, Saiph a 2100 anni luce; rappresentano le spalle, il piede e il ginocchio del cacciatore. Al centro del quadrilatero, inoltre, si notano tre lucenti stelle allineate: Mintaka a 1500 anni luce, Alnilam a 1600 anni luce e Alnitak anch’essa a 1600 anni luce; esse rappresentano la cintura del cacciatore e sovrastano altre tre stelle allineate a sud che indicano la spada portata al fianco.

Betelgeuse (l’ascella del gigante) è una gigante rossa dotata di luminosità variabile. Se fosse al posto del Sole arriverebbe a toccare lo spazio tra Marte e Giove. Rigel (il piede del gigante) è una gigante di colore bianco-azzurro. Al centro della spada di Orione sorge M42, la Grande Nebulosa di Orione, che contiene oltre 10 mila stelle come il Sole. M42 si trova a circa 1600 anni luce da noi.

Poco lontano dalla cintura è posta la nebulosa M78, visibile con un binocolo. M78 (nell’immagine a destra) è una nebulosa costituita da polveri e da zone illuminate da una stella presente al loro centro; quella che si vede è la luce di stelle vicine riflessa dalle polveri che costituiscono la nebulosa.

In questa zona del Cielo la Creazione continua. Una formazione stellare influenza le zone circostanti creando le condizioni per altra formazione stellare: si genera una reazione a catena che sembra risaltare in tutto il suo spettacolo nella nebulosa più famosa del cielo, M42 (nell’immagine, qui a sinistra), la Nebulosa di Orione ripresa dal Very Large Telescope (VLT) dell’ESO con un dettaglio mai raggiunto prima. (Da UAI, Unione Astrofili Italiani). 

La regione centrale della grande Nebulosa di Orione (M42) è forse la zona più famosa di formazione stellare: le stelle più luminose al centro della nebulosa sono nate da poco: la loro luminosità è tale da classificarle tra le classi di stelle più luminose. Questa intensa luminosità permette di illuminare le zone circostanti rendendo M42 un oggetto visibile anche a occhio nudo. M42, una delle più intense zone di formazione stellare, si trova alla distanza di 1300 anni luce. Proprio qui un confronto di osservazioni ottenute in diversi anni ha consentito di stimare il moto di una stella in 200 mila chilometri orari. Nell’immagine a destra: particolare della spada di Orione.

Una puntualizzazione necessaria per chiarire il concetto di “anno luce”: è la distanza che un’astronave fantastica coprirebbe nel giro di un anno senza fermarsi e viaggiando alla velocità di 300 mila chilometri al secondo: come dire circa un secondo di qui alla Luna, otto minuti per arrivare al Sole.

Dalla tarda sera in avanti Orione sale alta nel cielo per tramontare poco prima dell’aurora verso Ovest. Nell’arco di cielo che va attraversando si trascina dietro altre bellissime costellazioni che costituiscono le meraviglie celesti dell’inverno: Auriga, Gemelli, Leone, Bifolco, Vergine.

Immagine di copertina tratta da Vecteezy.

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